domenica 28 novembre 2010

Le più belle poesie

Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da argenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all'umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d'oro
e l'albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l'assenzio
di una sopravvivenza negata.

Alda Merini

Anima smarrita

Animula vagula, blandula
Hospes comesque corporis
Quae nunc adibis in loca
Pallidula, rigida, nudula
Nec, ut soles, dabis iocos

Piccola anima smarrita e soave,
Compagna e ospite del corpo,
Ora ti appresti a scendere in luoghi
Incolori, ardui e spogli
Ove non avrai più gli svaghi consueti

Adriano

sabato 27 novembre 2010

No ceiling

Comes the morning
When I can feel
That there's nothing left to be concealed
Moving on a scene surreal
No, my heart will never
Will never be far from here

Sure as I am breathing
Sure as I'm sad
I'll keep this wisdom in my flesh
I leave here believing more than I had
And there's a reason I'll be
A reason I'll be back

As I walk
The Hemisphere
Got my wish
To up and disappear

I been wounded
I been healed
Now for landing I been
Landing I been cleared

Sure as I'm leaving
Sure as I'm sad
I'll keep this wisdom
In my flesh

I leave here believing
More than I had
This Love has got
No Ceiling

Arriva il mattino
quando riesco a sentire che
non è rimasto niente da cui nascondersi
mi muovo in una scena surreale
no, il mio cuore non sarà mai,
non sarà mai lontano da qui

sicuro come il fatto che sto respirando
sicuro come il mio essere triste
terrò questa saggezza nella mia carne
me ne vado da qui credendo più di prima
e c'è una ragione, una ragione per cui tornerò

mentre cammino per l'emisfero
ho il desiderio di sollevarmi e scomparire

sono stato ferito, sono stato guarito
adesso per atterrare, per atterrare sono stato liberato

sicuro come il fatto che sto respirando
sicuro come il mio essere triste
terrò questa saggezza nella mia carne

me ne vado da qui credendo più di prima
questo amore non ha un tetto

Eddie Vedder

Rise

Such is the way of the world
You can never know
Just where to put all your faith
And how will it grow

Gonna rise up
Burning black holes in dark memories
Gonna rise up
Turning mistakes into gold

Such is the passage of time
Too fast to fold
Suddenly swallowed by signs
Low and behold

Gonna rise up
Find my direction magnetically
Gonna rise up
Throw down my ace in the hole

Questo è il modo in cui va il mondo
non puoi mai sapere
dove mettere tutta la tua fede
e come crescerà

mi solleverò
bruciando dei buchi neri nei ricordi bui
mi solleverò trasformando gli errori in oro

questo è il modo in cui passa il tempo
troppo veloce da domare
improvvisamente ingoiato dai segni
guarda!

mi solleverò
troverò la mia direzione magneticamente
mi solleverò
giocherò il mio asso nella manica

Eddie Vedder
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venerdì 26 novembre 2010

Prendi e vai

Spero davvero, Ron, che non appena ti sarà possibile, lascerai Salton City, attaccherai una roulotte al camion e comincerai a goderti il grande lavoro che il Signore ha compiuto nell'Ovest americano. Vedrai cose, conoscerai gente e ti insegneranno molto.
Dovrai farlo in regime d'economia, niente motel, preparati il mangiare da solo e, come regola generale, spendi il meno possibile, perché così ti ritroverai ad apprezzare immensamente ogni cosa. Spero che la prossima volta che ti vedrò sarai un uomo con una sfilza di nuove esperienze e avventure alle spalle. Non esitare o indugiare in scuse.
Prendi e vai. Sarai felice di averlo fatto.

