martedì 31 dicembre 2013

Appartati per morire

«Accucciate, distese, sedute tra gli alberi, c’erano delle forme nere appoggiate ai tronchi, tutt’uno con la terra, mezzo stagliate e mezzo confuse nella penombra, in tutti gli atteggiamenti del dolore, dell’abbandono, della disperazione. Sulla rupe esplose un’altra mina, seguita da un fremito leggero del terreno sotto i miei piedi. Il lavoro proseguiva. Il lavoro! E questo era il luogo in cui alcuni uomini impegnati in quel lavoro s’erano appartati per morire.
«Stavano lentamente morendo – era chiaro.


Cuore di tenebra - Joseph Conrad

Sotto gli alberi

Finalmente giunsi sotto gli alberi. Avevo intenzione di passeggiare all’ombra per un momento; ma appena m’inoltrai, mi parve di essere penetrato nel cupo girone di qualche Inferno. Le rapide erano vicine e un fragore ininterrotto, uniforme, precipitoso e impetuoso colmava la funerea immobilità del boschetto, dove non soffiava un alito di vento né si muoveva una foglia, di un suono misterioso

Cuore di tenebra - Joseph Conrad

Demone

Ho visto il demone della violenza, e il demone della cupidigia, e il demone della concupiscenza; ma per tutte le stelle! quelli erano demoni vigorosi, robusti, demoni dagli occhi di fiamma che dominavano e trascinavano gli uomini – uomini, vi dico. Ma sul fianco di quella collina previdi che nella luce accecante di quella terra avrei conosciuto il demone flaccido, bugiardo, dall’occhio spento, di una follia rapace e spietata. 

Cuore di tenebra - Joseph Conrad

Selvaggi

Li chiamavano criminali e la legge oltraggiata, mistero insolubile venuto dal mare, era piombata su di loro come colpi di cannone. I toraci scarni ansimavano all’unisono, le narici violentemente dilatate fremevano, gli occhi impietriti fissavano la salita. Mi superarono a un palmo di distanza senza uno sguardo, con la completa e mortale indifferenza dei selvaggi infelici.

Cuore di tenebra - Joseph Conrad

Natura

Facemmo scalo in altri posti dal nome farsesco, dove l’allegra danza della morte e del commercio procede nell’atmosfera immobile e terrosa di una catacomba surriscaldata; lungo tutta la costa uniforme bordata dalla pericolosa risacca, come se la Natura stessa avesse cercato di respingere gli intrusi; fuori e dentro i fiumi, correnti di morte in vita, le cui rive si decomponevano in mota, le cui acque, ispessite in limo, invadevano le mangrovie contorte, che parevano agitarsi verso di noi allo stremo di una disperazione impotente.

Cuore di tenebra - Joseph Conrad

Donne

È strano quanto alle donne manchi il contatto con la realtà. Vivono in un mondo tutto loro, e non c’è mai stato nulla che gli somigli, né mai ci potrà essere. È troppo bello e se mai riuscissero a realizzarlo, andrebbe in frantumi prima del tramonto. 

Cuore di tenebra - Joseph Conrad

Stupido

Mentre sedevamo davanti ai nostri vermut, si mise a glorificare gli affari della Compagnia e di lì a poco accidentalmente gli dimostrai la mia sorpresa che non fosse ancora andato laggiù. Diventò all’improvviso freddo e formale. “Non sono poi così stupido quanto sembro, disse Platone ai suoi discepoli” sentenziò, vuotò risolutamente il bicchiere e ci alzammo.

Cuore di tenebra - Joseph Conrad

Sistemi di sicurezza

Questo dimostrava ancora una volta la tesi che nessun sistema di sicurezza è migliore del più stupido dei collaboratori. 

La ragazza che giocava con il fuoco - Stieg Larsson

Cattolicesimo e giudaismo

C’era una grossa differenza fra cattolicesimo e giudaismo. Alla sinagoga si andava per cercare la compagnia di altre persone della comunità. I cattolici invece andavano in chiesa mossi dal desiderio di starsene in pace con Dio. L’intera chiesa era un invito al silenzio e a lasciare tranquillo ogni visitatore.

In fuga - Alice Munro

All'erta

Il segreto della vita, aveva spiegato Harry a Lauren, era stare al mondo pieni di curiosità. Tenere gli occhi aperti e cogliere le occasioni, l’umanità, di tutte le persone che si incontravano. Stare all’erta. Se un insegnamento poteva darle, era proprio quello. Sta’ all’erta.

In fuga - Alice Munro

Modificare le premesse

Ormai conduceva una vita ben diversa da quella del personaggio pubblico, della donna vivace, premurosa e sempre ben informata di un tempo. Viveva in mezzo ai libri, leggendo per la maggior parte delle ore di veglia, e sentendosi costretta ad approfondire e modificare qualunque premessa di partenza. Spesso non ascoltava notiziari per una settimana di seguito.

In fuga - Alice Munro

Dolore

 Si rese conto che Eric era morto.

