venerdì 23 dicembre 2022

Passare la prima giovinezza

Già. Si va avanti. E il tempo, anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una linea d'ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro.

Linea d'ombra, Joseph Conrad

martedì 20 dicembre 2022

Trasferire le api

Prudentemente, con movimenti lenti, iniziai a darmi da fare per trasferire le api. Individuai la regina e la spostai nell'arnia nuova, dove si trovò ben presto a suo agio. Le altre api la seguirono.
La mia calma le contagiò. Una tranquillità assoluta mi pervadeva, tanto che decisi di sfilarmi i guanti e lavorare a mani nude. Le api lo accettarono, si lasciavano controllare,
addomesticare.
Immaginai tutte le ore che avrei passato qui fuori, solo io e loro nella quiete indisturbata, in reciproca contemplazione, con una sempre crescente fiducia.

La storia delle api, Maja Lunde 

domenica 18 dicembre 2022

Insieme sono l’alveare

E poi, finalmente, diventa ape bottinatrice. Esce dall'alveare, vola, sola, lasciando che le ali la portino da una pianta all'altra, intercetta il dolce nettare dei fiori, il polline e l'acqua, chilometro dopo chilometro. E sola qui fuori, ma è sempre comunque parte di una comunità. Sola non è niente, una parte talmente piccola da essere insignificante, ma insieme alle altre è tutto. Perché insieme sono l'alveare.

La storia delle api, Maja Lunde

sabato 17 dicembre 2022

Bere tè

Un po' aiuta... Bere tè. Era questo il suo piano? Non fare niente, restarsene li seduto e basta. Cosi passivo, senza volontà di cambiare le cose, di prendere in mano la situazione, di agire.

La storia delle api, Maja Lunde

mercoledì 7 dicembre 2022

Impollinazione manuale

Con leggerezza cercavo di trasferirne invisibili
quantità dal contenitore all'albero. Ogni singolo fiore doveva essere impollinato con un piccolo pennello di piume di gallina, galline selezionate proprio a quello scopo.

La storia delle api, Maja Linde

sabato 3 dicembre 2022

Divennero eroi

Si trovarono nel luogo sbagliato, nel momento sbagliato e divennero eroi.

Dal libro primo della Cronaca degli Whill

Lucas George, Guerre stellari

martedì 22 novembre 2022

Ombra che cammina

La vita è un'ombra che cammina, un povero attore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, significante niente

William Shakespeare, Macbeth

giovedì 3 novembre 2022

Solo saziato

"Voi che alla retta vita ci esortate
e ad evitare il fango del peccato,
prima di tutto fateci mangiare
e poi parlate pure a perdifiato.
Voi che alla vostra ciccia tenete e al nostro onore,
date ascolto, sappiatelo, è cosí:
solo saziato l'uomo può farsi migliore!
Pochi discorsi, il punto è tutto qui."


L'opera da tre soldi, Bertold Brecht

Rimorsi di coscienza

" Quel povero Brown! L'incarnazione dei rimorsi di coscienza. E un tipo simile vuol fare il comandante della polizia. Sono contento di non avergli fatto una scenata. A tutta prima ci avevo pensato, ma poi ho riflettuto a tempo che un cupo sguardo condannatore gli avrebbe prodotto una ben piú forte impressione. E l'ho imbroccata. L'ho guardato, e lui s'è messo a piangere a dirotto. È un giochetto che ho imparato leggendo la Bibbia. "

Opera da tre soldi, Bertold Brecht 

lunedì 31 ottobre 2022

Cyrano

Bizzarro, eccessivo, stravagante, ridicolo e perciò penso avrebbe dato a Jacques Callot la maschera più folle dello spadaccino:
cappello a triplo pennacchio su un arricciato giubbino,
mantella che, da dietro, alza senza fallo 
la spada come la coda insolente di un gallo,
più fiero di tutti gli Artabani di cui la Guascogna
sarà per sempre di Madama Dorè la 
cicogna, porta seco, nel suo muso alla Pulcinella, un naso!... Signori, che pare una bacinella!...
Non si può vedere passar un tale nasone 
senza che qualcuno esclami: "Oh!, ma che esagerazione!".
Poi sorride e si dice: "Se lo toglierà, vedrai…
Ma Bergerac non lo toglie mai

Cyrano de Bergerac, Edmond Rostand

venerdì 28 ottobre 2022

Anima torturata

Fra la finzione e la realtà, fra quel che è inventato e quel che è dato, sta l'anima torturata di ciascuno.

