venerdì 28 febbraio 2020

Secchio dopo secchio

Nel buddismo, lo strumento per compiere il lavoro di sviluppo interiore è la meditazione. Anche nelle favole, per arrivare all'uomo che si trova sotto lo stagno occorre togliere l'acqua secchio dopo secchio, un lavoro ripetitivo esteso nel tempo; non vi è nulla di entusiasmante nello svuotare uno stagno, lavorare presso un forno iscandescente o nelle vigne battute dal sole, giorno per giorno, anno dopo anno. Ma un lavoro interiore di questo genere, inteso a prendere coscienza della propria psiche è di per sé un'iniziazione, un processo di tempratura che di solito implica una sorta di fervore. Occorre disciplina per tollerare il fervore, per perseverare. Ma il risultato sarà padronanza, perdita dell'ingenuità, raggiungimento di un ordine interiore che non si può ottenere senza la disciplina, il fervore, la discesa nella parte più oscura di noi stessi e la paura. Persino le sconfitte spirituali che subiremo serviranno a temprarci.

Jon Kabat Zin, Dovunque tu vada ci sei già 

Nessun commento:

Posta un commento