Come se per tutto quel tempo, mentre lei stava a Vancouver, Eric l’avesse aspettata da qualche parte, per vedere se fosse disposta a tornare da lui. Come se restare insieme fosse un’opzione da sempre aperta. La vita sin dal suo arrivo lí aveva continuato a procedere sullo sfondo di Eric, senza che lei nemmeno si rendesse conto che Eric non esisteva. Niente di lui esisteva. Il suo ricordo, perfino, nel mondo banale di tutti i giorni, era in fase di ritirata.

Ecco dunque il dolore. Juliet ha la sensazione che le rovescino dentro un sacco di cemento a presa rapida. Quasi non riesce a muoversi. Salire sull’autobus, scendere, percorrere il mezzo isolato fino a casa (ma perché adesso abita qui?) è come scalare uno scoglio a strapiombo.


 In fuga - Alice Munro

Ostilità

Certe volte, nel corso di un’intervista, a Juliet è capitato di percepire, nella persona che le sta di fronte, riserve di ostilità rimaste latenti fino all’attimo in cui le telecamere hanno incominciato a riprendere. Persone che Juliet aveva sottovalutato, o ritenuto piuttosto stupide, potevano rivelarsi in possesso di quel genere di forza. Un’ostilità giocosa ma implacabile. In quel caso, il trucco è non farsi mai prendere in contropiede, non mostrare mai un accenno di ostilità di rimando.

In fuga - Alice Munro

Figlia

Ma possiede grazia e indulgenza ed è saggia quanto potrebbe esserlo se fosse vissuta su questa terra per ottant’anni. È di indole riflessiva, non esuberante come me. Un po’ taciturna, come suo padre. Ed è anche bella come un angelo, come mia madre, bionda come mia madre, ma non cosí gracile. Forte e aristocratica. Scultorea come una cora greca, direi. E, in contrasto col luogo comune, non ne sono affatto gelosa. In tutto questo tempo senza di lei – senza neppure una parola da parte sua, perché allo Spiritual Balance non sono ammesse né lettere né telefonate – in tutto questo tempo, sono vissuta in una specie di deserto, e quando il suo messaggio è arrivato ero come una vecchia zolla di terra riarsa che si ubriachi di pioggia.

In fuga - Alice Munro

Casa

Leggendo la lettera, Juliet ebbe un moto di imbarazzo, come sempre succede quando si scopre il fantasma sconcertante della nostra voce passata e artefatta. La lasciò perplessa quella maschera di allegria, in contrasto con il dolore dei suoi ricordi. Poi pensò che allora doveva essersi verificato un cambiamento del quale poi si era dimenticata. Un cambiamento che riguardava l’idea di casa. «Casa» non era a Whale Bay, con Eric, ma dove era stata prima, per tutta la vita.

Perché sono le cose che succedono a casa, quelle che cerchi di proteggere, meglio che puoi, piú a lungo che puoi.

Lei però non aveva protetto Sara. Quando Sara aveva detto presto rivedrò Juliet, Juliet non aveva saputo trovare risposta. Possibile che non ne fosse stata capace? Cosa c’era poi di tanto difficile? Bastava dire «Sí». Avrebbe significato cosí tanto per Sara, e per lei, di sicuro, talmente poco. E invece le aveva voltato le spalle e aveva portato il vassoio in cucina, dove aveva lavato e asciugato le tazze e anche il bicchiere della gazzosa all’uva. Aveva riordinato ogni cosa.


In fuga - Alice Munro

Mettersi al loro livello

Papà non ha paura di pensarla diversamente da persone piú in alto di lui, – disse Sara, traendo un profondo respiro. – Ma sai come diventa con quelle piú in basso. Farebbe qualunque cosa per assicurarsi che non si sentano in alcun modo diverse da lui, ha bisogno di mettersi al loro livello…

In fuga - Alice Munro

Figure minute

Le piaceva tutto in quel quadro, ma in special modo le figure minute e gli edifici traballanti in cima al dipinto. L’uomo con la falce e la donna capovolta.

Andò a cercare il titolo. Io e il Villaggio.

Perfettamente adeguato.

– Chagall. Mi piace Chagall, – disse Christa. – Picasso era un bastardo.


In fuga - Alice Munro

Menadi

Juliet stava leggendo del menadismo. I riti avevano luogo nottetempo, nel cuore dell’inverno, secondo Dodds. Le donne raggiungevano la vetta del Parnaso e quando capitava che, tutte insieme, restassero isolate lassú a causa di una tempesta di neve, si doveva organizzare una squadra di soccorso. Le future menadi venivano riportate a valle con le vesti ghiacciate, rigide come tavole. Invasate sí, ma sempre pronte a dare il benvenuto ai soccorsi.