Philp Roth, Lasciar andare

giovedì 13 ottobre 2022

Tradimento

Ma Mac! Come puoi guardarli negli occhi, una volta che li hai traditi e si può dire che penzolino già dalla forca? Come fai a stringergli ancora la mano?

L'opera da tre soldi, Bertold Brecht

sabato 8 ottobre 2022

Arrendersi

Poi, non avendo di meglio da fare, contó i soldi: palpo e fece schioccare ogni banconota come fanno gli uomini d'affari, ma la sensazione non era quella che provano glí uomini d'affari. Non era tanto che odiasse l'idea di spendere quel denaro: odiava se stesso per il fatto di doverlo spendere. Confusione. Una confusione terribile. Tornò al letto e si sdraió a faccia in giú, stringendo i soldi in mano. Com'era facile, com'era semplice e facile, pensò, la soluzione: lasciar andare, arrendersi, avere il bambino…

Philp Roth, Lasciar andare

Comprare cose

Solo da poco avevo cominciato ad apprezzare il piacere di spendere soldi per me stesso; da bambino e da ragazzo perlopiú erano gli altri a spendere per me. Ma con Libby, in quelle due ore buone di accumulazione da Brooks, scoprii nel capitalismo nuove opportunità, capii che peri russi le cose si non saranno cosí facili come forse si immaginano. C'è qualcosa di vivificante e di religioso nel comprarsi da vestire.

Philp Roth, Lasciar andare

Vecchiaia

Avevo quasi dimenticato che la maggior parte di coloro che si trovano in odore di eternità ha l'aspetto che da tale condizione consegue.

Philp Roth, Lasciar andare

domenica 2 ottobre 2022

Bene e buono della vita

«Sfugge alla nostra indagine che cosa sia il bene
e che cosa sia il buono nella vita.»
ARISTOTELE, Etica Eudemia, in Opere

sabato 1 ottobre 2022

Toccare davvero

È raro che i giovani sappiano quello che vogliono. È raro trovare un giovane che ha capito che cosa conta davvero nella vita. Di solito tentennano, si gingllano, mettendosi alla prova a vicenda. Non è una cosa sana, quel che sta succedendo a questa generazione. Loro 'chiavano', loro 'trombano', - disse, - e già da queste espressoni si capisce che cosa fanno. I giovani agguantano e brancicano, Paul. Ma non toccano davvero. 

Philp Roth, Lasciar andare

venerdì 30 settembre 2022

Artisti

"Tra «commuovere» e «dare ai nervi» naturalmente c'è differenza, mio caro. Sí, ho bisogno d'artisti. Soltanto gli artisti, oggi, sanno smuovere il cuore."

L'opera da tre soldi, Bertold Brecht

Lavoro e sentimento

"E ora il sentimento deve avere la sua parte. Altrimenti l'uomo si riduce a una bestia da lavoro."

L'opera da tre soldi, Bertold Brecht

sabato 10 settembre 2022

Molto perbene

Fin da quand'ero bambina ho sempre voluto essere Molto Perbene con le Persone.

Altre bambine volevano diventare infermiere o pianiste. Erano meno ipocrite. Io sono stata astuta, ho scelto subito una virtú e me la sono tenuta stretta. Ho sempre fatto le cose per il bene di qualcun altro. Per il resto della vita ho potuto rigirarmi le persone avendo la coscienza pulita. Adesso l'unica cosa che voglio dire è che non voglio dire niente.

Voglio rinunciare al privilegio che di solito si concede ai moribondi. Se scrivo è solo per dire che non ho disposizioni.


Philp Roth, Lasciar andare 

martedì 2 agosto 2022

Vita eterna

Ecco: una volta, Carlo mi disse che aveva paura della morte, ma che la vita eterna lo avrebbe atterrito molto di più. Vivendo in eterno, diceva, anche il più imbecille dei fessi sarebbe in grado di capire ogni cosa. E a quel punto non varrebbe più la pena di vivere.
Conoscere tutto, non avere più domande, non avere più curiosità, sarebbe negare la nostra stessa essenza di umani.

