Nell'Apologia che Platone gli fa pronunciare, Socrate rende chiaro che una delle principali ragioni che lo avevano isolato rispetto alla opinione pubblica era stata la sua critica della politica. E ricorda i suoi incontri con vari politici, coi quali aveva cercato di appurare la natura specifica del loro sapere: uno sforzo approdato ogni volta alla constatazione della inesistenza di tale sapere. Incalzare con domande inquietanti (se è una scienza, la politica si potrà insegnare?) non soltanto i comuni ateniesi, ma i detentori stessi del "sapere" politico, cioè i politici dominatori delle assemblee e dei destini collettivi, era stato, da parte sua, il modo più antidemagogico di prospettare una visione critica della democratica "fabbrica del consenso": col solo risultato di rendersi inviso a tutti i beneficiari, leaders o gregari, di quel sistema.
Luciano Canfora, Un mestiere pericoloso
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