domenica 31 marzo 2019

Viaggiare apre la mente

"Se magnava polenta e ongia," racconta del suo paese d'origine località Casoni, ai piedi delle colline di Bassano del Grappa. Alla facoltà di Medicina a Padova ci andava col treno e la bicicletta, ogni santissimo giorno. Niente soldi per una stanza in città. Racconta che quando suo padre apprese che lui, fresco di laurea, stava per andare in Somalia anziché farsi una posizione in Italia, non brontolò ma disse: "Benissimo, ho fatto l'emigrante anch'io. Parti, che viaggiare apre la mente.

Paolo Rumiz, Il bene ostinato 

Frenesia e pigrizia

A Nord la ricchezza, ma anche le facce annoiate, un eterno coprifuoco sorvegliato da videocamere l'invasione del superfluo, una frenesia che non lascia più spazio al pensiero e al sentimento. A Sud la miseria e lo sfruttamento, ma anche la solidarietà, il sorriso, il piacere dimenticato della pigrizia, le strade piene di vita e di gente. E poi lo spazio immenso, la luce, i colori.

Paolo Rumiz, Il bene ostinato 

Relazionarsi agli altri

Anche quella bici, pensai, faceva parte della filosofia del professor Canova. Quella che comprende la necessità di relazionarsi agli altri in modo francescano, silenzioso, privo di arroganza, senza motori e carrozzerie rutilanti. Pensai anche che, di fronte al compito che mi ero assunto, in un certo senso mi toccava pedalare.

Paolo Romiz, Il bene ostinato

Conta anche l'anima

Il suo motto era Euntes, curate infirmos, "abbiate cura dei malati, voi che andate". Il chiodo fisso, mi aveva spiegato don Dante, era la formazione degli uomini, nel senso di prepararli, e non solo professionalmente. Contava anche l'anima, la motivazione con cui rispondere a una chiamata cosi forte.

Paolo Rumiz, Il bene ostinato 

venerdì 29 marzo 2019

Rivoluzione digitale e movimento

Non si capisce molto della rivoluzione digitale se non si ricorda che i nonni di quelli che la iniziarono avevano combattuto una guerra in cui milioni di uomini erano morti per difendere la fissità di un confine o nel tentativo di spostarlo di qualche chilometro, a volte di qualche centinaio di metri. Pochi anni dopo l'isolamento delle élite l'immobilismo culturale degli uomini e il ristagno piombato delle informazioni avevano portato i loro padri a vivere in un mondo in cui si poteva fare Auschwitz senza che nessuno lo sapesse, a sganciare una bomba atomica senza che la riflessione sull'opportunità di farlo riguardasse più di una manciata di persone.

Alessandro Baricco, The game

Affidarsi alle macchine

L'istinto che ha a saltare le mediazioni non confligge col suo ossessivo affidarsi alle macchine per il semplice fatto che per lui quelle macchine NON SONO MEDIAZIONI. Sono articolazioni del suo stare al mondo.

Alessandro Baricco, The game

Estensione di sé o mediazione

Definire un computer una mediazione è una cosa ragionevole per un'uomo novecentesco, ma una sciocchezza per un millennial: che considera le macchine un'estensione di sé stesso, non un qualcosa che media il suo rapporto con le cose.

Alessandro Baricco, The game

Saltare le mediazioni

Quegli umani che cercavano ovunque la presa diretta sul mondo e sistematicamente saltavano tutte le mediazioni, siamo stati i padri di un'idea esattamente contraria: aumentare la loro esperienza grazie alla mediazione di una macchina.

Alessandro Baricco, The game

giovedì 28 marzo 2019

Rumore del mondo

Nella mia anticamera tengo sempre una banda musicale - le disse un giorno. - Essa ha l'ordine di suonare senza smettere mai, e questa cosa mi rende due eccellenti servigi. Impedisce ai rumori del mondo di raggiungere i miei appartamenti privati e fa pensare al mondo che il ballo continua.

Henry James, Ritratto di signora 

Punto di vista

Quando io critico qualcosa,  il mio punto di vista ce l'ho; ed è americano in tutto e per tutto!
- Cara la mia ragazza - disse la signora Touchett - ci sono tanti punti di vista al mondo quante sono le persone di buon senso in grado di averne. Mi dirai che per questo non saranno molto numerosi! Un punto di vista amercano? Per nulla al mondo; è disgustosamente limitato. Il mio punto di vista, grazie a Dio, è mio personale.

Henry James, Ritratto di signora 

lunedì 25 marzo 2019

La bussola

Per non perdermi troppo userò una bussola che non mi ha mai deluso: la paura. Segui le orme della paura, e troverai casa: quella tua e quella degli altri.

Alessandro Baricco, The game

venerdì 22 marzo 2019

Saranno le donne a salvarci

Saranno le donne a salvarci - disse il vecchio: - cioè le migliori fra loro: bisogna distinguere. Trovatene una buona e sposatevela, vedrete che la vita acquisterà molto più interesse per voi.

