domenica 30 giugno 2024

Uomo diverso dagli altri

Quell'uomo, pensavo, è diverso dagli altri, me ne sono resa conto subito, impossibile non accorger-sene. Ci si scorda facilmente di quanto siano per lo più mediocri le persone che ci circondano: e poi, all'improvviso, si incontra uno come lui.

Doris Lessing, Se gioventù sapesse

Storie di violenza

Molte delle storie raccontate nelle domande dei richiedenti asilo, con la gelida laconicità dei referti burocratici, sono false, o lo sono in parte. I fatti sono ingranditi, le persecuzioni accre-sciute, le torture aggravate. Anche i familiari morti sono piú numerosi. Capita che un padre dichiarato ucciso sia invece vivo in patria o altrove, e così un fratello, una sorella o un figlio.
Ma molte di più sono vere. Sono però non meno atroci, assurde, talvolta incredibili, perché la realtà ignora la verosimiglianza, e la coerenza. E la violenza che un essere umano può infliggere a un altro eccede quasi sempre la nostra educata immaginazione di europei nati e cresciuti in tempo di pace.

Melania G. Mazzucco, Io sono con te. Storia di Brigitte

mercoledì 26 giugno 2024

Senza un alito di vento

Quella notte, mi svegliai boccheggiante. Ero madido di sudore, e la tenda era calda in modo opprimente. Achille dormiva accanto a me, la sua pelle umida come la mia. Uscii in cerca di sollievo, di un soffio di brezza dal mare. Ma anche lì, l'aria era pesante e umida. Era tutto stranamente silenzioso. Non si sentiva niente, nemmeno lo schiocco dei lembi delle tende, nemmeno il tintinnio dei finimenti sciolti. Anche il mare era silenzioso, come se le onde avessero smesso di sferzare la spiaggia. Al di là dei frangenti, l'acqua era piatta come un lucido specchio di bronzo. Mi resi conto che non c'era nemmeno un alito di vento.

Madeline Miller, La canzone di Achille

domenica 23 giugno 2024

Discordia

La discordia è una terribile forza in sé; riduce gli uomini all'insensatezza, all'oscuramento e al pervertimento della mente e dei sentimenti. In un dissenso, l'offensore, riconoscendo d'avere offeso, non va a consigliarsi con l'offeso, ma dice: "Io l'ho offeso, quindi devo vendicarmi di lui".

Gustavo Zagrebelsky, Liberi servi. Il grande inquisitore e l''enigma del potere

Sofferenza e coscienza

La sofferenza è ancora viva, sia pure come un'anomalia, in chi non rinuncia alla coscienza, sia pure una disperata coscienza nichilistica, che si racchiude in sé nel rifiuto e non propone sostituzioni al mondo dei valori che respinge: «l'uomo alla vera sofferenza, ossia alla distruzione e al caos non rinunzierà mai. La sofferenza è difatti l'unico motivo della coscienza. 

Gustavo Zagrebelsky, Liberi servi. Il grande inquisitore e l''enigma del potere

Sottosuolo e soprasuolo

Il sottosuolo è il luogo dove si rifugia qualche esemplare della razza umana che ha mantenuto vivi coscienza e desiderio, sia pure coscienza della propria umiliazione e desiderio della propria abiezione, come segno di distinzione, anzi di rivolta interiore. Da lí, dal sottosuolo, queste creature, simili a topi o a insetti senza futuro, guardano con disprezzo a quelli del «soprasuolo», quelli che, stando al cospetto del Palazzo di cristallo, cercano e trovano il successo secondo le regole ch'esso detta e difende. 

