domenica 28 novembre 2010
Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da argenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all'umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d'oro
e l'albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l'assenzio
di una sopravvivenza negata.
Alda Merini
Anima smarrita
Hospes comesque corporis
Quae nunc adibis in loca
Pallidula, rigida, nudula
Nec, ut soles, dabis iocos
Piccola anima smarrita e soave,
Compagna e ospite del corpo,
Ora ti appresti a scendere in luoghi
Incolori, ardui e spogli
Ove non avrai più gli svaghi consueti
Adriano
sabato 27 novembre 2010
No ceiling
When I can feel
That there's nothing left to be concealed
Moving on a scene surreal
No, my heart will never
Will never be far from here
Sure as I am breathing
Sure as I'm sad
I'll keep this wisdom in my flesh
I leave here believing more than I had
And there's a reason I'll be
A reason I'll be back
As I walk
The Hemisphere
Got my wish
To up and disappear
I been wounded
I been healed
Now for landing I been
Landing I been cleared
Sure as I'm leaving
Sure as I'm sad
I'll keep this wisdom
In my flesh
I leave here believing
More than I had
This Love has got
No Ceiling
Arriva il mattino
quando riesco a sentire che
non è rimasto niente da cui nascondersi
mi muovo in una scena surreale
no, il mio cuore non sarà mai,
non sarà mai lontano da qui
sicuro come il fatto che sto respirando
sicuro come il mio essere triste
terrò questa saggezza nella mia carne
me ne vado da qui credendo più di prima
e c'è una ragione, una ragione per cui tornerò
mentre cammino per l'emisfero
ho il desiderio di sollevarmi e scomparire
sono stato ferito, sono stato guarito
adesso per atterrare, per atterrare sono stato liberato
sicuro come il fatto che sto respirando
sicuro come il mio essere triste
terrò questa saggezza nella mia carne
me ne vado da qui credendo più di prima
questo amore non ha un tetto
Eddie Vedder
Rise
You can never know
Just where to put all your faith
And how will it grow
Gonna rise up
Burning black holes in dark memories
Gonna rise up
Turning mistakes into gold
Such is the passage of time
Too fast to fold
Suddenly swallowed by signs
Low and behold
Gonna rise up
Find my direction magnetically
Gonna rise up
Throw down my ace in the hole
Questo è il modo in cui va il mondo
non puoi mai sapere
dove mettere tutta la tua fede
e come crescerà
mi solleverò
bruciando dei buchi neri nei ricordi bui
mi solleverò trasformando gli errori in oro
questo è il modo in cui passa il tempo
troppo veloce da domare
improvvisamente ingoiato dai segni
guarda!
mi solleverò
troverò la mia direzione magneticamente
mi solleverò
giocherò il mio asso nella manica
Eddie Vedder
Le mail ti raggiungono ovunque con BlackBerry® from Vodafone!
venerdì 26 novembre 2010
Prendi e vai
Dovrai farlo in regime d'economia, niente motel, preparati il mangiare da solo e, come regola generale, spendi il meno possibile, perché così ti ritroverai ad apprezzare immensamente ogni cosa. Spero che la prossima volta che ti vedrò sarai un uomo con una sfilza di nuove esperienze e avventure alle spalle. Non esitare o indugiare in scuse.
Prendi e vai. Sarai felice di averlo fatto.
Jon Krakauer - Nelle terre estreme
lunedì 22 novembre 2010
domenica 21 novembre 2010
Eraclito e l'unità dei contrari
L'armonia del mondo non risiede nella conciliazione dei contrari, ossia nel raggiungimento di una quiete morta, bensì nel mantenimento del conflitto. La vita è lotta e opposizione e la sua armonia risiede proprio in questo fatto, senza di cui non ci sarebbe l'essere.
Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero
Eraclito e panta réi
Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero
Eraclito e l'anima
Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero
Pitagora e Metenpsicosi
Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero
Anassimene e l’aria
Come Talete, Anassimene riconosce come principio una materia determinata, che è l’aria; ma a tale materia riconosce i caratteri del principio di Anassimandro: l’infinità e il movimento incessante. Egli vedeva nell’aria anche la forza che anima il mondo.
