giovedì 28 febbraio 2019

Non dir niente

Adesso l'unica cosa che voglio dire è che non voglio dire niente. Voglio rinunciare al privilegio che di solito si concede ai moribondi. Se scrivo è solo per dire che non ho disposizioni.

Philip Roth, Lasciar andare 

lunedì 25 febbraio 2019

Limiti nella condizione umana

La condizione umana è inscritta dentro dei limiti. Alcuni riguardano la nostra situazione nel mondo, altri sono inerenti alla nostra natura. Siamo prigionieri di un piccolo pianeta la cui situazione eccezionale nel cosmo ha permesso la nostra comparsa. D'altra parte la nostra intelligenza, non meno eccezionale, ci permette di adattarci a una grande varietà di situazioni, ma non ci autorizza a fare tutto né a conoscere tutto. La nostra sopravvivenza presuppone dunque un buon funzionamento delle nostre organizzazioni sociali, in armonia con il nostro ambiente: in altri termini, la sottomissione a norme che ci impediscono di cadere nella dismisura e nell'illimitatezza.

Serge Latouche, Limite 

Pregiudizi

I pregiudizi sono il pilastro della società.

Andrè Gide, I falsaro

sabato 23 febbraio 2019

Notte di luna

Era come se il cielo avesse
baciato silenzioso la terra,
e questa in uno scintillio di fiori
dovesse ora sognarlo.

La brezza spirava sui campi,
miti ondeggiavano le spighe,
i boschi stormivano lievi,
tanto chiara di stelle era la notte.

E la mia anima distese
larghe le ali,
volando per silenti terre,
come se volasse verso casa.

Joseph von Eichendorff, 

giovedì 21 febbraio 2019

Politica e vanità

La mancanza di distanza», semplicemente in quanto tale, costituisce uno dei peccati mortali di ogni uomo politico ed è una di quelle quaItà ehe, coltivate presso la nuova generazione dei nostri intellettuali, li condannerà all'inettitudine politica. L'uomo politico deve dominare in se stesso, ogni giorno e ogni ora, un nemico del tutto banalr e fin troppo umano: la vanità.

Pere Vilanova, Rimpiangendo Max Weber

Tarapia tapioco

Tarapia tapioco come se fosse antani con la supercazzola prematurata, con lo scappellamento a destra. (Il Conte Mascetti)

Amici miei

Come se fosse antani

Sorella? Col tarapio tapioca come se fosse antani la barella anche per due, con lo scappellamento a sinistra? No, eh? Pazienza... (Il Conte Mascetti)

Amici miei 

Benzina

Se l'era benzina si arrivava a Copenaghen. (Il Perozzi)
[commento dopo che il Sassaroli ha scorreggiato in macchina]

Amici miei

mercoledì 20 febbraio 2019

Briciolo di bontà

Se si ha un briciolo di bontà si trova bontà ovunque.

Amos Oz, Non dire notte 

martedì 19 febbraio 2019

Aiutare rinunciando

Per aiutarla, devo rinunciare a ogni tentativo di aiutare. Devo rincantucciarmi, come attenuare il dolore controllando il respiro, cosa che non mi risulta affatto difficile. 

Amos Oz, Non dire notte

Figurarsi la morte

Lei si è astratta cercando di figurarsi come possa essere la morte. Una no k esistenza buia fatta di occhi che non vedono e non possono vedere nemmeno la totale oscurità perché essi non sono, e la pelle che non è non sente il freddo o la musica perché nemmeno la pelle esiste. Ma quello che riusciva a immaginare era, tuttalpiù, una sensazione di freddo e di silenzio nel buio.

Amos Oz, Non dire notte

sabato 16 febbraio 2019

Città complesse

Per rendersi conto del grado di chisura attuale basti pensare al fatto che la gente è convinta di non poter affrontare la complessità, le differenze, ciò che non risulta familiare, le persone che non ci piacciono, le situazioni incognite. E questa incapacità di gestire la diversità è alimentata da un'economia capitalista che trae profitto dall'indurre le persone a desiderare solo quello che giudicano comodo o familiare. Non voglio aprire qui un dibattito su Facebook, ma è immediatamente ovvio di cosa si tratta: è un sistema di chiusura fatto di amici, di like, su cui si insedia una tecnologia vampiresca che ne risucchia tutti i benefici. Per me - e questa non vuole essere una formula politica - il motivo per cui è importante pensare alle città, è che è possibile trasformarle in scuole, in occasioni di formazione che aiutano le persone a sentirsi più «competenti». Grazie alla complessità delle città, le persone che le abitano possono sentirsi più capaci di gestire le cose, di non sentirsi «distrutte» - come diremmo noi americani - se per strada, all'improvviso, si imbattono in una persona nera, un migrante, un rifugiato.