Marco Malvadi, Argento vivo

sabato 2 luglio 2022

Il giudice Somers

Ditemi come accade,
che io, il più erudito degli avvocati,
che conoscevo Blackstone e Coke
quasi a memoria, che feci il più gran discorso
che il tribunale avesse mai udito, e scrissi
un esposto che meritò l'elogio del pretore Breese

Ditemi come accade
che io sono sepolto qui, dimenticato, ignoto,
mentre Chase Henry, l'ubriacone della città,
ha una tomba di marmo, sormontata da un'urna,
su cui la Natura in un capriccio d'ironia
ha seminato un'erba in fiore?

Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River

Johnnie Sayre

Papà, non saprai mai
l'angoscia che mi strinse il cuore
per la mia disobbedienza, quando sentii
la ruota spietata della locomotiva
affondarmi nella carne urlante della gamba.

Mentre mi portavano dalla vedova Morris
vidi ancora nella valle la scuola
che marinavo per saltare di nascosto sui treni.
Pregai di vivere fino a chiederti perdono-
e poi le tue lacrime, le tue rotte parole di conforto!
Dalla consolazione di quell'ora ho ricavato una felicità infinita.
Sei stato saggio a scolpire per me:
«Strappato al male a venire».

Edgar Lee Master, "Antologia di Spoon River", Johnnie Sayre

sabato 11 giugno 2022

Cammino oblio dell'anima

Una delle particolarità del Cammino è quella di offrire al pellegrino — quali che siano le sue motivazioni - dei momenti di emozione religiosa inaspettati. Più la vita quotidiana del camminatore è prosaica, occupata da problemi di vesciche dolorose o di zaino troppo pesante, più quei momenti di spiritualità prendono forza. Il Cammino è da principio oblio dell'anima, sottomissione al corpo, alle sue miserie, alla soddisfazione dei suoi mille bisogni. E poi, rompendo questa routine laboriosa che ci ha trasformati in animale che marcia, sopravvengono quei momenti di pura estasi durante i quali, per il tempo dì un semplice canto, di un incontro, di una preghiera, il corpo si fende, cade a pezzi e libera un'anima che credevamo d'aver perduto. 

Il  cammino immortale. La strada per Santiago, Jean Cristopher Rufin 

giovedì 9 giugno 2022

Il pellegrino passa

Un pellegrino non arriva mai da nessuna parte. Passa, semplicemente. È immerso nel luogo in cui si trova (la sua condizione di appiedato lo mette in contatto diretto col posto e ì suoi abitanti) e al tempo stesso ne è più che mai lontano, perché il suo destino non è quello di restare. La sua fretta di partire, anche se lui si prende la briga di procedere lentamente, è insita in tutto il suo aspetto. È appena un turista: questi visita imonumenti a passo di corsa, ma se non altro è venuto per vederli. La ragione della presenza del pellegrino, invece, è da cercarsi altrove, alla fine del suo cimento, sul sagrato della cattedrale di Compostela. 

Il cammino immortale. La strada per Santiago. Jeans Cristopher Rufin

Miracolo del cammino

Forse è questa una delle motivazioni della partenza. In ogni caso, lo fu per me. A mano a mano che la vita vi foggia, vi carica di responsabilità e di esperienze, sembra sempre più impossibile diventare un altro, lasciare il pesante abito che i vostri impegni, ì vostri successi e i vostri errori hanno tagliato per voi. Il Cammino, invece, compie questo miracolo. 