Henry James, Ritratto di signora 

Giovani pigri

A venti anni io ero arrivato ad un alto grado di sviluppo. Lavoravo con le unghie e con i denti. Non vi annoiereste se aveste qualcosa da fare: ma tutti voi giovanotti state troppo in ozio. Pensate troppo al vostro piacere. Siete troppo esigenti, e troppo pigri, e troppo ricchi.

Henry James, Ritratto di signora 

Ora del te

In circostanze adatte, poche ore nella vita sono più piacevoli dell'ora dedicata alla cerimonia nota col nome di tè del pomeriggio. Vi sono circostanze in cui, sia che si prenda sia che non si prenda parte al tè (per non parlare di chi il tè non lo prende mai) la situazione è in se stessa deliziosa. Quelle che ho in mente nel dare inizio a questa semplice storia offrivano una mirabile scenografia a un onesto modo di passare il tempo.

Henry James, Ritratto di signora 

giovedì 21 marzo 2019

Ordine, metodo, progettualità

Con gli occhi gonfi di lacrime, mi aveva raccontato che in Paul si era verificato un cambiamento; fin da Reading e dal suo ricovero in ospedale, lui le aveva fatto da medico e da domestico. La mattina si alzava, le preparava una spremuta d'arance e gliela portava a letto. La accompagnava fino alla stazione della metropolitana, e da lí a casa le sere in cui aveva lezione in centro. Ordine, aveva detto Libby, metodo, progettualità, riuscita... tutto questo ora dava significato ai loro giorni. C'era questo e c'era quello, ma se ci fosse passione, se ci fossero piacere e amore, su questo.lei non era stata affatto chiara.

Philip Roth, Lasciar andare

lunedì 18 marzo 2019

Guardare al passato

Quando si legge il testo di un filosofo del passato, tanto più di un passato lontanissimo, non ci si può illudere di identificarsi completamente con esso. Dopo tutto, se per esempio leggo e studio il testo di un filosofo greco, io rimango pur sempre un individuo nato in Italia da una certa famiglia, che ha ricevuto una certa educazione e vissuto determinate esperienze e che nutre certi interessi, tutte cose che mi differenziano dall'autore greco. Ma ciò non significa che io, tenendo conto di queste differenze, non possa cercare e magari riuscire a capirlo, almeno per alcuni aspetti proprio come può, a volte ma non sempre, avvenire tra figli e padri o allievi e insegnanti. Guardando al passato si è messi di fronte al fatto che è stato anche possibile pensare le cose in modi diversi dai nostri.

Giuseppe Cambiano, Sette ragioni per amare la filosofia 

Altri

Gli altri sono, bene o male, la prova che noi stiamo vivendo.

Flaiano

Solitudine

Il colonnello Aureliano Buendia [...] comprese a malapena che il segreto di una buona vecchiaia non è altro che in patto onesto con la solitudine. 

Gabriel Garcia Márquez, Cent'anni di solitudine 

giovedì 14 marzo 2019

Vita e scienza

La vita, in fondo, è come la scienza: vivere significa incontrare difficoltà e cercare di superarle. E le difficoltà si vincono solo una alla volta.

Paul Dirac

Unità e tutto

Il greco Plutarco racconta che ad Atene era stata costruita, in ricordo ai un antico evento una nave chiamata la nave di Teseo la quale ogni anno veniva riparata, sostituendone via via le parti di legno deteriorate, saldando le nuove al resto, sinché si era arrivati a sostituirne tutte le parti conservare intatta la struttura originaria. Ciò pone ai filosofi, secondo Plutarco, la domanda se la nave fosse ancora la stessa, dal momento che conservava svolgeva le medesime funzioni della nave originaria, o fosse invece diversa, dal momento che era cambiato totalmente il materiale di cui era fatta in origine. Questa domanda si collega alla questione del significato della nozione di "tutto": un tutto è la somma delle sue parti, per cui sostituendone alcune con altre, il tutto non è più lo stesso oppure il tutto è dato dal modo in cui sono organizzate e connesse le parti, per cui se questo mondo continua a essere lo stesso, il tutto sarà lo stesso, anche se le singole parti sono mutate?

Giuseppe Cambiano, Sette ragioni per amare la filosofia 

Identità e memoria

Se la vita consistesse solo in una successione di sensazioni o pensieri scollegati tra loro l'identità non ci sarebbe o, meglio, si risolverebbe in una serie di punti indipendenti l'uno dall'altro, mancherebbe un centro, un «io», che li unifichi in un tutto. Sovente anche i filosofi hanno indicato nella memoria che ciascuno ha delle persone e degli eventi più importanti della sua vita ciò che assicura la permanenza identica di sé stessi pur nel mutare del tempo. Ciascuno è in grado di raccontare la propria storia e questa storia è la sua identità. Pare che il regista Luis Buñuel affermasse: «Si deve incominciare a perdere la memoria, anche solo brandelli di ricordi, per capire che in essa consiste la nostra vita. Senza memoria la vita non è vita e la morte non è che una sorta di amnesia finale, che
cancella una vita intera. Si avverte qui la drammaticità del morbo di Alzheimer, che ha tra le sue manifestazioni la perdita progressiva di memoria, oltre che delle capacità verbali e motorie.