Richard Sennett, La lotta per la città 

Chiuso e aperto

Il sistema chiuso è quello in cui le parti semplicemente compongono il tutto. Non c'è una particolare interazione: si tratta di un sistema additivo, in cui si precisano le condizioni e si verifica se sono giuste o sbagliate. Il sistema chiuso cerca la chiarezza nei risultati, mentre un sistema aperto è molto più sperimentale, si interessa alle risposte sbagliate. Come mi hanno detto una volta: la risposta sbagliata è qualcosa su cui riflettere, la risposta giusta è solo qualcosa da mettere in pratica. E un'osservazione molto profonda: quando pensiamo in modo aperto, ci addentriamo nella complessità, non nella chiarezza. Il pensiero aperto preferisce l'esplorazione non lineare ai percorsi lineari. Mette l'accento su un tutto che sia maggiore della somma delle sue parti.

Richard Sennett, La lotta per le città

Confondersi con il muro

Così corre avanti e indietro da una parete all'altra sbattendo le ali, inciampa nella lampada, contro il soffitto, sbatte contro i mobili, si fa male. Tu però non cercare di indirizzarla verso l'uscita: non puoi aiutarla. Ogni tuo movimento non fa che aumentare la sua paura. Invece di condurla fuori verso la libertà se non stai attento finirai per farla volare verso locali ancora più interni, e li continuerà a sbattere le ali contro il vetro. L'unica via per aiutarla è non cercare di aiutarla. Solo diventare piccoli. Congelarsi. Confondersi con il muro. Fermi.

Amos Oz, Non dire notte

Cocci di vetro

La poesia è una specie di scintilla intrappolata in un coccio di vetro, perché le parole sono cocci di vetro.

Amos Oz, Non dire notte

venerdì 15 febbraio 2019

Volontà del popolo

Concetti come volontà del popolo, vera volontà del popolo, eccetera per me
non esistono più da tanto tempo. Sono finzioni. È esattamente come se si volesse parlare di una volontà degli acquirenti di stivali, che dovesse determinare la tecnica utilizzata dal calzolaio!

Max Webber 

Mani vecchie

Ha delle mani molto più vecchie di lei, le dita indaffarate sono già un poco avvizzite, la pelle è rugosa, un reticolo di vene bluastre e di macchie di pigmentazione fa assomigliare il dorso a una zolla di terra. Come se i suoi veri anni fossero stati temporaneamente aspirati via da tutto il resto del corpo per confluire lì, nella mani, dove fanno pazientemente riserva di vecchiaia, in attesa del primo cedimento.

Amos Oz, Non dire notte

Parata di luci

Ha attraversato in lungo e in largo l'appartamento, una dopo l'altra ha acceso le luci in ingresso, in cucina, in bagno e sopra la mia testa in salotto, sprigionando una scia di profumo sottile dal sentore di caprifoglio e tracciando davanti a sé una parata di luci elettriche come per accendere la pista del suo atterraggio. Tutto l'appartamento ne era abbacinato, strizzava gli occhi.

Amos Oz, Non dire notte

La sua solitudine

Sono arrivata a casa che era già buio, sfinita di caldo e stanchezza, e l'ho trovato seduto in poltrona, in salotto, al buio, muto. Un'altra pausa tecnica per rammentare che il mio daffare va tutto a spese della sua solitudine.

Amos Oz, Non dire notte

Liberare qualche lacrima

E'  incredibile come formule così trite, vedi per esempio la parola "perdonare" basta usarle al momento giusto e con equanime simpatia per riuscire a liberare qualche lacrima e portare una tregua. Cose da niente come queste fanno bene a chi si sente ferito, forse perché è stato ferito da Amosuno nonnulla.

Amos Oz, Non dire notte

mercoledì 13 febbraio 2019

Cecità dell'anima

C'è stato un tempo in cui il sorgere del sole mi stimolava grandemente, e il tramonto mi placava. Non più. Questa bella luce non illumina me; ogni bellezza per me è angoscia, giacché non posso goderne.