Jon Krakauer - Nelle terre estreme

lunedì 22 novembre 2010

Ritrovo

Oggi ritrovo a pranzo con la vecchia guardia .... Sempre più spelacchiata!

domenica 21 novembre 2010

Eraclito e l'unità dei contrari

In molti ritengono che un opposto possa esistere senza l'altro (ad esempio il bene senza il male) oppure che la vita possa essere un porto tranquillo. La legge segreta del mondo risiede proprio nella stessa connessione dei contrari, che, in quanto opposti, lottano tra loro, poiché «l'uno vive la morte dell'altro, vivendo solo l'uno in virtù dell'altro».
L'armonia del mondo non risiede nella conciliazione dei contrari, ossia nel raggiungimento di una quiete morta, bensì nel mantenimento del conflitto. La vita è lotta e opposizione e la sua armonia risiede proprio in questo fatto, senza di cui non ci sarebbe l'essere.

Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero

Eraclito e panta réi

Eraclito è considerato il filosofo del divenire, in quanto concepisce il mondo come un flusso perenne, in cui tutto scorre (panta réi), analogamente alla corrente di un fiume le cui acque non sono mai le stesse: «non è possibile discendere due volte lo stesso fiume, né toccare due volte una sostanza mortale nello stesso stato; per la velocità del movimento, tutto si disperde e si ricompone di nuovo, tutto viene e va».

Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero

Eraclito e l'anima

Filosofo vero è per Eraclito colui che abbandonando l'ingannevole mondo delle idee comuni, sa riflettere in solitudine, scandagliando con acume la propria anima, la quale, essendo senza confini, offre il campo a una ricerca senza fine: «io ho indagato me stesso»; «tu non troverai i confini dell'anima per quanto vada innanzi, tanto profonda è la sua ragione».

Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero

Pitagora e Metenpsicosi

E' la teoria della trasmigrazione dell'anima, dopo la morte, in corpi di animali o di altri uomini. Pitagora considerava il corpo come una prigione dell'anima e la vita corporea come una punizione. La filosofia e' la via per liberare l'anima dal corpo, via che esige la sapienza da un lato e dall'altro i riti purificatori. La scienza viene cosi' ad assumere per i pitagorici il valore di un mezzo per purificare l'anima e condurla alla salvezza e alla liberazione.

Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero

Anassimene e l’aria

Come Talete, Anassimene riconosce come principio una materia determinata, che è l’aria; ma a tale materia riconosce i caratteri del principio di Anassimandro: l’infinità e il movimento incessante. Egli vedeva nell’aria anche la forza che anima il mondo.

Il mondo è come un animale gigantesco che respira: e il respiro è la sua vita e la sua anima. Dall’aria nascono tutte le cose che sono, che furono e che saranno, e anche gli dei e le cose divine. L’aria è il principio di ogni movimento e di ogni mutamento. Il modo in cui l’aria determina la trasformazione delle cose, il processo di rarefazione e di condensazione. Rarefacendosi, l’aria diventa fuoco, condensandosi diventa vento, poi nuvola e, condensandosi ancora, acqua, terra e quindi pietra.

Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero

Anassimandro e giustizia

«tutti gli esseri devono, secondo l’ordine del tempo, pagare gli uni agli altri il fio della loro ingiustizia».

La legge di giustizia che Solone riteneva dominatrice del mondo umano, legge che punisce la prevaricazione e la prepotenza, diventa legge cosmica, legge che regola la nascita e la morte dei mondi. Ma qual è l’ingiustizia che tutti gli esseri commettono e che tutti devono espiare? Probabilmente essa è dovuta alla costituzione stessa e quindi alla nascita degli esseri, dato che nessuno di essi può evitarle, né può sottrarsi alla pena. Ora la nascita è la separazione degli esseri dalla sostanza infinita. Evidentemente questa separazione è la rottura dell’unità che è propria dell’infinito; è il subentrare della diversità, quindi del contrasto, là dove erano l’omogeneità e l’armonia. Con la separazione quindi si determina la condizione propria degli esseri finiti: molteplici, diversi e contrastanti tra loro, perciò inevitabilmente destinati a scontare con la morte la loro stessa nascita e ritornare all’unità.

Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero

Anassimandro e separazione

Anassimadro si è anche posto il problema del processo attraverso il quale le cose derivano dalla sostanza primordiale. Tale processo è la separazione. La sostanza infinita è animata da un eterno movimento, in virtù del quale si separano da esso i contrari: caldo e freddo, secco e umido, etc. per mezzo di questa separazione si separano i mondi infiniti, che si succedono secondo un ciclo eterno. Per ogni mondo il tempo della nascita, della durata e della fine è segnato.

Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero

Anassimadro e ápeiron

Anassimandro per primo chiamò la sostanza unica col nome di principio (arché); e riconobbe tale principio non nell’acqua o nell’aria o in altro particolare elemento, ma in un principio infinito o indeterminato (ápeiron) dal quale tutte le cose hanno origine e nel quale tutte le cose si dissolvono, quando è terminato il ciclo stabilito per esse da una legge necessaria. Questo principio infinito abbraccia e governa ogni cosa; per suo conto è immortale e indistruttibile, quindi divino.

Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero

Talete e l'acqua

Talete dice che il principio e' l'acqua, percio' anche sosteneva che la terra sta sopra l'acqua; prendeva forse argomento dal vedere che il nutrimento di ogni cosa e' umido e persino il caldo si genera e vive nell'umido; ora cio' da cui tutto si genera e' il principio di tutto.

Metafisica - Aristotele

Sostanza primordiale

Il pensiero dei primi filosofi si incentra soprattutto sul problema della realta' primaria. Di fronte allo spettacolo multiforme e cangiante del mondo, costituito da una molteplicita' di cose in continuo mutamento, gli ionici si convincono che, al di sotto di tutto, esiste una realta' unica ed eterna, di cui cio' che esiste e' passeggera manifestazione.
Essi (scuola ionica di Mileto) denominano tale sostanza «arche'» (=principio), intendendo, con questo concetto, la "materia" da cui tutte le cose derivano e la "forza" o "legge" che spiega la loro nascita o morte. Da cio' l'«ilozoismo» e il «panteismo» di questi primi filosofi: ilozoismo (dal greco "materia vivente") in quanto essi ritengono che la materia primordiale sia fornita da una forza intrinseca che la fa muovere; panteismo (dal greco "tutto e' Dio") poiche' tendono a identificare il principio eterno del mondo con la divinita'.

Itinerari di filosofia - N. Abbagnano e G. Fornero

sabato 20 novembre 2010

Estate

In bilico tra santi e falsi dei
sorretto da un'insensata voglia di equilibrio
e resto qui sul filo di un rasoio
ad asciugar parole
che oggi ho steso e mai dirò

Negramaro

Umile testimonianza

Il consigliere grido':
"Catherine Leroux, per cinquattraquattro anni di servizio nella stessa fattoria, una medaglia d'argento del valore di venticinque franchi!".
"Dov'e', dove' Catherine Leroux?" ripeteva il consigliere...
Si vide farsi avanti sul palco una vecchietta tutta timorosa, che sembrava ancor più piena di grinze nei suoi poveri vestiti. Portava grossi zoccoli di legno e, intorno a i fianchi, un grande grembiule azzurro. Il viso, magro, era circondato da una cuffietta senz'orlo ed era più grinzoso di una mela appassita. Le maniche della camicetta rossa lasciavano vedere un paio di lunghe mani dalle articolazioni nodose. La polvere dei granai, la potassa della lisciva e l'untume delle lane le avevano talmente incrostate, screpolate, indurite, che sembravano sporche nonostante fossero state lavate nell'acqua chiara. A forza di avere servito, quelle mani erano rimaste semiaperte, e pareva rappresentassero da se' sole l'umile testimonianza di tante sofferenze subite. Qualche cosa come una rigidezza monacale, dava risalto all'espressione del suo viso. Nulla di triste o di tenero ammorbidiva quel suo sguardo chiaro. Una lunga dimestichezza con gli animali le aveva insegnato il loro mutismo e la loro tranquillita'. Era la prima volta che si vedeva al centro di una compagnia tanto numerosa e, nonostante dentro di se' fosse intimidita dalle bandiere, dai tamburi, da quei signori in marsina nera e dalla Legion d'onore del consigliere, restava immobile, non sapendo se dovesse farsi avanti o fuggire, incapace com'era di comprendere perche' la folla la spingesse avanti e i membri della giuria le sorridessero. Cosi' stava, davanti a quei borghesi esilaranti, quel mezzo secolo di servitu'.
...
Quand'ebbe presa la sua medaglia, essa la guardo' con attenzione. Allora un sorriso beato le spiano' il viso.