Gustavo Zagrebelsky, Liberi servi. Il grande inquisitore e l''enigma del potere

sabato 22 giugno 2024

Decomposizione dell’umanità

Tutto ciò è cosí grandioso, cosí immenso da dare le vertigini, e si resta sbalorditi dalla grandezza dell'Inghilterra ancor prima di mettere piede sul suolo inglese. Ma è solo dopo ... dopo aver calcato per qualche giorno il selciato delle strade principali, dopo esser penetrati con grande fatica nel brulicare umano, tra le file interminabili di carri e carrozze, dopo aver visitato i "quartieri brutti" della metropoli, soltanto allora si rileva che questi londinesi hanno dovuto sacrificare la parte migliore della loro umanità per compiere tutti quei miracoli di civiltà di cui la loro città è piena; che centinaia di forze latenti in essi sono rimaste inattive e sono state soffocate affinché alcune poche potessero svilupparsi più compiutamente e moltiplicarsi mediante l'unione con quelle di altri. 
Già il traffico delle strade ha qualcosa di repellente, qualcosa contro cui la natura umana sí ribella. Le centinaia di migliaia d'individui di tutte le classi e di tutti i ceti che si urtano tra loro non sono tutti quanti uomini con le stesse qualità e capacità, e con lo stesso desiderio di essere felici? ... La brutale indifferenza, l'insensibile isolamento di ciascuno nel suo interesse personale emerge in modo tanto più ripugnante e offensivo, quanto maggiore è il numero di questi singoli individui che si sono ammassati in uno spazio ristretto; e anche se sappiamo che questo isolamento del singolo, questo angusto egoismo è dappertutto il principio fondamentale della nostra odierna società, pure in nessun luogo esso si rivela in modo cosí sfrontato e aperto, in modo cosí consapevole come qui, nella calca della grande città. La decomposizione dell'umanità in monadi, ciascuna delle quali ha un principio di vita particolare e uno scopo particolare, il mondo degli atomi, è stato portato qui alle sue estreme conse guenze. È per questo che la guerra sociale, la guerra di tutti contro tutti, è dichiarata apertamente ... Dappertutto barbara indifferenza, duro egoismo da un lato, e miseria indicibile dall'altro; dappertutto la guerra sociale, la casa di ogni singolo in stato d'assedio; dappertutto rapine reciproche sotto la protezione della legge, e tutto ciò in maniera cosí spudorata, cosí aperta, che ci atterrisce dinanzi alle conseguenze delle nostre condizioni sociali, che si presentano cosí senza veli, e soltanto ci si stupisce del fatto che tutta questa pazzesca baraonda riesca in generale a reggersi ancora.

Engels, La situazione della classe operaia in Inghilterra, in Liberi servi. Il grande inquisitore e l'enigma del potere di Gustavo Zagrebelsky

mercoledì 19 giugno 2024

Decisione di Achille

«Andrò» disse. «Andrò a Troia.» Il bagliore roseo delle sue labbra, il verde febbricitante dei suoi occhi. Il suo viso non aveva nemmeno una ruga, 
nemmeno un' increspatura, un accenno di grigio; era fresco e perfetto. Lui era primavera, dorato e splendente.
La Morte invidiosa avrebbe bevuto il suo sangue, e sarebbe diventata giovane di nuovo. 

Madeline Miller, La canzone di Achille

lunedì 17 giugno 2024

Strana miopia

Io prendo sul serio solo le cose negative minimizzando o ignorando quelle positive, come se fossi affetta da una strana miopia e riuscissi a mettere a fuoco solo ciò che è brutto. Come se fosse vero e reale solo quel che fa soffrire, e il resto scontato o inutile. Sono così da sempre, non penso di poter cambiare. 

Daria Bignardi, Un karma pesante

venerdì 14 giugno 2024

Oligarchia, democrazia, monarchia

[80.1] Dopo che il tumulto si fu calmato e furono passati cinque giorni, quelli che si erano ribellati ai Magi tenevano un consiglio sulla situazione, e furono pronunciati discorsi che, se per alcuni Greci sono incredibili, pure furono pronunciati. 

[80.2] Otane invitava a porre il potere nelle mani di tutti i Persiani dicendo questo: "A me sembra opportuno che nessuno divenga più nostro monarca, perché non è cosa né piacevole né conveniente. Sapete infatti fin dove giunse l'arroganza di Cambise e avete provata anche l'arroganza del Mago. 

[80.3] Come dunque potrebbe essere una cosa perfetta la monarchia, se in essa si può fare ciò che si vuole senza doverne rendere conto? Perché anche il migliore degli uomini, una volta salito a tale autorità, il potere monarchico lo allontanerebbe dal suo solito modo di pensare. Dai beni presenti gli viene infatti l'arroganza, mentre sin dalle origini è innata in lui l'invidia. 

