lunedì 31 dicembre 2018

Respirare la lettura

In generale penso che la ragione per cui vai avanti a leggere, nei libri, non dovrebbe essere che vuoi arrivare in qualche posto, ma che vuoi rimanere in quel posto li. Non ho letto Il Giovane Holden o Cent'anni di solitudine per sapere come andavano a finire: mi andava di stare in quella luce, o leggerezza, o precisione, o follia, più tempo possibile. È un paesaggio, la scrittura, non va a finire da nessuna parte, è li e basta. Respirarlo è quello che si può fare. E la trama?, dice. La trama non conta niente? Certo che conta, per carità, dei libri che non raccontavano niente ci siamo liberati anni fa, per favore non torniamo indietro.
Però immaginate di stare seduti su una sedia a dondolo a godervi un paesaggio, nell'aria pulita del mattino. Ora provate per un attimo a smettere di dondolarvi. Non è la stessa cosa vero? La trama, in un bel libro, è il dondolio della sedia. E il vento che ridisegna l'erba di quel campo, il passare delle nuvole che saltuariamente cala ombre passeggere sui colori. Forse quel volo d'uccello, e in alcuni casi il rumore di un treno che passa lontano. La trama è quel che si muove nel paesaggio della scrittura, rendendola vivente. E l'increspatura sul pelo dell'acqua: è cosi importante che, in modo impreciso, la chiamiamo mare.

Alessandro Baricco, Una certa idea di mondo 

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