Madame Bovary - G. Flaubert

venerdì 19 novembre 2010

Caduco

Si sta come, d'autunno, sugli alberi, le foglie.

G. Ungaretti

mercoledì 17 novembre 2010

Etica

"do' molta importanza all'etica della persona e all'etica delle istituzioni, due cose disgiunte ma che si congiungono nell'uomo. L'etica delle persone vuol dire il senso della dignità, propria e per il proprio prossimo: quindi rispetto per la persona umana. Le istituzioni sono la forza di una società. E' necessario il culto delle istituzioni; occorre interpretarle, rispettarle, accrescerne la dignità. Mi è molto cara la parola dignità."

..................

"Occorre suscitare nei giovani speranze, ideali nei quali credere, e per i quali impegnarsi, per cui operare, con forza, con fiducia."

.................

Gli antichi greci quando volevano augurare il massimo della felicità ad una persona, dicevano: "che tu possa vedere i figli dei tuoi figli".

intervista a C.A. Ciampi

Istituzioni

quando l'istituzione è cattiva, rende inutili gli uomini buoni, perché o li corrompe o li fa servire, illusi dall'apparenza del bene, ai disegni dei cattivi.

Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli (1806)

Mutazioni casuali

Secondo la biologia evoluzionista, le mutazioni casuali possono creare nuove specie. Quando queste nuove specie dimostrano un adattamento migliore alle variazioni dell'ambiente, in breve tempo possono dominare una nicchia ecologica.

La fisica dei supereroi - J. Kakalios

domenica 14 novembre 2010

Mai mollare

lasciamo stare la Fede chissà qual'è il Dio giusto se sta di sopra di sotto o se ce l'abbiamo dentro in qualche venuzza dei piedi ma dare uno scopo a quella briciolina che siamo non è poi un pensiero da buttar via anche se darsi un senso è un po' come cercare di acchiappare al volo una farfalla se si posa forse ce la fai ma se vola a zigzag come fanno loro è dura durissima anzi impossibile prenderla con le mani però io ci provo perché provarci è bello sento che è bello sento che mi piace e se un giorno avrò un figlio gli insegnerò che provarci è bello e forse una mattina mentre apro la posta sarà la farfalla a volare sulla mia mano dov'è che l'avevo letto che lo zigzag è una variante fantastica della linea retta in ogni caso mai mollare questo l'ho capito mai mollare è questo il modo migliore per diventare migliori

A corpo morto - V. Franceschini

Vocabolario

ma lo sai che non me l'immaginavo che un vocabolario potesse essere così interessante quasi più che leggere un romanzo perché anche il vocabolario ha una sua trama che va per mille sentieri con mille sorprese pugnare vuol dire combattere voce dotta dal latino pugna e pugnale si chiama così perché si tiene in pugno mentre invece veleno viene da Venere e vuol dire filtro amatorio ma ogni tanto nella notte fra una parola e l'altra c'è anche un grido o uno sparo perché il thriller non l'hanno mica inventato gli scrittori o i registi del cinema, l'hanno inventato i vocabolari uniti del mondo che con tutti i loro aggettivi e sostantivi complicativi e nomi e pronomi clandestini che piovono giù dal greco dal latino dall'arabo e da chissà dove se li sai leggere t'insegnano cos'è questa vita di colore nel senso di bastarda meticcia però bella