Giuseppe Cambiano, Sette ragioni per amare la filosofia

mercoledì 13 marzo 2019

Lavoro

Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono [...]. Per esaltare il lavoro, nelle cerimonie ufficiali viene mobilitata una retorica insidiosa cinicamente fondata sulla considerazione che un elogio o una medaglia costano molto meno di un aumento di paga e rendono di più; però esiste anche una retorica di segno opposto, non cinica ma profondamente stupida, che tende a denigrarlo, a dipingerlo vile, come se del lavoro, proprio od altrui, si potesse fare a meno... come se chi sa lavorare fosse per definizione un servo, e come se, per converso, chi lavorare non sa, o sa male, o non vuole, fosse per ciò stesso un uomo libero.

Primo Levi, La chiave a stella

giovedì 7 marzo 2019

Responsabilità nelle parole dette

E' dunque enorme la responsabilità nelle parole dette, per gli effetti positivi o negativi che possono produrre su altri. C'è una morale anche nell'uso delle parole, anche di quelle generali usate nella vita quotidiana senza rendersi sempre conto della loro portata Di qui l'importanza del lavoro linguistico che si può trovare negli scritti dei filosofi, protesi al chiarimento di significati, a non creare confusioni o mistificazioni nell'uso delle parole, un lavoro che può contribuire al loro uso responsabile. Può aiutare a chiedere conto a chi le usa, che cosa intende dire, cioè a rispondere. Cosa che non sempre fanno o sanno fare quelli che le usano, specie nelle sfere pubbliche della politica o del mercato.

Giuseppe Cambiano, Sette ragioni per amare la filosofia 

Presunzione di conoscenza

Già gli antichi filosofi avevano ravvisato la forma più grave di ignoranza nella presunzione di conoscere quello che non si sa. Riconoscere di essere ignoranti in molte cose è allora un aspetto importante per assumere un atteggiamento filosofico, ossia interessato a colmare, quanto più possibile, le proprie zone di ignoranza, che sono sempre inevitabilmente ampie, specialmente oggi con la crescente specializzazione nei vari ambiti e con la tendenza a  una accettazione passiva di quanto si trova scritto su Internet.

Giuseppe Cambiano, Sette ragioni per amare la filosofia 

martedì 5 marzo 2019

L'uomo senza filosofia

L'uomo senza filosofia disse nel secolo scorso Bertrand Russell passa attraverso la vita chiuso nei  pregiudizi dettati dal senso comune, dalle opinioni più comuni del suo tempo e del suo paese, e dalle convinzioni cresciute nella sua mente senza la cooperazione né il consenso della volontà e della ragione. Per un tale uomo il mondo tende a divenire definito, finito, ovvio; gli oggetti della vita quotidiana non pongono problemi, e le possibilità insolite vengono respinte con disprezzo.

Giuseppe Cambiano, Sette ragioni per amare la filosofia

Eroi smidollati

Perlomeno le donne, quando si rendono conto che nella vita devono fare determinate cose schifose, le fanno e basta. Gli uomini invece vogliono essere eroi. Vogliono essere nobili e responsabili, ma poi sono cosí smidollati. 

Philip Roth, Lasciar andare 

lunedì 4 marzo 2019

Mio padre piangeva

Alla mia sinistra mio padre piangeva. Me n'ero accorto solo a metà dell'ultimo atto. Allora avevo allungato una mano oltre il bracciolo che ci separava e gli avevo toccato la manica. Sotto il programma di sala - in modo che Gruber non se ne accorgesse - gli avevo preso la mano e l'avevo tenuta stretta finché il sipario non si era chiuso, e si erano accese le luci. Mi dicevo che era un uomo impossibile e mi dicevo che giocava sporco, ma, nel buio, potevo dirmi quello che volevo, ma lui infelice era e infelice restava.

Philip Roth, Lasciar andare 

domenica 3 marzo 2019

Filosofia di vita

Un uomo deve avere una filosofia di vita, una giustificazione per il suo mestiere, e la miaè questa. Quando invecchi, cominci a domandarti perché fai quello che fai. Non puoi andare avanti senza darti delle ragioni.

Philip Roth, Lasciar andare 

sabato 2 marzo 2019

Rifugiarsi nell'ironia

Mi rifugiai nell'ironia, cosa che alla lunga non ha mai protetto nessuno da niente. 

Philip Roth, Lasciar andare 

venerdì 1 marzo 2019

Perdere le staffe

E' quando le donne  si mettono a fare domande sulle valvole che gli uomini finiscono per perdere le staffe. Herz scattò quasi in piedi. Libby, è dal Michigan che quel motore batteva in testa. Sono due anni che quel pistone si stava incrinando, o quel che è. Da Detroit. Perché non pensi a come siamo stati fortunati... con quell'auto abbiamo fatto migliaia di chilometri. Smettila di vedere tutto nero... pensa quanto l'abbiamo sfruttata. E non preoccuparti per l'auto. L'ho venduta. Non ce l'abbiamo piú. Dimenticatela!

Philip Roth, Lasciar andare