[80.4] E quando ha questi due vizi ha ogni malvagità, perché molte scelleratezze le compie perché pieno di arroganza, altre perché pieno di invidia. Eppure un sovrano dovrebbe essere privo di invidia, dal momento che possiede tutti i beni. Invece egli si comporta verso i cittadini in modo ben differente: è invidioso che i migliori siano in vita, e si compiace dei cittadini peggiori ed è prontissimo ad accogliere le calunnie. 

[80.5] Ma la cosa più sconveniente di tutte è questa: se qualcuno lo onora moderatamente, si sdegna di non essere onorato abbastanza; se invece uno lo onora molto, si sdegna ritenendolo un adulatore. E la cosa più grave vengo ora a dirla: egli sovverte le patrie usanze e violenta donne e manda a morte senza giudizio. 

[80.6] La moltitudine che governa, invece, anzi tutto ha il nome più bello di tutti, isonomia, in secondo luogo non fa niente di quanto fa il monarca: le cariche sono esercitate a sorte, ha un potere soggetto a controllo, tutte le decisioni sono prese in comune. Io dunque propongo di abbandonare la monarchia e di elevare il popolo al potere, perché nella massa sta ogni potere". 

[81.1] Questo parere esponeva Otane. Megabizo invece esortava a volgersi all'oligarchia dicendo così: "Quel che ha detto Otane per por fine alla tirannide si intenda detto anche da me; ma quanto al fatto che vi invitava a conferire il potere al popolo, egli non ha colto il parere migliore: niente infatti c'è di più privo di intelligenza, né di più arrogante del volgo buono a nulla. 

[81.2] E certo è cosa assolutamente intollerabile che per fuggire l'arroganza di un monarca gli uomini cadano nell'arroganza di una plebaglia sfrenata. Quello infatti, se fa qualcosa, la fa a ragion veduta, questa invece non ha neppure capacità di discernimento: e come potrebbe aver discernimento chi né ha imparato da altri né conosce da sé niente di buono, e si getta alla cieca senza senno nelle cose, simile a torrente impetuoso? 

[81.3] Della democrazia facciano dunque uso 
quelli che vogliono male ai Persiani; noi invece, scelto un gruppo degli uomini migliori, a questi affidiamo il potere; fra questi ci saremo anche noi, ed è giusto che dagli uomini migliori derivino le migliori deliberazioni". 

[82.1] Megabizo esponeva dunque questo parere. E per terzo Dario rivelava il suo parere dicendo: "A me quel che ha detto Megabizo riguardo al governo democratico mi pare l'abbia detto giustamente; non giustamente invece quel che riguarda l'oligarchia. Essendoci tre forme di governo ed essendo tutte a parole ottime, ottima la democrazia e l'oligarchia e la monarchia, io affermo che quest'ultima è di molto migliore. 
[82.2] Di un uomo solo che sia ottimo niente potrebbe apparire migliore, e, valendosi di tale sua saggezza, egli potrebbe guidare in modo perfetto il popolo, e così soprattutto potrebbero esser tenuti segreti i provvedimenti contro i nemici. 

[82.3] Nell'oligarchia invece ai molti che impiegano le loro qualità nell'amministrazione dello stato sogliono capitare gravi inimicizie private, perché, volendo ciascuno essere il primo e prevalere con i suoi pareri, vengono a grandi inimicizie fra loro, e da queste nascono discordie, e dalle discordie stragi, e dalle stragi si passa alla monarchia, e con ciò si dimostra di quanto questo regime è il migliore. 

[82.4] D'altra parte, se il popolo è al potere, è impossibile che non sopravvenga la malvagità. 
E, sopravvenuta nello stato la malvagità, sorgono fra i malvagi non inimicizie, ma salde amicizie, poiché quelli che danneggiano gli interessi comuni lo fanno cospirando fra loro. E questo succede fino a che uno del popolo, postosi a capo degli altri, li fa cessare; in conseguenza di ciò costui s'impone all'ammirazione del popolo, e così ammirato viene proclamato monarca. E cosi anche questo dimostra che la monarchia è la cosa migliore. 

[82.5] E per dir tutto in una sola parola, da dove ci è venuta la libertà e chi ce l'ha data? Ci è venuta dal popolo o dall'oligarchia o non piuttosto da un monarca? Il mio parere è dunque che noi, avendo ottenuta la libertà per opera di un solo uomo, dobbiamo mantenere in vigore la stessa forma di governo, e inoltre non dobbiamo abolire le istituzioni dei nostri padri, che sono buone, perché non sarebbe certo la cosa migliore".