Herman Melville, Moby Dick 

martedì 12 febbraio 2019

Solitudine e preghiera

Quando si faceva buio, Anselmo provava sempre una sensazione di solitudine, e quella sera si sentiva così solo, che aveva dentro un gran vuoto, come per fame. Un tempo riusciva a vincere quel senso di solitudine pregando, e spesso, mentre rincasava dopo essere stato a caccia ripeteva un gran numero di volte la stessa preghiera e si sentiva meglio.

Ernest Hemingway, Per chi suona la campana 

sabato 9 febbraio 2019

Persone che siamo

Un grande dolore, che comincio a comprendere solo adesso: il cuore non si sceglie. Non possiamo obbligarci a desiderare ciò che è bene per noi o per gli altri. Non siamo noi a determinare il tipo di persone che siamo.

Donna Tartt, Il cardellino 

Venatura della realtà

Penso a ciò che mi disse Hobie: la bellezza cambia la venatura della realtà. E continuo a pensare anche a una verità più convenzionale: ovvero, che la ricerca della bellezza pura è una trappola, una scorciatoia per l'amarezza e il dolore, che la bellezza dev'essere sempre associata a qualcosa di più profondo.

Donna Tartt, Il cardellino 

giovedì 7 febbraio 2019

Sapere e surfing

L'idea che 'capire' e 'sapere' significhi entrare in profondità con ciò che studiamo fino a raggiungerne l'essenza è una bella idea che sta morendo: la sostituisce l'istintiva convinzione che l'essenza delle cose non sia un punto ma una traiettoria, non sia nascosta in profondità ma dispersa in superficie, non dimori dentro le cose, ma si snodi fuori da esse, dove realmente incominciano, cioè ovunque. In un paesaggio del genere, il gesto di 'conoscere' deve essere qualcosa di affine al solcare velocemente lo scibile umano ricomponendo le traiettorie sparse che chiamiamo idee, o fatti, o persone. Nel mondo della rete a quel gesto hanno dato un nome preciso: surfing.

Alessandro Baricco, I barbari

Mutazione della sapienza

Se voi entrate in Google e digitate 'capolavoro letterario' chi è che vi indirizzerà abbastanza velocemente a incocciare la Recherche di Proust? Dei critici letterari? Solo in parte, in minima parte: a spingervi lì saranno siti di cucina, meteo, informazione, turismo, fumetti, cinema, volontariato, automobili, e perché no, pornografia. Lo faranno direttamente o indirettamente, come sponde di un biliardo: voi siete la biglia, Proust è la buca. E allora io mi chiedo: da che genere di sapienza deriva il giudizio che la rete ci dà e che ci conduce a Proust? Ha un nome, una roba del genere? Ecco cosa c'è da imparare da Google, è quel nome. Io non saprei trovarlo, ma credo di intuire la mossa che nomina. Una certa rivoluzione copernicana del sapere, per cui il valore di un'idea, di un'informazione, di un dato, è legato non principalmente alle sue caratteristiche intrinseche, ma alla sua storia. È come se dei cervelli avessero iniziato a pensare in altro modo: per essi un'idea non è un oggetto circoscritto, ma una traiettoria, una sequenza di passaggi, una composizione di materiali diversi.

Alessandro Baricco, I barbari 

mercoledì 6 febbraio 2019

Mercanti e bisogni

I grandi mercanti non creano bisogni: li soddisfani.

Alessandro Baricco, I barbari 

martedì 5 febbraio 2019

Non smettere di leggere libri

Così attraversiamo tempi cupi, e siamo come terra in cui passano eserciti, saccheggiando. Nessuno sembra in grado di vincere, per cui è difficile vedere la fine. Ogni giorno che passa, diminuiscono le scorte: di forza, di bellezza, di rispetto, di umanità, perfino di umorismo. Niente che non abbiamo già vissuto, in passato: ma noi che non immaginavamo questo, è questo che dobbiamo proprio vivere? C’è qualcosa che possiamo fare, per cambiare l’inerzia di questa disfatta?

