domenica 19 maggio 2019

Dolori mediorientali e africani

E mi ci sono voluti molti anni ancora per rendermi conto che il mio dolore era un dolore tutto sommato occidentale e ormai privilegiato, un dolore che non usciva da una guerra, da una fuga fortunosa da un paese martoriato, da una traversata stipato con centinaia d'altri su un barcone che fa acqua, non sapevo che esistono dolori mediorientali e africani immensamente più grandi del mio e poi triplicati dalla malasorte di spiaggiare in Italia, allora non potevo nemmeno remotamente immaginare che esseri umani già derelitti e al limite delle forze sarebbero finiti in un campo di concentramento chiamato Cie sotto casa o, i più fortunati, sotto il  dominio di un caporale gestore di braccianti sorvegliati a fucili spianati, non sapevo che nel mio paese lo Stato incoraggiava e foraggiava la schiavitù di giorno e il vagabondaggio di notte di migliaia e migliaia di uomini e donne randagi, non sapevo che lo Stato considera salvata una persona solo perché salvata un istante dalla morte - salvata un istante prima dalla morte per acqua e consegnata l'istante dopo alla morte per
terra.

Aldo Busi, Vacche amiche 

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