Vi spiego: il piacere qui deriva appunto dalla troppo chiara coscienza della propria umiliazione; dal fatto che tu stesso senti di avere toccato il fondo; che è brutto, ma che non può essere altrimenti; che ormai non hai scampo, che non diventerai mai più un altro uomo; che se anche ti restassero ancora tempo e fede per trasformarti in qualcosa di diverso, probabilmente saresti tu a non volerti trasformare; e se poi lo volessi, non faresti comunque nulla, perché forse non c'è nulla, in realtà, in cui valga la pena di trasformarsi.
Fedor Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo
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