venerdì 29 settembre 2023

Lottare contro il tempo

Qui a Itaca Ulisse dovrà combattere contro un nemico ancora più forte del Ciclope. Dovrà affrontare la propria irà e le proprie passioni, e domarle, non dovrà lasciarsi indebolire dai ricordi e dal tempo passato che gli viene incontro. Questo tocca ai mortali: lottare contro il tempo che scorre più forte di loro.

Giulio Guidorizzi, Ulisse l'ultimo degli eroi

mercoledì 20 settembre 2023

Cuore paziente

Lo so bene anch'io che Penelope non può starti alla pari, non è cosí bella, non è cosí saggia. Sarà invecchiata, avrà fili bianchi nei capelli. Lo so. Sul viso delle nostre donne il tempo passa, disegna delle rughe, ma io so che saprò vedere la sua bellezza anche oltre quelle rughe. Tanti anni sono trascorsi; tu sei una dea sempre giovane, sempre perfetta, lei è una creatura mortale. No, non può starti alla pari. Ma anche così voglio tornare a casa, da lei, dalla mia gente, e se i miei genitori sono morti voglio versare offerte sulla loro tomba, è l'unico conforto che abbiamo noi mortali: loro sono svaniti nel luogo sconosciuto della morte. Voglio risentire gli odori della mia terra, stare tra il mio popolo. Itaca non è bella come la tua isola, è una terra aspra, pietrosa; e i suoi abitanti sono piccole persone, pastori, marinai, non conoscono le arti e la bellezza. Ma è la mia patria, io sono il loro re. Sono disposto a riattraversare il mare, e se un dio mi perseguiterà ancora, sopporterò come ho già sopportato tutto. Ho un cuore paziente.

Giulio Guidorizzi, Ulisse, l'ultimo degli eroi 

Studiare da adulto

«Che cosa vuoi diventare da grande, ragazzo mio, banchiere, commerciante o magari professore? Se ti applichi nello studio, arriverai dove vuoi. Come disse rabbi Elisha ben Abuya, studiare da piccolo è come scrivere con l'inchiostro su carta nuova. Chi invece comincia a studiare da adulto è come inchiostro su carta porosa, non ha forza. Capisci, ragazzo mio?». Osservando quella gente, Georg provava una avversione ancora maggiore per gli studi. Con quelle barbe, gli occhiali, gli zucchetti posati sulla sommità del cranio, quel loro tedesco ampolloso e infarcito di espressioni ebraiche, apparivano ridicoli agli occhi del ragazzino. Se questo è il risultato delle ore passate sui libri, tanto vale lasciar perdere!

Israel Joshua Singer, La famiglia Karnowsky

martedì 19 settembre 2023

L’ultimo istante: ricordi del passato come un fiume

La Sirena era vicinissima e lo guardava: una donna meravigliosa dalla cui bocca spalancata usciva una nota alta e interminabile. Dentro quegli occhi, Ulisse cominciò a scorgere i volti dei suoi compagni, di Penelope, di suo padre, di sua madre, centinaia di altri volti scorrevano davanti a lui, tutti i suoi ricordi mescolati: Achille che trascinava per la pianura il corpo di Ettore, Telemaco appena nato tra le braccia, il corpo di Penelope avvinghiato al suo, la prima volta che aveva ucciso un uomo, il Ciclope con un palo conficcato nell'occhio, e il profumo della pelle di Circe. Ogni istante del suo passato gli sfilò davanti, come in un fiume. Poteva sentire la corrente della sua vita fluire come se fosse sulla rıva e il passato tornasse presente, per un istante, e il tempo scivolasse nella direzione opposta, verso il passato. La voce delle Sirene era altissima. Poi, silenzio. Le immagini svanirono.

Giulio Guidorizzi, Ulisse, l'ultimo degli eroi 

mercoledì 13 settembre 2023

Storia del vento e del sole

Quelli furono gli ultimi giorni della guerra, riprese Menelao. Da tempo Ulisse cercava di convincerci che Troia non l'avremmo mai presa con la forza, bisognava che fossero i Troiani ad aprirci le porte senza volerlo, bisognava pensare una trappola. Achille non avrebbe mai accettato una soluzione del genere, ma Achille era morto. Ulisse continuava a ripetere la vecchia storia del vento e del sole, che conoscono tutti i bambini: chi dei due, scommisero, sarebbe stato capace di togliere il mantello a un viandante? Prima il vento, soffiò e soffiò, ma più soffiava più il viandante si stringeva nel mantello. Quando toccò al sole, iniziò a sfolgorare sempre più caldo sino al punto che il viandante si sfilò da solo il mantello. Cosi dobbiamo fare noi, andava dicendo a Ulisse, dobbiamo fare in modo che i Troiani si tolgano il mantello da soli, perché sopra le mura non ci saliremo mai con la forza.

