giovedì 20 dicembre 2018

Sicilia triste

Anche oggi, malgrado la bel lezza del paesaggio, la fertilità dei campi, la perenne benedizione del clima, permane una sorta di cupezza, una minaccia, come un dolore di fondo di cui la povertà, la chiesa, la mafia e gli altri capri espiatori moderni sono le manifestazioni, ma certo non le
cause. E il dolore della lunga abitudine all'infelicità, delle occasioni perdute e delle promesse infrante, il dolore, forse, di una bella donna che è stata tradita troppe volte e ora non è più adatta all'amore o al matrimonio. Fenici e greci, cartaginesi e romani, goti e bizantini, arabi e normanni, tedeschi, spagnoli
francesi hanno tutti lasciato il proprio segno sull'isola. Oggi, un secolo e mezzo dopo essere entrata a far parte dell'Italia, probabilmente la Sicilia è una terra meno infelice di quanto lo sia stata per molti secoli. Ma, sebbene non più sperduta, continua a sembrare triste, sempre in cerca di un'identità che non riesce mai a trovare del tutto.

John Julius Norwich, Breve storia della Sicilia 

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