A corpo morto - V. Franceschini

Artisti

Disegnavi così bene, ecco, questo si, disegnavi benissimo e quando a sedici anni dicesti farò il pittore io fui contento, tua madre un po' meno, la sera a letto diceva i pittori patiscono la fame. (Apre gli occhi) Non aveva tutti i torti, il mondo non sa che farsene degli artisti quando sono vivi. Gli artisti sono un bene incurabile nel corpo sano della merda. Devono morire perché la merda trionfi e le classi non c'entrano. Siamo naturalmente portati al male e quando l'hai capito non ce l'hai più fatta. Proprio come Majakovskij. Anime nobili. Anime inutili e un po' storte, che mandate al macero voi stesse e quelle dei pochi che vi capiscono. (Toglie la mano da sotto il lenzuolo, la guarda) Che beffa, eh? Tutti schiavi del caos, uomini e cammelli. E tutti, ricchi e poveracci, non passeremo mai per quella cruna. Caro mio, urlare e bestemmiare è troppo facile, l'assenza del cielo te la devi conquistare e costa più fatica che conquistare Cuba. Io ci ho messo cinquant'anni, beh, almeno questo l'ho fatto. Sai, si sta bene con una spugna al posto del cuore. Accettarsi con tutte le porcherie dell'anima è una fatica che nemmeno Ercole avrebbe sopportato.

A corpo morto - V. Franceschini

Rivoluzioni

le rivoluzioni son belle fino al giorno prima. Ma il giorno dopo, mentre sei lì che cerchi di costruire l’uomo nuovo da sotto al letto sbuca fuori l’homo sapiens che ti frega l’orologio e il sol dell’avvenire.

A corpo morto - V. Franceschini

Male nell'uomo

In quanto alle ingiustizie del mondo ci sono sempre state e non c'è rivoluzione che possa eliminarle perché il male è nell'uomo, in quelle brutte bestie incarognite che siamo noi, adesso che sei freddo l'avrai capito. Ma quand'eri caldo dov'è che guardavi? Non le vedevi le facce di quelli che urlavano insieme a te nei cortei? Credi davvero che volessero un mondo più giusto? Ne ho conosciuti tanti così, nel '68, li ho visti da vicino, mi viene da ridere. Povero Ho-ci-min. Vuoi saperlo perché sfasciavi le vetrine e bruciavi i cassonetti? Perché i problemi di fondo è più comodo affrontarli di sghimbescio e lo sghimbescio è il cassonetto che brucia. Sissignore, con la sua fiammata ipocrita e furbetta incendia il presente e sposta la verità un po' più in là... al mese venturo, all'anno venturo, alla vita ventura. E' un piccolo big-bang-fai-da-te col quale tenti di rigenerare il tuo sfigatissimo universo personale, altro che.

A corpo morto - V. Franceschini

Giovinezza

Senti, mi dispiace, non sarò stato un buon padre ma tu come figlio sei stato proprio un pezzo di merda, lascia che te lo dica, con tutta quella gioventù che ti usciva dagli occhi senza che mai ti fermassi a riflettere su quel che facevamo io e tua madre, mai a farci un pensiero su, c'eri soltanto tu a sputare nel piatto dalla mattina alla sera. Che bel disprezzo ti eri costruito! Se voglio ricordare un tuo sorriso devo guardare le foto di quand'eri piccolo. E' proprio vero che la giovinezza è bella quando non c'è più. Ma sono stato giovane anch'io e non ho fatto nessuna tragedia, ho solo aspettato che passasse.

