L'età che va dagli anni ventuno ai ventiquattro, è decisiva per la vita di un uomo, per un figlio di popolo in specie. Egli si è definitivamente licenziato dall'adolescenza; ha conosciuto l'amore, la fatica, il dolore e tutto sembra averlo irrobustito. Il suo sangue è una rosa che stioppa; la sua ansia di vita morde i giorni come il bambino morde la mela. Egli ha fiducia in se stesso, e negli uomini, anche se crede di diffidarne, come nelle cose che tocca, nei colori che vede. La natura, di cui egli è una forza, coi suoi turbamenti e tentazioni, comunque lo esalta. Ha interessi, affetti, ideali che assorbono interamente i suoi entusiasmi, le sue ritensioni, e la sua fede. Quale che sia. E quali che siano la sua educazione, la sua levatura mentale, le sue risorse morali, siccome il suo corpo è sano e l'assiste, egli ha il mondo nel pugno, l'avvenire davanti a sé, un destino a cui non suppone di potersi sottrarre.
Vasco Pratolini, Metello
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