Atena tiene un tono opportunamente basso: "Sono venuta a placare la tua ira, se mi obbedisci. Ed è Era che mi ha mandato qui. Rinuncia alla lotta, lascia perdere la spada, e la contesa seguitala con le parole giuste. Ti dico che per questa 'ybris', per questa violenza che adesso ti offende, gli Achei ripageranno tre volte tanto: adesso calmati e obbedisci."
Alla dea della sapienza, Achille risponde che le parole degli dèi vanno rispettate, anche quando uno si sente pieno di rabbia. Che cosi è meglio, e se uno obbedisce agli dèi, loro gli danno ascolto.
Achille ha improvvisamente afferrato la conseguenza logica di quello che stava per fare di istinto. Perché è Atena che lo ha acciuffato per i capelli e lui riconosce che, se gli uomini si armonizzano all'ordine delle cose - se ascoltano le parole degli dei - trovano lì la risposta a quello che cercano. Tenendo la
mano pesante sull'elsa d'argento, ricaccia la spada giù nel fodero.
Commento all'Iliade di Omero - Marinari, Capo, Cantarella
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