Il cammino immortale. La strada per Santiago. Jeans Cristopher Rufin

sabato 28 maggio 2022

Chiudere il cerchio

Io sto benissimo. Sono in uno stato d'animo meraviglioso. Tutto quello che vedo, aspettando la mia fine, chiude il cerchio. Sai, c'era un famoso maestro zen e a un certo punto nella sua vita qualcuno gli chiede «Qual è il senso di tutto questo?» Allora lui prende un pennello cinese, lo tuffa nell'inchiostro e fa un cerchio. Questo è anche il mio sogno. È bello, no? Chiudere il cerchio. 

lo sto magnificamente. Rido tutto il tempo. Ma il mio corpo fa acqua da tutte le parti e sta per marcire. Per questo, l'esercizio al quale mi sono preparato negli ultimi tre o quattro anni è stato di distaccarmi dal mio corpo, di lasciarlo lì e di andarmene. Lasciarlo lì! 

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio 

domenica 22 maggio 2022

Molto è perso in un istante

Mi sarebbe impossibile dipingere lentamente all'aperto, anche se volessi... Non c'è nulla di stazionario in ciò che ci circonda. L'acqua si ritira costantemente; le nuvole cambiano forma mentre si spostano... 

Si deve dipingere rapidamente, perché molto è perso in un istante, e non lo si può più recuperare. 

Joaquin Sorolla 

domenica 3 aprile 2022

Piangeva piano

Piangeva piano per non disturbare questo dolente lavorio della memoria, pur piangendo schiacciava con le punte delle dita, sulla pelle intrisa, le lagrime che lente ma ininterrotte gli spicciavano dagli occhi.  

Alberto Moravia, Agostino 

sabato 2 aprile 2022

C’è un posto nel mondo

C'è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l'età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare…

Alda Merini

sabato 19 marzo 2022

Lago di Sorapis

....

Scoprimmo allora che cos'è l'età. Non ha nulla a che fare col tempo, è qualcosa che dice che ci fa dire siamo qui,

è un miracolo che non si può ripetere. Al confronto la gioventù è il più vile degli inganni.

Eugenio Montale, Ossi di Seppia

sabato 12 marzo 2022

Intelligenza delle domande

In letteratura è come in teologia: valgono le sole domande. O meglio: è l'intelligenza delle domande che costringe a elaborare risposte alla loro altezza. 

Come scrivere un romanzo giallo o di altro colore, Hansen Tuzzi

sabato 26 febbraio 2022

Rischio

Laddove è il rischio
Lì cresce ciò che salva

F. Holderin, Patmos

sabato 5 febbraio 2022

Vedere le cose

Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo

Talmud

Vita di coppia

«Mary, la vita di coppia è come un'officina, dove si aggiustano, si lucidano, si costruiscono e si cambiano i pezzi, ma dove non si vende o si compra nulla di nuovo. Ecco cos'è un matrimonio. Cambi i pezzi, ma per aggiustare quello che già hai».

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me 

Che traccia resterà della vita

Da giovani ci sì sente eterni, ma prima o poi arriva il momento in cui ci si chiede che traccia resterà della propria vita e istintivamente si guarda con avidità la persona alla quale appartieni. Scegli chi sarà il tuo prolungamento, che ti continuerà a mantenere vivo.

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me 

Felicità come conquista

La notte della vittoria, Mimì mi spiegò cosa fosse la felicità, quella che deriva dall'ambizione, però, e non dall'amore, perché per me la felicità che deriva da quest'ultimo era l'unica possibile. E per spiegarmelo mi disse che era pari pari a quando avevo imparato a leggere e a scrivere. 
«Prima non sai che ti manca qualcosa. Poi lo scopri e hai due strade. La prima è di restare senza niente. La seconda di conquistartela. E quando la ottieni, guardi quell'altra strada e pensi che hai vinto.» 
Più o meno questa conquista è la felicità. 

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me 

Donne essenza della famiglia

Mi resi conto che la mia famiglia, da generazioni, sebbene fosse stata composta da uomini straordinari, si era retta sul principio di matrilinearità. Era circondata, ma non riempita, dagli uomini. 
Sono state le donne l'essenza, le bretelle che hanno sorretto i destini e da cui dipendeva la direzione delle generazioni che si sono succedute. Nessuna decisione del mio bisnonno, del nonno, di mio padre o dei miei fratelli è stata così potente da condizionare la nostra vita, non come quelle della nonna. Forse le decisioni dei maschi della mia famiglia hanno segnato la loro di vita, con il lavoro, la politica, la scuola. Ma la determinazione, la magia, l'amore e la costanza con cui la nonna si è presa cura del propri uomini sono la storia della mia vita.

