Era giorno di interrogazioni, e quando l'insegnante aprì il registro, fu come se ne uscisse un'aria mefitica, un odore di tomba scoperchiata. - Oggi interroghiamo... - disse. Seguì una pausa raggelante. Il futuro del paese si rattrappì, alcuni in posa fetale, altri tappandosi le orecchie, altri scomparendo sotto il banco, altri guardandosi negli occhi come a implorare reciproco aiuto, perché in quel momento tutti erano uguali, un povero sparuto branco di uccellini davanti al fucile puntato. - Zeffirini! - sparò il fucile. Le membra si decontrassero e i visi si distesero, molti sorrisero scambiandosi caramelle. Tutti guardarono poi Zeffirini, l'uccellino colpito, che si dirigeva con le alette basse verso la cattedra, mentre un'unica voce sembrava accompagnarlo, solidale, nel suo cammino: Cazzi tuoi, sfigato.
Stefano Benni, L'ultima lacrima
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