lunedì 22 ottobre 2018
Riposo in Maremma
Una coppia di bovi bianchi immobili sotto il sole del mezzogiorno; due figure di uomini assaliti dalla stanchezza per il duro lavoro intrapreso di buon ora giacciono, i volti riparati dai cappelli, all’ombra di un pino che si innalza grandioso fuori dal nostro campo visivo. La campagna, che ai toni ocra intervalla i verdi cupi e smeraldo della bassa vegetazione, va declinando in lontananza, oltre la fitta pineta, verso una striscia di mare color lapislazzuli. E estremamente difficile spiegare con le parole il fascino di questo vertice assoluto dell’opera fattoriana: vere e proprie tarsie di colore smaltato s’incontrano fino a combaciare l’una cori l’altra, ordinate da un equilibrio compositivo straordinario. Il motivo del ‘riposo’ è diffuso ovunque da uno strano senso di quiete che aleggia intorno a uomini e cose: è la calda luce dei mezzogiorno che immobilizza, sebbene per pochi istanti, il quotidiano faticoso svolgersi dell’esistenza. La vita dei campi è la più sensibile allo scorrere delle ore e delle stagioni e, come tale, essa soggiace per prima all’autorevole comando della natura che invita al riposo. Il motivo della quiete non nasce dalla presenza umana; essa è nell’atmosfera stessa della raffigurazione, nella natura del paesaggio che si apre verso l’orizzonte marino attraverso le verdi quinte della pineta sulla sinistra e del folto insieme di tamerici sulla destra.
Catalogo della mostra I Macchiaioli e la Scuola di Castiglioncello - 1990
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