Il mondo è come un animale gigantesco che respira: e il respiro è la sua vita e la sua anima. Dall’aria nascono tutte le cose che sono, che furono e che saranno, e anche gli dei e le cose divine. L’aria è il principio di ogni movimento e di ogni mutamento. Il modo in cui l’aria determina la trasformazione delle cose, il processo di rarefazione e di condensazione. Rarefacendosi, l’aria diventa fuoco, condensandosi diventa vento, poi nuvola e, condensandosi ancora, acqua, terra e quindi pietra.
Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero
Anassimandro e giustizia
«tutti gli esseri devono, secondo l’ordine del tempo, pagare gli uni agli altri il fio della loro ingiustizia».
La legge di giustizia che Solone riteneva dominatrice del mondo umano, legge che punisce la prevaricazione e la prepotenza, diventa legge cosmica, legge che regola la nascita e la morte dei mondi. Ma qual è l’ingiustizia che tutti gli esseri commettono e che tutti devono espiare? Probabilmente essa è dovuta alla costituzione stessa e quindi alla nascita degli esseri, dato che nessuno di essi può evitarle, né può sottrarsi alla pena. Ora la nascita è la separazione degli esseri dalla sostanza infinita. Evidentemente questa separazione è la rottura dell’unità che è propria dell’infinito; è il subentrare della diversità, quindi del contrasto, là dove erano l’omogeneità e l’armonia. Con la separazione quindi si determina la condizione propria degli esseri finiti: molteplici, diversi e contrastanti tra loro, perciò inevitabilmente destinati a scontare con la morte la loro stessa nascita e ritornare all’unità.
Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero
Anassimandro e separazione
Anassimadro si è anche posto il problema del processo attraverso il quale le cose derivano dalla sostanza primordiale. Tale processo è la separazione. La sostanza infinita è animata da un eterno movimento, in virtù del quale si separano da esso i contrari: caldo e freddo, secco e umido, etc. per mezzo di questa separazione si separano i mondi infiniti, che si succedono secondo un ciclo eterno. Per ogni mondo il tempo della nascita, della durata e della fine è segnato.
Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero
Anassimadro e ápeiron
Anassimandro per primo chiamò la sostanza unica col nome di principio (arché); e riconobbe tale principio non nell’acqua o nell’aria o in altro particolare elemento, ma in un principio infinito o indeterminato (ápeiron) dal quale tutte le cose hanno origine e nel quale tutte le cose si dissolvono, quando è terminato il ciclo stabilito per esse da una legge necessaria. Questo principio infinito abbraccia e governa ogni cosa; per suo conto è immortale e indistruttibile, quindi divino.
Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero
Talete e l'acqua
Metafisica - Aristotele
Sostanza primordiale
Essi (scuola ionica di Mileto) denominano tale sostanza «arche'» (=principio), intendendo, con questo concetto, la "materia" da cui tutte le cose derivano e la "forza" o "legge" che spiega la loro nascita o morte. Da cio' l'«ilozoismo» e il «panteismo» di questi primi filosofi: ilozoismo (dal greco "materia vivente") in quanto essi ritengono che la materia primordiale sia fornita da una forza intrinseca che la fa muovere; panteismo (dal greco "tutto e' Dio") poiche' tendono a identificare il principio eterno del mondo con la divinita'.
Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero
sabato 20 novembre 2010
Estate
sorretto da un'insensata voglia di equilibrio
e resto qui sul filo di un rasoio
ad asciugar parole
che oggi ho steso e mai dirò
Negramaro
Umile testimonianza
"Catherine Leroux, per cinquattraquattro anni di servizio nella stessa fattoria, una medaglia d'argento del valore di venticinque franchi!".
"Dov'e', dove' Catherine Leroux?" ripeteva il consigliere...
