Viola si chiuse la porta alle spalle e gli stese la mano. Lei si era cambiata: era come più bella e nello stesso tempo invecchiata. Metello non avrebbe saputo darsene una spiegazione. Forse per via dei capelli, che non più ondulati dai ferri e col gran rullo sulla fronte, ma tirati sopra le tempie e raccolti in una crocchia, sottolineavano l'ovale scarno del viso, e le pieghe tra le narici e gli angoli della bocca, segnate come rughe. Il vestito chiuso al collo, stretto alla vita, conferiva al suo corpo il risalto di sempre, lo stesso vi premeva il seno. Ma v'era come una pesantezza, una gravità in tutta la sua persona: erano i suoi occhi, ora anche Metello lo capiva, o meglio la loro luce, non più ilare e tentatrice come una volta, ma quieta, assopita. Dové distogliervi il proprio sguardo, e si sentì confuso.
Vasco Pratolini, Metello
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