A corpo morto - V. Franceschini

Memoria del cuore

Facce, facce, facce dimenticate davanti alle quali passiamo indifferenti col nostro mazzo di fiori. No, io a te la foto non la metto. Solo il nome e le date. Un segno di pudore e di riserbo, sono sicura che sei d'accordo. Il ritorno a una dimensione più innocente, più vicina alla natura e alla terra, alla quale tutti dobbiamo tornare in punta di piedi. La memoria vera è nel cuore e dura quanto dura il cuore

A corpo morto - V. Franceschini

Angoscia

... mi è venuta un'angoscia... sai quell'ora incerta verso sera quando tutti i margini si confondono e se siamo sulla riva di un lago ci caschiamo dentro. La torre dell'orologio quasi non si vedeva e non c'erano rondini, devono essere già partite. Io nello scuro mi perdo, figurati nello scuro che viene in testa

A corpo morto - V. Franceschini

sabato 13 novembre 2010

A corpo morto

Molto dolore e' meglio di poco amore.

mercoledì 10 novembre 2010

Bicchier d'acqua

Mi sveglia un tuono ed il vento intenso agita il risveglio. La pioggia cade a raffiche che assomigliano a proiettili di un mitragliatore, non facendo presagire nulla di buono per le prime ore della giornata. Sono le quattro del mattino e la sveglia dovra' suonare tra pochi minuti, perche' mi aspetta un volo tra un paio d'ore. In quel frangente di tensione e paura decido di cambiare programma, e di rinunciare alla moto per arrivare in aeroporto, dato che vento e pioggia cosi' forti possono diventare particolarmente pericolosi. Per tutto il tempo dei preparativi, colazione, doccia, vestiti, scarpe, telefono e chiavi, viene giu' dal cielo il finimondo. Esco di casa per arrivare all'auto e ... scopro che il cielo di colore nero come la pece, ha in realta' piccolo bagliori che in alcuni punti lo lambiscono: le stelle!
Il tempo e' cambiato in un batter di ciglia. E' proprio vero che anche le peggiori tempeste a volte si risolvono in un bicchier d'acqua!

lunedì 8 novembre 2010

Libro

Non c'e' niente di meglio che stare, la sera, accanto al caminetto con un libro mentre il vento batte ai vetri e la lampada splende. Non si pensa a nulla e le ore passano. Si sta immobili, e intanto si va a zonzo per paesi, si crede di vederli, e il pensiero, abbandonandosi alla finzione, si bea dei particolari, segue il filo delle avventure, ci fa immedesimare nei personaggi, e pare che il nostro cuore batta sotto le loro vesti.

G. Flaubert - Madame Bovary

Attesa

Nel fondo della sua anima, Emma aspettava che qualche cosa accadesse. Come i marinai in pericolo, volgeva gli occhi disperata sulla solitudine della sua vita e cercava, lontano, una vela bianca tra le brume dell'orizzonte. Non sapeva che cosa l'aspettava, quale vento avrebbe spinto quella vela fino a lei, su quale riva l'avrebbe portata, ne' sapeva se sarebbe stata una scialuppa o un vascello a tre ponti, carico di angosce o pieno di felicita' fino ai bordi. Ma tutte le mattine, svegliandosi, sperava che fosse il giorno buono, ascoltava ogni rumore, si alzava di colpo, si stupiva che non accadesse niente. Al tramonto, sempre più triste, desiderava di essere gia' al giorno successivo.

G. Flaubert - Madame Bovary

Cambiamenti

Non e' la specie più forte che sopravvive, ne' la più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti.

C. Darwin

Curiosi

Si e' curiosi soltanto nella misura in cui si e' istruiti.