Si vide farsi avanti sul palco una vecchietta tutta timorosa, che sembrava ancor più piena di grinze nei suoi poveri vestiti. Portava grossi zoccoli di legno e, intorno a i fianchi, un grande grembiule azzurro. Il viso, magro, era circondato da una cuffietta senz'orlo ed era più grinzoso di una mela appassita. Le maniche della camicetta rossa lasciavano vedere un paio di lunghe mani dalle articolazioni nodose. La polvere dei granai, la potassa della lisciva e l'untume delle lane le avevano talmente incrostate, screpolate, indurite, che sembravano sporche nonostante fossero state lavate nell'acqua chiara. A forza di avere servito, quelle mani erano rimaste semiaperte, e pareva rappresentassero da se' sole l'umile testimonianza di tante sofferenze subite. Qualche cosa come una rigidezza monacale, dava risalto all'espressione del suo viso. Nulla di triste o di tenero ammorbidiva quel suo sguardo chiaro. Una lunga dimestichezza con gli animali le aveva insegnato il loro mutismo e la loro tranquillita'. Era la prima volta che si vedeva al centro di una compagnia tanto numerosa e, nonostante dentro di se' fosse intimidita dalle bandiere, dai tamburi, da quei signori in marsina nera e dalla Legion d'onore del consigliere, restava immobile, non sapendo se dovesse farsi avanti o fuggire, incapace com'era di comprendere perche' la folla la spingesse avanti e i membri della giuria le sorridessero. Cosi' stava, davanti a quei borghesi esilaranti, quel mezzo secolo di servitu'.
...
Quand'ebbe presa la sua medaglia, essa la guardo' con attenzione. Allora un sorriso beato le spiano' il viso.
Madame Bovary - G. Flaubert
venerdì 19 novembre 2010
mercoledì 17 novembre 2010
Etica
"do' molta importanza all'etica della persona e all'etica delle istituzioni, due cose disgiunte ma che si congiungono nell'uomo. L'etica delle persone vuol dire il senso della dignità, propria e per il proprio prossimo: quindi rispetto per la persona umana. Le istituzioni sono la forza di una società. E' necessario il culto delle istituzioni; occorre interpretarle, rispettarle, accrescerne la dignità. Mi è molto cara la parola dignità."
..................
"Occorre suscitare nei giovani speranze, ideali nei quali credere, e per i quali impegnarsi, per cui operare, con forza, con fiducia."
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Gli antichi greci quando volevano augurare il massimo della felicità ad una persona, dicevano: "che tu possa vedere i figli dei tuoi figli".
intervista a C.A. CiampiIstituzioni
Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli (1806)
Mutazioni casuali
La fisica dei supereroi - J. Kakalios
domenica 14 novembre 2010
Mai mollare
lasciamo stare la Fede chissà qual'è il Dio giusto se sta di sopra di sotto o se ce l'abbiamo dentro in qualche venuzza dei piedi ma dare uno scopo a quella briciolina che siamo non è poi un pensiero da buttar via anche se darsi un senso è un po' come cercare di acchiappare al volo una farfalla se si posa forse ce la fai ma se vola a zigzag come fanno loro è dura durissima anzi impossibile prenderla con le mani però io ci provo perché provarci è bello sento che è bello sento che mi piace e se un giorno avrò un figlio gli insegnerò che provarci è bello e forse una mattina mentre apro la posta sarà la farfalla a volare sulla mia mano dov'è che l'avevo letto che lo zigzag è una variante fantastica della linea retta in ogni caso mai mollare questo l'ho capito mai mollare è questo il modo migliore per diventare migliori
A corpo morto - V. FranceschiniVocabolario
ma lo sai che non me l'immaginavo che un vocabolario potesse essere così interessante quasi più che leggere un romanzo perché anche il vocabolario ha una sua trama che va per mille sentieri con mille sorprese pugnare vuol dire combattere voce dotta dal latino pugna e pugnale si chiama così perché si tiene in pugno mentre invece veleno viene da Venere e vuol dire filtro amatorio ma ogni tanto nella notte fra una parola e l'altra c'è anche un grido o uno sparo perché il thriller non l'hanno mica inventato gli scrittori o i registi del cinema, l'hanno inventato i vocabolari uniti del mondo che con tutti i loro aggettivi e sostantivi complicativi e nomi e pronomi clandestini che piovono giù dal greco dal latino dall'arabo e da chissà dove se li sai leggere t'insegnano cos'è questa vita di colore nel senso di bastarda meticcia però bella