Che io sappia, ammettere che la gente ha ragione. Riprendere contatto con la realtà e accorgersi del casino che abbiamo combinato. Mettersi immediatamente al lavoro per ridistribuire la ricchezza. Tornare a occuparci di giustizia sociale. Staccare la spina alle vecchie élites novecentesche e affidarsi alle intelligenze figlie del Game: farlo con la dovuta eleganza ma con ferocia. Dare un significato nuovo a parole come progresso e sviluppo, quello che hanno è ormai avvelenato. Liberare le intelligenze capaci di portarci fuori dal pensiero unico del There Is No Alternative. Smetterla di dare alla politica tutta l’importanza che le diamo: non passa da lì la nostra felicità. Tornare a fidarci di coloro che sanno, appena vedremo che non sono più gli stessi. Buttare via i numeri con cui misuriamo il mondo (primo fra tutti l’assurdo Pil) e coniare nuovi metri e misure che siano all’altezza delle nostre vite. Riacquistare immediatamente fiducia nella cultura, tutti, e investire sull’educazione, sempre. Non smettere di leggere libri, tutti, fino a quando l’immagine di una nave piena di profughi e senza un porto sarà un’immagine che ci fa vomitare. Entrare nel Game, senza paura, affinché ogni nostra inclinazione, anche la più personale o fragile, vada a comporre la rotta che sarà del mondo intero. Usarlo, il Game, come una grande chance di cambiamento invece che come un alibi per ritirarci nelle nostre biblioteche o generare diseguaglianze economiche ancora più grandi. Ritirare su tutti i muri che abbiamo abbattuto troppo presto; abbatterli di nuovo non appena tutti saranno in grado di vivere senza di loro.

    Lasciare che i più veloci vadano avanti, a creare il futuro, riportandoli però tutte le sere a cenare al tavolo dei più lenti, per ricordarsi del presente. Fare la pace con noi stessi, probabilmente, perché non si può vivere bene nel disprezzo o nel risentimento.

Respirare. Spegnere ogni tanto i nostri device. Camminare. Smetterla di sventolare lo spettro del fascismo.
Pensare in grande. Pensare.

Alessandro Baricco, E ora le élite si mettano in gioco

Medietà e genio

La medietà è veloce. Il genio è lento. Nella medietà il sistema trova una circolazione rapida delle idee e dei gesti: nel genio, nella profondità dell'individuo più nobile, quel ritmo è spezzato. Un cervello semplice trasmette messaggi più velocemente, un cervello complesso li rallenta.

Alessandro Baricco, I barbari

lunedì 4 febbraio 2019

Vini senz'anima

Vini senz'anima. Nel suo piccolo, il microcosmo del vino descrive l'avvento, a livello planetario, di una prassi che, salvando il gesto, sembra (ho detto sembra) disperderne il senso, la profondità, la complessità, originaria ricchezza, la nobiltà, perfino la storia. Una mutazione molto simile a quella che cercavamo.

Alessandro Baricco, I barbari

venerdì 1 febbraio 2019

Mondo perduto

Mi sentivo annegare nella vastità, non solo quella del tempo e dello spazio, ma anche e soprattutto quella, insormontabile, tra le persone. E con un'ondata di vertigine pensai a tutti quei posti in cui ero stato e a tutti quelli in cui non ero stato mai, un mondo perduto, enorme, imperscrutabile, un dedalo di vicoli e di città, di rovine e immensi spazi ostili, coincidenze mancate cose perse e mai ritrovate.

Donna Tartt, Il cardellino

Minuscolo frammento

A volte per capire il mondo nel suo insieme, puoi solo focalizzarti su un minuscolo frammento, concentrandoti su quello che hai a portata di mano per ricavarne il paradigma di ogni cosa.

Donna Tartt, Il cardellino  

Quelle che ami troppo

La mia esperienza è questa: stai lontano da quelle che ami troppo. Sono loro che ti uccideranno! Quello che ti serve per vivere ed essere felice è una donna che abbia la sua vita e ti permetta di vivere in pace la tua.

Donna Tartt, Il cardellino 

Bellezza profonda

Ed è questo che fanno tutti i veri maestri. Rembrandt. Velázquez. L'ultimo Tiziano. Giocano. Si divertono. Costruiscono l'illusione... ma appena ti avvicini un po', ecco che il trucco si svela e appaiono i segni del pennello. Astratti, ultraterreni. Una bellezza diversa e molto, molto più profonda. La cosa in sé e il suo contrario.

Donna Tartt, Il cardellino