J. J. Russeau

Il viaggio

E' buio. Nero. Buio pesto. Piove. Tuoni e fulmini lambiscono il cielo. La pioggia e' talmente intensa che sembra di essere al centro di una cascata. Sono le 5.30 di un mattino di novembre. E' lunedì e devo andare a lavoro. Mi gira una musichetta per la testa che suona cosi'; "e' una di quei giorni che ti sale la malinconia ...". Eppure si esce. A cavallo del fedele scooter. Dopo una veloce vestizione di rito, come un cavaliere senza scudiero che da solo deve accingersi ad affrontare un'armata. Un lungo viaggio mi aspetta prima di iniziare la battaglia, prima di raggiungere la meta.
Si parte. Le luci si accendono. Il motore romba.
Alla prima curva mi accorgo pero' che e' una battaglia diversa dalle altre: la strada e' un invaso d'acqua, e non si vede nulla! Ci vuole un immane gioco di memoria per ricordarsi il percorso, per intuire quando e' il momento di curvare, per immaginare quando sotto quella colonna d'acqua si nasconde una buca profonda, per dedurre che da quella strada inclinata sta scivolando un treno d'acqua che come un fiume che esce dall'ansa si incanala per la via più veloce che trova. E allora pensi, anche se non hai il tempo di pensare, e vedi in un angolo della tua mente un'immagine remota, che come un fulmine che illumina la notte ti balena avanti agli occhi: e' come quando eri bambino e c'era la pioggia, e, incurante di arrivare asciutto a scuola, tuffavi i tuoi piedi sulle pozzanghere lungo la strada, curando di cercare quelle più profonde, con la certezza di raggiungere la soddisfazione di sentire quello "splash", quel suono, quella musica che accompagna ogni tuffo, e che ti faceva salire verso l'alto la curvatura della bocca, in un sorriso di gaia felicita'.
E intuisci che gia' da allora avevi capito che cio' che conta non e' la meta, ma il viaggio.
E sorridi di questa scoperta, divertendoti a guidare nel temporale come con una'acquascooter nel mare.

domenica 7 novembre 2010

Van Gogh

Mostra al vittoriano
Piccola pausa

Felicita'

Prima di sposarsi, aveva creduto di essere innamorata. Ma la felicita' che sarebbe dovuta nascere dall'amore non era venuta. Si era dunque sbagliata, pensava. E Emma cercava di sdapere che cosa mai s'intendesse precisamente nella vita con le parole "felicita'", "passione", "ebrezza", che le erano sembrate belle nei libri.

Madame Bovary - Gustave Flaubert

sabato 6 novembre 2010

Dovere quotidiano

Faceva il proprio dovere quotidiano allo stesso modo di quei cavalli da giostra che girano sempre nello stesso posto con gli occhi bendati, senza sapere cosa fanno.

Madame Bovary - Gustave Flaubert

giovedì 4 novembre 2010

Uscire in balcone

Allora appena sveglio, zigzagando, mi sono portato ramingo in soggiorno e sono uscito in balcone quella mattina. Lo faccio spoesso per sentire la nuova aria del giorno che mi riempie le narici e mi fa sentire di nuovo vivo, dopo la morte del sonno. Uscire sul balcone significa riappropiarsi del proprio essere svegli. ... questa cosa mi riempie di una piccola vertigine. E ogni mattina ricomincia la vita e ti rendi perfettamente conto che sopra la tua, fatta di pensieri e rughe, altre ne esistono, sedimentate come un antico palinsesto di gesti e parole, azioni, e poi di una coazione a ripeterle che ti porti nel corpo per sempre, comprese quelle che non hai visto, che non sei riuscito a vivere.