A corpo morto - V. Franceschini
Artisti
Disegnavi così bene, ecco, questo si, disegnavi benissimo e quando a sedici anni dicesti farò il pittore io fui contento, tua madre un po' meno, la sera a letto diceva i pittori patiscono la fame. (Apre gli occhi) Non aveva tutti i torti, il mondo non sa che farsene degli artisti quando sono vivi. Gli artisti sono un bene incurabile nel corpo sano della merda. Devono morire perché la merda trionfi e le classi non c'entrano. Siamo naturalmente portati al male e quando l'hai capito non ce l'hai più fatta. Proprio come Majakovskij. Anime nobili. Anime inutili e un po' storte, che mandate al macero voi stesse e quelle dei pochi che vi capiscono. (Toglie la mano da sotto il lenzuolo, la guarda) Che beffa, eh? Tutti schiavi del caos, uomini e cammelli. E tutti, ricchi e poveracci, non passeremo mai per quella cruna. Caro mio, urlare e bestemmiare è troppo facile, l'assenza del cielo te la devi conquistare e costa più fatica che conquistare Cuba. Io ci ho messo cinquant'anni, beh, almeno questo l'ho fatto. Sai, si sta bene con una spugna al posto del cuore. Accettarsi con tutte le porcherie dell'anima è una fatica che nemmeno Ercole avrebbe sopportato.
A corpo morto - V. Franceschini
Rivoluzioni
le rivoluzioni son belle fino al giorno prima. Ma il giorno dopo, mentre sei lì che cerchi di costruire l’uomo nuovo da sotto al letto sbuca fuori l’homo sapiens che ti frega l’orologio e il sol dell’avvenire.
A corpo morto - V. Franceschini
Male nell'uomo
In quanto alle ingiustizie del mondo ci sono sempre state e non c'è rivoluzione che possa eliminarle perché il male è nell'uomo, in quelle brutte bestie incarognite che siamo noi, adesso che sei freddo l'avrai capito. Ma quand'eri caldo dov'è che guardavi? Non le vedevi le facce di quelli che urlavano insieme a te nei cortei? Credi davvero che volessero un mondo più giusto? Ne ho conosciuti tanti così, nel '68, li ho visti da vicino, mi viene da ridere. Povero Ho-ci-min. Vuoi saperlo perché sfasciavi le vetrine e bruciavi i cassonetti? Perché i problemi di fondo è più comodo affrontarli di sghimbescio e lo sghimbescio è il cassonetto che brucia. Sissignore, con la sua fiammata ipocrita e furbetta incendia il presente e sposta la verità un po' più in là... al mese venturo, all'anno venturo, alla vita ventura. E' un piccolo big-bang-fai-da-te col quale tenti di rigenerare il tuo sfigatissimo universo personale, altro che.
A corpo morto - V. Franceschini
Giovinezza
Senti, mi dispiace, non sarò stato un buon padre ma tu come figlio sei stato proprio un pezzo di merda, lascia che te lo dica, con tutta quella gioventù che ti usciva dagli occhi senza che mai ti fermassi a riflettere su quel che facevamo io e tua madre, mai a farci un pensiero su, c'eri soltanto tu a sputare nel piatto dalla mattina alla sera. Che bel disprezzo ti eri costruito! Se voglio ricordare un tuo sorriso devo guardare le foto di quand'eri piccolo. E' proprio vero che la giovinezza è bella quando non c'è più. Ma sono stato giovane anch'io e non ho fatto nessuna tragedia, ho solo aspettato che passasse.
A corpo morto - V. Franceschini
Memoria del cuore
A corpo morto - V. Franceschini
Angoscia
A corpo morto - V. Franceschini
sabato 13 novembre 2010
mercoledì 10 novembre 2010
Bicchier d'acqua
Il tempo e' cambiato in un batter di ciglia. E' proprio vero che anche le peggiori tempeste a volte si risolvono in un bicchier d'acqua!
lunedì 8 novembre 2010
Libro
G. Flaubert - Madame Bovary
Attesa
G. Flaubert - Madame Bovary
Cambiamenti
C. Darwin
Il viaggio
Si parte. Le luci si accendono. Il motore romba.
