domenica 21 novembre 2010

Anassimandro e giustizia

«tutti gli esseri devono, secondo l’ordine del tempo, pagare gli uni agli altri il fio della loro ingiustizia».

La legge di giustizia che Solone riteneva dominatrice del mondo umano, legge che punisce la prevaricazione e la prepotenza, diventa legge cosmica, legge che regola la nascita e la morte dei mondi. Ma qual è l’ingiustizia che tutti gli esseri commettono e che tutti devono espiare? Probabilmente essa è dovuta alla costituzione stessa e quindi alla nascita degli esseri, dato che nessuno di essi può evitarle, né può sottrarsi alla pena. Ora la nascita è la separazione degli esseri dalla sostanza infinita. Evidentemente questa separazione è la rottura dell’unità che è propria dell’infinito; è il subentrare della diversità, quindi del contrasto, là dove erano l’omogeneità e l’armonia. Con la separazione quindi si determina la condizione propria degli esseri finiti: molteplici, diversi e contrastanti tra loro, perciò inevitabilmente destinati a scontare con la morte la loro stessa nascita e ritornare all’unità.

Itinerari di filosofia – N. Abbagnano e G. Fornero

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