Il consigliere grido':
"Catherine Leroux, per cinquattraquattro anni di servizio nella stessa fattoria, una medaglia d'argento del valore di venticinque franchi!".
"Dov'e', dove' Catherine Leroux?" ripeteva il consigliere...
Si vide farsi avanti sul palco una vecchietta tutta timorosa, che sembrava ancor più piena di grinze nei suoi poveri vestiti. Portava grossi zoccoli di legno e, intorno a i fianchi, un grande grembiule azzurro. Il viso, magro, era circondato da una cuffietta senz'orlo ed era più grinzoso di una mela appassita. Le maniche della camicetta rossa lasciavano vedere un paio di lunghe mani dalle articolazioni nodose. La polvere dei granai, la potassa della lisciva e l'untume delle lane le avevano talmente incrostate, screpolate, indurite, che sembravano sporche nonostante fossero state lavate nell'acqua chiara. A forza di avere servito, quelle mani erano rimaste semiaperte, e pareva rappresentassero da se' sole l'umile testimonianza di tante sofferenze subite. Qualche cosa come una rigidezza monacale, dava risalto all'espressione del suo viso. Nulla di triste o di tenero ammorbidiva quel suo sguardo chiaro. Una lunga dimestichezza con gli animali le aveva insegnato il loro mutismo e la loro tranquillita'. Era la prima volta che si vedeva al centro di una compagnia tanto numerosa e, nonostante dentro di se' fosse intimidita dalle bandiere, dai tamburi, da quei signori in marsina nera e dalla Legion d'onore del consigliere, restava immobile, non sapendo se dovesse farsi avanti o fuggire, incapace com'era di comprendere perche' la folla la spingesse avanti e i membri della giuria le sorridessero. Cosi' stava, davanti a quei borghesi esilaranti, quel mezzo secolo di servitu'.
...
Quand'ebbe presa la sua medaglia, essa la guardo' con attenzione. Allora un sorriso beato le spiano' il viso.
Madame Bovary - G. Flaubert
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