«Non era un tipo del genere. Il suicidio è una fuga e lui affrontava sempre le cose. Era... si poteva contare su di lui. Era affidabile. Aveva una coscienza. Capisce cosa voglio dire?»
Isabel la guardò mentre parlava. La parola «coscienza» non si sentiva tanto spesso, cosa strana e in fondo in fondo preoccupante. Era dovuto alla scomparsa del senso di colpa dalla vita delle persone: non era una cosa negativa, da un certo punto di vista, perché i sensi di colpa avevano provocato infelicità immotivata a profusione. Però il senso di colpa aveva anche una funzione: spingeva ad agire eticamente. Era una censura necessaria, che sottolineava le azioni sbagliate e rendeva perciò possibile il comportamento etico.
Alexander McCall Smith, Il club dei filosofi dilettanti
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