Alla prima curva mi accorgo pero' che e' una battaglia diversa dalle altre: la strada e' un invaso d'acqua, e non si vede nulla! Ci vuole un immane gioco di memoria per ricordarsi il percorso, per intuire quando e' il momento di curvare, per immaginare quando sotto quella colonna d'acqua si nasconde una buca profonda, per dedurre che da quella strada inclinata sta scivolando un treno d'acqua che come un fiume che esce dall'ansa si incanala per la via più veloce che trova. E allora pensi, anche se non hai il tempo di pensare, e vedi in un angolo della tua mente un'immagine remota, che come un fulmine che illumina la notte ti balena avanti agli occhi: e' come quando eri bambino e c'era la pioggia, e, incurante di arrivare asciutto a scuola, tuffavi i tuoi piedi sulle pozzanghere lungo la strada, curando di cercare quelle più profonde, con la certezza di raggiungere la soddisfazione di sentire quello "splash", quel suono, quella musica che accompagna ogni tuffo, e che ti faceva salire verso l'alto la curvatura della bocca, in un sorriso di gaia felicita'.
E intuisci che gia' da allora avevi capito che cio' che conta non e' la meta, ma il viaggio.
E sorridi di questa scoperta, divertendoti a guidare nel temporale come con una'acquascooter nel mare.
domenica 7 novembre 2010
Felicita'
Madame Bovary - Gustave Flaubert
sabato 6 novembre 2010
Dovere quotidiano
Madame Bovary - Gustave Flaubert
giovedì 4 novembre 2010
Uscire in balcone
Viaggio da Fermo - A. Ferracuti
Scrittore
Viaggio da Fermo - A. Ferracuti
Andare
Centomila punture di spillo - F. Rampini e CM De Benedetti
martedì 2 novembre 2010
Nei giardini che nessuno sa
Un gran freddo dentro l’anima,
fa fatica anche una lacrima a scendere giù.
Troppe attese dietro l’angolo,
gioie che non ti appartengono.
Questo tempo inconciliabile gioca contro te.
Ecco come si finisce poi,
inchiodati a una finestra noi,
spettatori malinconici,
di felicità impossibili…
Tanti viaggi rimandati e già,
valigie vuote da un’eternità…
Quel dolore che non sai cos’è,
solo lui non ti abbandonerà mai, oh mai!
E’ un rifugio quel malessere,
troppa fretta in quel tuo crescere.
Non si fanno più miracoli,
adesso non più.
Non dar retta a quelle bambole.
Non toccare quelle pillole.
Quella suora ha un bel carattere,
ci sa fare con le anime.
Ti darei gli occhi miei,
per vedere ciò che non vedi.
L’energia, l’allegria,
per strapparti ancora sorrisi.
Dirti si, sempre si,
e riuscire a farti volare,
dove vuoi, dove sai,
senza più quei pesi sul cuore.
Nasconderti le nuvole,
quell’inverno che ti fa male.
Curarti le ferite e poi,
qualche dente in più per mangiare.
E poi vederti ridere,
e poi vederti correre ancora.
Dimentica, c’è chi dimentica
Distrattamente un fiore una domenica
E poi… silenzi. E poi silenzi.
Nei giardini che nessuno sa
Si respira l’inutilità.
C’è rispetto grande pulizia,
è quasi follia.
Non sai come è bello stringerti,
ritrovarsi qui a difenderti,
e vestirti e pettinarti si.
E sussurrarti non arrenderti
nei giardini che nessuno sa,
quanta vita si trascina qua,
solo acciacchi, piccole anemie.
Siamo niente senza fantasie.
Sorreggili, aiutali,
ti prego non lasciarli cadere.
Esili, fragili,
non negargli un po' del tuo amore.
Stelle che ora tacciono,
ma daranno un segno a quel cielo.
Gli uomini non brillano
Se non sono stelle anche loro.
Mani che ora tremano,
perché il vento soffia più forte…
non lasciarli adesso no.
Che non li sorprenda la morte.
Siamo noi gli inabili,
che pure avendo a volte non diamo.
Dimentica, c’è chi dimentica,
distrattamente un fiore una domenica
e poi silenzi. E poi silenzi
Renato Zero