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

Tacchi larghi, comodi, rassicuranti

La mia famiglia dispensa pace. Tutti meriterebbero una famiglia come la mia. Una casa che durante le feste si trasforma in un enorme pacco dono. Infiocchettano perfinoi tre alberi all'esterno. Le radici dopo tutti questi anni hanno sollevato leggermente il marciapiede, ma sono la molla su cui saltelliamo tutti, prima di varcare la porta. E poi entri. Laluce è calda, la televisione accesa sulla santa messa o sulle ricette di Rai Uno. Qualcosa bolle in cucina, sempre. Scoppietta il camino, anche se fuori ci saranno diciotto gradi. È Natale, e il Natale prevede il fuoco, la cenere, i giornali che da settimane non si buttano in attesa di ottenere quella fiamma costante e profumata. Il frigorifero si apre e si chiude e il soffietto geme, perché non riposa mai, soprattutto in questo periodo. E tu lo distingui benissimo, quel rumore all'apertura. Come quello dei tacchi della mamma, che indossa scarpe eleganti, incastrate però nelle pattine. Li vedi spuntare sotto le gambe del tavolo. Quattro centimetri al massimo. Larghi, comodi e rassicuranti. Come dovrebbero essere, sempre, i tacchi di una madre. 

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

Per l'ospedale

Nulla a che fare con quelle che mia madre aveva accumulato negli anni, in buste trasparenti chiuse, con etichetta: «Per l'ospedale». Perché lei aveva questa perversa mania di conservare le cose più belle per circostanze che forse non si sarebbero mai manifestate, Ospedale, visita parenti, viaggi. Che poi di viaggi ne ha fatti proprio pochi nella vita. Del resto, lei sosteneva di avere tutto a portata di sguardo: mare, monti, cibo famiglia, lavoro. Perché doveva spostarsi per avere molto meno e a prezzo più caro? 

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze

lo ero, come Cristoforo Colombo, alla ricerca di nuovi mondi. La nonna mi prendeva in giro dicendo che volevo esplorare. 
«E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni», le rispondevo, citando appunto Cristoforo Colombo. 
«Ma tu non hai le tre caravelle», ribatteva lei. 
Per me l'esploratore non è altro che un sognatore. E se arrivai a Roma, non fu solo per incoscienza. Fu per trovare la mia America. 

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

Due mondi diversi

Lui a Natale va a mangiare con Î suoi genitori e la nonna, nel solito ristorante al circolo del golf. Io festeggio in casa con tanti parenti: una ventina di adulti e bimbi così numerosi che è difficile contarli. 
Lui è andato al concerto degli U2 e di Ligabue. Io per anni ho cantato le canzoni di Sanremo con il karaoke «Canta tu», chiusa nello scantinato di casa, fra le conserve, i sughi e i puponi essiccati. Aspettando Fiorello. 
Lui fa colazione al bar. Io la mattina mangiavo i panini con la frittata. 
Lui, appena suona la campanella il venerdì, scappa da McDonald's. Io non ho mai saputo cosa fosse McDonald's. In compenso cucino i falaoni, i frizzuli, so stirare, stendere i panni e faccio la conserva con le cugine. Perché la nonna mi ha insegnato così: «Devi saper fare, se ti vuoi maritare». 
Lui prende la metropolitana per andare a scuola o si fa accompagnare dall'autista del padre, Io andavo a scuola in bicicletta, ogni tanto aspettando che le pecore attraversassero la strada. 

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

Lei era la sua stella polare

Il nonno amava molto mia nonna Teresa. Senza sentimentalismi, Declinava quel sentimento attraverso la sua presenza. Non si staccò mai da lei. Anche quando diventò sindaco del paese, durante i comizi della Democrazia Cristiana prima, e del Partito Comunista poi, doveva averla davanti a sé. Ma lei, discreta e riservata com'era, la first lady non l'avrebbe mai saputa né voluta fare, Così avevano raggiunto un compromesso: lei lo avrebbe accompagnato, ma si sarebbe tenuta a distanza, E lui, in cambio, pretendeva almeno di sapere dove si sarebbe seduta. Doveva individuarla, prima di intervenire. Diceva che era per superstizione. Ma lo sapevamo tutti che in realtà lei era la sua stella polare. 

