Bluma Zeigarnik, collaboratrice del celebre psicologo della Gestalt Kurt Lewin, a Berlino, condusse diversi esperimenti su 164 soggetti e scoprì che le azioni che non venivano portate a termine sono ricordate in media due volte meglio rispetto a quelle concluse. Questo fenomeno è stato chiamato in due modi diversi: «effetto Zeigarnik» o cliffhanger (dall'inglese, appeso a una parete di roccia»). Quest'ultima tecnica corrisponde all'espediente narrativo di interrompere una storia in un punto cruciale, come accade nelle serie televisive. Tutte le volte che l'azione diventa coinvolgente, la puntata finisce, lasciando lo spettatore in trepidante attesa di quella successiva. La vicenda non viene dimenticata, perché lo spettatore continua a pensare alla vicenda irrisolta. Lo stesso accade nella pubblicità, dove si utilizzano inserzioni o spot non conclusi che sollecitano il pensiero dell'osservatore e favoriscono la memorizzazione del contenuto.
Manfredi Spitzer, Demenza digitale
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