Viaggio da Fermo - A. Ferracuti

Scrittore

Quello che mi sorprende sempre e mi meraviglia e' che l'invenzione, quando e' potente d'immaginazione sociologica, coglie alla perfezione la realta' che non conosci. Una esplorazione che vivi sempre quasi in trance, scrivendo. Non sapevo niente di questo mondo, eppure, non so neanche io il perche', ho inventato un personaggio verosimile che faceva cose verosimili ed era credibile, cosi' almeno mi hanno detto i lettori più attenti. Miracolo di un addestramento, credo, e cioe' la capacita' di entrare nella vita di un altro, e questo e' il minimo che si chiede a uno scrittore. Niente di speciale, a pensarci, ma solo un esercizio lungo, che dura anni, di osservazione e riorganizzazione eccentrica della memoria. Informazioni, articoli che hai letto, immagini che sono sfilate nei film che hai visto o cose addocchiate in tv. E poi puro fiuto. Un reporter riorganizza, aggrega, ricostruisce il vero come gli pare cannibalizzando. A differenza di uno scrittore di noir sei libero, non c'e' trama che possa condizionarti, puoi veramente raccontare quello che ti pare senza rendere conto a nessuno, iniziare dove vuoi e finire davvero anche per sfinimento, trovando una chiusa, oppure tornare indietro ondivagando senza che chi ti legge se ne accorga o reclami qualcosa. Cosi' quando arrivi nel cuore di una cosa e' come se la conoscessi a menadito, e niente puo' sbalordirti o sorprenerti, o crearti più' davvero meraviglia, anche se poi lo stupore miracolosamente si rinnova sempre e pure senza tanti sbalordimenti.

Viaggio da Fermo - A. Ferracuti

Andare

Non si puo' rimanere immacolati nuotando nel torbido. Allora bisogna lasciare.

Centomila punture di spillo - F. Rampini e CM De Benedetti

martedì 2 novembre 2010

Nei giardini che nessuno sa

Senti quella pelle ruvida.
Un gran freddo dentro l’anima,
fa fatica anche una lacrima a scendere giù.
Troppe attese dietro l’angolo,
gioie che non ti appartengono.
Questo tempo inconciliabile gioca contro te.
Ecco come si finisce poi,
inchiodati a una finestra noi,
spettatori malinconici,
di felicità impossibili…
Tanti viaggi rimandati e già,
valigie vuote da un’eternità…
Quel dolore che non sai cos’è,
solo lui non ti abbandonerà mai, oh mai!
E’ un rifugio quel malessere,
troppa fretta in quel tuo crescere.
Non si fanno più miracoli,
adesso non più.
Non dar retta a quelle bambole.
Non toccare quelle pillole.
Quella suora ha un bel carattere,
ci sa fare con le anime.
Ti darei gli occhi miei,
per vedere ciò che non vedi.
L’energia, l’allegria,
per strapparti ancora sorrisi.
Dirti si, sempre si,
e riuscire a farti volare,
dove vuoi, dove sai,
senza più quei pesi sul cuore.
Nasconderti le nuvole,
quell’inverno che ti fa male.
Curarti le ferite e poi,
qualche dente in più per mangiare.
E poi vederti ridere,
e poi vederti correre ancora.
Dimentica, c’è chi dimentica
Distrattamente un fiore una domenica
E poi… silenzi. E poi silenzi.
Nei giardini che nessuno sa
Si respira l’inutilità.
C’è rispetto grande pulizia,
è quasi follia.
Non sai come è bello stringerti,
ritrovarsi qui a difenderti,
e vestirti e pettinarti si.
E sussurrarti non arrenderti
nei giardini che nessuno sa,
quanta vita si trascina qua,
solo acciacchi, piccole anemie.
Siamo niente senza fantasie.
Sorreggili, aiutali,
ti prego non lasciarli cadere.
Esili, fragili,
non negargli un po' del tuo amore.
Stelle che ora tacciono,
ma daranno un segno a quel cielo.
Gli uomini non brillano
Se non sono stelle anche loro.
Mani che ora tremano,
perché il vento soffia più forte…
non lasciarli adesso no.
Che non li sorprenda la morte.
Siamo noi gli inabili,
che pure avendo a volte non diamo.
Dimentica, c’è chi dimentica,
distrattamente un fiore una domenica
e poi silenzi. E poi silenzi

Renato Zero

lunedì 1 novembre 2010