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

Sii brava

Mia madre aveva provato sulla sua pelle cosa volesse dire vivere senza acqua, senza finestre, senza fogne, sopravvivendo all'umido del tufo dei Sassi. Eppure non si era mai lamentata. La vita era quella e soltanto quella, per lei. Spesso si nasce, si vive e si muore senza che nessuno se ne accorga mai. E senza che si possa nemmeno immaginare un'alternativa possibile. Ma io avevo la possibilità di cambiare la storia. La sua storia. E lei era così fiera che, se le avesse conosciute, avrebbe trovato le parole per raccontare quella felicità. 
Mentre tirava fuori dal baule il mio abito da sposa commentò il tempo. «Ariu chiaru non ha paura di troni. Lassù qualcuno ti ama, Terè. Nu sacc' chi, u pecchià, ma pure lu Diu dice accussì.» 
Fuori effettivamente il cielo sembrava dare buoni segnali. E mamma proseguì con il suo testamento morale: «Fa' male e penza, fa' bbene e scorda, Terè. Ascolta a me, Sii sempre 'na brava 'uagliona. Dimm'a chi sì figgh' cà t' dic' a c'appartene. Appartene a noi. Sii brava, Sempre»

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

Occhio, palato e mano

Quando la mamma cucinava, io le stavo accanto e niente e nessuno mi distraeva. Perché il primo maestro è l'occhio, il secondo il palato, il terzo la mano, per quanto si pensi il contrario. 

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

Sciatta

Le finestre che danno su via Benevento sono quasi sempre chiuse. Perché entra il sole e il sole porta polvere e poi si deve pulire. E da noi, il bigliettino da visita per qualsiasi rapporto sociale è la pulizia. Più sei ordinata, più pulisci e più la tua reputazione sarà intatta. Diventerai celebre, come una star. In caso contrario, ti resterà appiccicato a vita quel nomignolo simile a una lettera scarlatta: vesciaur', che in dialetto vuol dire sciatta, che non si occupa della casa. 

Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me

domenica 9 gennaio 2022

Evitare ogni giudizio

Negli anni più vulnerabili della mia giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai più uscito di mente. 

«Quando ti viene la voglia di criticare qualcuno» mi disse, «ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu.» 

Il Grande Gatsby, Francis Scott Fitzgerald

Testamento

«Mie ultime volontà da rispettare. 

I. Sia lasciata passare in silenzio la mia morte. Agli amici, ai nemici preghiere, non che di parlarne sui giornali, ma di non farne pur cenno. Né annunzi né partecipazioni. 

II. Morto, non mi si vesta. Mi s'avvolga, nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso. 

III. Carro d'infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m'accompagni, né parenti né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta. 

IV. Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere; perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me. Ma se questo non sì può fare sia l'urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna di Girgenti, dove nacqui». 

Disposizioni testamentarie di Pirandello

venerdì 7 gennaio 2022

Responsabilità

Improvvisamente fu preso da una grande tristezza. Era la campagna buia che aveva intorno a ispirargliela. D'estate, per lo meno, c'erano j fuochi delle lucciole, O il cri-cri dei grilli. Il cri-cri dei grilli era triste, ma sempre meglio di quel vuoto, di quel silenzio. Gli erano tornate in mente le parole della moglie, che adesso dovevano pensare ai figlioli, Ma come? Nemmeno a sessant'anni uno poteva considerarsi esonerato dagli obblighi della vita? Che si diventava vecchi a fare, se nemmeno la vecchiaia scaricava dalle responsabilità! Gli torno in mente di una volta in carcere che aveva i figli piccoli: gli era preso lo sgomento, al pensiero che la moglie non riuscisse a cavarsela da sola.   

Carlo Cassola, Un uomo solo

mercoledì 5 gennaio 2022

Vivere

Ma l'animale che mi porto dentro
Non mi fa vivere felice mai
Si prende tutto anche il caffè
Mi rende schiavo delle mie passioni
E non si arrende mai e non sa attendere

Franco Battiato