Giulio Guidorizzi, Ulisse, l'ultimo degli eroi

martedì 12 settembre 2023

Aiace

Dopo Achille, senza paragoni il piú forte era Aiace, l'eroe di Salamina. Un gigante, pieno di cicatrici, un uomo che non fuggí mai, e in cento occasioni salvò i suoi compagni. Superava tutti gli altri di un'intera testa. Non era capace di mentire, dalla sua bocca usciva sempre e solo il suo pensiero. Questo fu il suo danno, perché un principe deve essere valente in battaglia, ma anche bravo in assemblea, a parlare e a dare i consigli e a volte deve dissimulare. Ad Aiace gli dèi avevano fatto solo il primo di questi doni.

Giulio Guidorizzi, Ulisse, l'ultimo degli eroi

Elena

Troppo bella per ogni uomo, e un cuore in cui nessuno avrebbe potuto fare breccia. Elena lo guardò, come se dieci anni non fossero mai passati. No, una donna così non sarebbe mai stata sottomessa. Non aveva paura. Non pregò, non supplicò. Non abbassò gli occhi.

Giulio Guidorizzi, Ulisse l'ultimo degli eroi

Rieducazione contadina e ‘stravaganza borghese’

«Nostalgico, forse» disse Chen, immergendo le fette di zenzero nelle scodelle dell'aceto. Una era crepata, proprio come ai vecchi tempi, come in quel pomeriggio con suo cugino Peishan. All'inizio degli anni Settanta, Peishan era stato uno dei primi giovani istruiti ad "andare nelle campagne per essere rieducato dai contandini poveri." Prima di partire da Shanghai, Peishan aveva portato Chen in quel ristorante, il quale, come gli altri locali dell'epoca, era frequentato soltanto da operai, "secondo la gloriosa tradizione del Partito all'insegna del duro lavoro e della vita semplice." I piaceri della tavola erano considerati una stravaganza borghese e decadente. La gente doveva mangiare in modo frugale e dedicarsi alla rivoluzione. Un gran numero di ristoranti di lusso vennero chiusi. II Nanxiang fortunatamente sopravvisse, grazie ai suoi prezzi incredibilmente bassi: una vaporiera di bambù costava soltanto ventiquattro centesimi, che qualunque lavoratore avrebbe potuto permettersi. Per almeno tre ore, quel pomeriggio Peishan e Chen attesero pazientemente il loro turno. 

Qiu Xiaolong, Di seta e di sangue

sabato 9 settembre 2023

Industrie di massa dello scarto umano

Il nostro mondo, con la sua spinta compulsıva e ossessiva alla «modernizzazione», ha sviluppato fin dall'inizio due industrie di massa dello «scarto umano», - quelle che ho tentato di analizzare in Vite di scarto. Una di tali industrie è quella della costruzione di ordine (che non può far altro che produrre massicciamente rifiuti umani, soggetti inadatti», esclusi dalla società ordinata come si deve - «normale»). L'altra industria, detta «progresso economico», sforna enormi quantità di avanzi umani: esseri che non hanno alcun posto nell'«economia», alcun ruolo utile da svolgere, alcuna opportunità per guadagnarsi da vivere, almeno nei modi considerati legali, raccomandati o almeno tollerabili. Lo Stato sociale (welfare) è stato un tentativo ambizioso di smantellare progressivamente queste due industrie. È stato un progetto ambizioso (forse troppo) per includere tutti e rimuovere gradualmente le prassi di esclusione sociale fino a farle scomparire del tutto. Efficace per molti aspetti, anche se carente per tanti altri versi, lo Stato sociale viene a sua volta progressivamente smantellato, mentre le industrie che producono scarti umani sono state riattivate e lavorano a pieno ritmo: la prima produce «estranei» («senza documenti», immigrati illegali, falsi profughi e «indesiderabili» di ogni tipo), l'altra crea «consumatori difettosi». Entrambe producono in massa una «sottoclasse», che non è una «classe inferiore» situata all'ultimo gradino della scala delle classi, ma è formata da coloro che non si collocano in alcuna classe sociale, e sono stati espulsi dal sistema delle classi della «società normale».

Zygmunt Bauman, Vite che non possiamo permetterci


mercoledì 6 settembre 2023

Ospite, dono degli dei

Chi sei tu? Di chi sei figlio? Qual è la tua patria? Furono le prime domande che fecero. Ma nessuno avrebbe scacciato Telemaco, non si al- lontanava uno sconosciuto a meno che non fosse un maledetto e un contaminato. Un ospite, uno xénos, è un dono degli del, insegnavano i vecchi ai piú giovani. A chiunque un giorno sarebbe potuto capitare di essere accolto. Lo straniero doveva essere ospitato, e gli si dovevano offrire doni. E lui a sua volta poi avrebbe ricambiato. Nessuno appartiene soltanto a se stesso e alla sua famiglia, oltre questa cerchia ci sono altri uomini cortesi e generosi: lí si tormava la rete delle amicizie e delle alleanze che si propagavano aI generazione in generazione.

Giulio Giudorizzi, Ulisse l'ultimo degli eroi

domenica 3 settembre 2023

Provare

Non possiamo sapere quello che siamo in grado di fare finché non ci proviamo.

Qui Xialong, Di seta e di sangue