Erodoto, Storie III

Come è bella

Aristofane rappresenta «la tregua» come un'affascinante fanciulla avvolta in pepli trasparenti che esce dalla grotta in cui «la guerra» l'aveva rinchiusa, e il popolo stanco di violenza esclama: «Come è bella». Oggi, della democrazia, una volta uscita dall'involucro ideologico che in certi momenti storici l'ha avvolta, diremmo ancora: «Come è bella»? 

Guatavo Zagrebelsky, Il mutamento genetico della democrazia 

Identità democratica

Il concetto d'identità democratica non mi sembra possa essere inteso se non nel senso della 
costruzione di un forte e coerente senso di responsabilità civica. L'ideologia democratica nella sua effettiva dinamica storica, nei suoi sviluppi e nelle sue variabili, può lasciare critici e perplessi; il «metodo democratico» in quanto prassi di scelta di élite dirigenti all'interno di una civiltà civile può venir positivamente valutato, a patto di non abbandonarsi alla mistica del «migliore dei sistemi possibili» che non è razionalmente comprovabile: e ch'è invece quanto nella sostanza si sente ripetere di continuo, nella riproposizione dello stanco ironico aforisma secondo il quale la democrazia sarebbe «il peggiore dei sistemi possibili, esclusi tutti gli altri».

Franco Cardini, Alla ricerca della ragione nascosta

lunedì 10 giugno 2024

Politica e democrazia

Se la parola «politica» è tanto deformata e incompresa, che dire della parola «democrazia»? È ormai diventata opinione comune che essa sia il frutto della vittoria elettorale, e quindi del voto della maggioranza. Sarebbe come dire che il regime nazista era democratico perché uscí dalla scheda elettorale, a differenza di quello di Pinochet o Videla, conseguenza di un colpo di stato militare. È ovvio che una vittoria elettorale non consente alla maggioranza di esercitare una sorta di dittatura. Perché un governo sia democratico è necessario il rispetto dei diritti di tutti i cittadini, minoranze comprese, cura e attenzione per tutte le diversità. Che eserciti il potere secondo democrazia e libertà, non soltanto che derivi da libere elezioni.

Anna Foa, Nel cuore di tenebra insieme a Primo Levi

sabato 8 giugno 2024

Scelte e storia

Fin da piccola mi era stato insegnato che la storia non è un meccanismo che va avanti da solo e tutto stritola nel suo precipitare, ma è fitta di scelte, di possibilità mancate, di strade che si biforcano, senza determinazioni. Mi sarei accorta con i miei studenti che questo è un insegnamento difficile da assorbire, perché della storia hanno invece un'immagine deterministica. Sono convinti che non ci sia libertà nel processo storico, che tutto si svolga necessariamente. Vedono nella contestualizzazione storica una giustificazione dei fatti, non una spiegazione degli spazi di libertà utilizzati e di quelli perduti.

Anna Foa, Nel cuore di tenebra insieme a Primo Levi

giovedì 6 giugno 2024

Biblioteche e conoscenza

È l'accumulo della conoscenza disponibile a tutti e il suo sedimentarsi e raffinarsi continuamente a permetterci di guardare al futuro con maggior ottimismo di quanto spesso il presente non ci lasci sperare.

Elena Cattaneo, Il metodo della scienza per la democrazia 

Scienza e verità

La scienza non ha bisogno di essere tutta la verità, essendo solamente un metodo - e non ne conosco di migliori - per studiare quello che nessuno conosce. Un metodo che usa sperimentazione, risultati e logica per descrivere la realtà, distinguerla dalle opinioni e capire se quello di cui stiamo parlando è ciò che veramente è, oppure quello che noi pensiamo che sia.

Elena Cattaneo, Il metodo della scienza per la democrazia 

Cervello e paura

La conseguenza è che il nostro cervello è ancora pronto a scattare al primo accenno di paura, a ragionare in maniera binaria, a pretendere certezze bianco/nero senza riuscire a prendere in considerazione la complessità - un valore enorme, proprio delle società mature, plurali e inclusive.

Elena Cattaneo, Il metodo della scienza nella democrazia