La sofferenza è ancora viva, sia pure come un'anomalia, in chi non rinuncia alla coscienza, sia pure una disperata coscienza nichilistica, che si racchiude in sé nel rifiuto e non propone sostituzioni al mondo dei valori che respinge: «l'uomo alla vera sofferenza, ossia alla distruzione e al caos non rinunzierà mai. La sofferenza è difatti l'unico motivo della coscienza.
Gustavo Zagrebelsky, Liberi servi. Il grande inquisitore e l''enigma del potere
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