In fuga - Alice Munro

Quantità di tempo

Così continuiamo a vivere la nostra vita, pensai. Segnati da perdite profonde e definitive, derubati delle cose per noi più preziose, trasformati in persone diverse che di sé conservano solo lo strato esterno della pelle; tuttavia, silenziosamente, continuiamo a vivere. Allungando le mani, riusciamo a prenderci la quantità di tempo che ci è assegnata, e poi la guardiamo mentre indietreggia alle nostre spalle. A volte, nel ripetersi dei gesti quotidiani, sappiamo farlo anche con destrezza.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Vacanze finite

Le vacanze erano finite e avrei rimesso i piedi nel territorio della quotidianità, che infinito si stendeva davanti a me.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Rancore

Poi chiese:
– Non mi porti rancore?
– Per il fatto che Sumire è scomparsa? –Sì.
– Perché dovrei portarti rancore?
– Non lo so –. Una stanchezza a lungo soffocata traspariva dalla sua voce. – Ho avuto la sensazione che non solo Sumire, ma che anche te, non ti avrei più rivisto. Perciò te l’ho chiesto.
– Non ti porto nessun rancore, – le dissi.
– Ma nel futuro, chissà...
– Io non sono uno che porta rancore così, senza ragione.
Myu si tolse il cappello, si aggiustò i capelli sulla fronte, poi se lo mise di nuovo. Mi guardò con gli occhi lucidi.
– Forse perché non ti aspetti mai molto dagli altri, – disse Myu. I suoi occhi erano trasparenti e profondi. Come l’oscurità del crepuscolo, la sera in cui l’avevo incontrata per la prima volta. – Io non sono così. Ma tu mi piaci molto, veramente.


La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Scambio profondo

Al momento di separarci, Myu mi abbracciò. Lo fece in modo molto spontaneo, e poi mi tenne stretto a lungo, le braccia intorno alla mia schiena, senza parlare. La sua pelle, sotto il sole caldo del pomeriggio, era sorprendentemente fresca. Era come se, attraverso i palmi delle mani, cercasse di comunicarmi qualcosa. Lo sentivo. Chiusi gli occhi e tesi l’orecchio. Ma era qualcosa che non si esprimeva, non poteva esprimersi a parole. In quel silenzio, tra noi ci fu uno scambio profondo.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

In cerca

È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie.

Orgoglio e pregiudizio - Jane Austen

Segreto

C’è sempre un momento in cui una storia va raccontata, ho insistito. Altrimenti per tutta la vita si resta prigionieri di un segreto.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Sognare

Allora che cosa si può fare per evitare di andare a urtare con violenza contro qualcosa (bang!), se non si ha voglia di mettersi a pensare seriamente, e si preferisce stare stesi sul prato a guardare placidamente le nuvole che passano, ascoltando il rumore dell’erba che cresce? Difficile? No: se si segue la logica, la soluzione è piuttosto semplice. C’est simple. Basta sognare. Entrare nel mondo dei sogni e non uscirne più. Continuare a vivere lì per sempre.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Legare a qualcosa

quando tentiamo di far convivere armoniosamente le «cose che sappiamo (o crediamo di sapere)» e le «cose che non sappiamo», è necessario elaborare una valida strategia. E quella strategia – come avrai già capito – è pensare. In altre parole, legare saldamente se stessi a qualcosa. Altrimenti ci troveremmo sicuramente sottoposti a un terrificante trattamento d’urto.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Sapere e non sapere

In questo nostro mondo, le «cose che sappiamo» e le «cose che non sappiamo» sono fatalmente inseparabili come gemelle siamesi, e la loro stessa esistenza è confusione.

Confusione, confusione.

Chi può distinguere il mare da ciò che vi si riflette? O dire dove finisce la pioggia e comincia la malinconia?

È così che, di buon grado, ho smesso di fare differenza tra il sapere e il non sapere. Anzi, è diventato il mio punto di partenza. In un certo senso, un terribile punto di partenza. Seguendo questo ragionamento diventa impossibile separare forma e contenuto, soggetto e oggetto, causa ed effetto, me e le nocche delle mie dita. Come è impossibile separare sale e pepe, farina e fecola, indissolubilmente mischiati sul pavimento della cucina.


La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Conoscere e non conoscere

A pensarci, scrivere anche le cose che conoscevo (o credevo di conoscere) come se non le conoscessi, è sempre stata la mia prima regola come scrittrice. Se avessi cominciato a pensare: «Ah, questa cosa la conosco, perciò non vale la pena di perdere tempo ed energia a scriverne», mi sarei fermata lì. Non sarei andata da nessuna parte. Per dirla in termini più concreti, se di una persona che frequento pensassi: «Lui lo conosco bene, quindi non è necessario che perda tempo a pensarci», e fossi tranquilla così, potrei prepararmi (potresti prepararti) a subire un duro tradimento. Dietro tutte le cose che crediamo di conoscere bene, se ne nascondono altrettante che non conosciamo per niente.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Leggerezza e pensiero

In altre parole, per essere più vicina a Myu, ho bisogno di diventare estremamente leggera. Anche un atto fondamentale come quello di pensare diventa per me una specie di ingombrante fardello. Penso che si tratti semplicemente di questo.

Anche se l’erba del prato può crescere a dismisura, io non me ne curo. Invece di tagliarla, nell’erba mi ci stendo, alzando gli occhi verso l’alto per guardare le nuvole bianche che fluttuano in cielo. Affido a loro il mio destino. E il cuore al profumo dell’erba fresca e al vento che mi sussurra nelle orecchie. Non mi importa più niente di sapere o non sapere, e nemmeno se tra le due cose c’è qualche differenza.


La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Scrivere e falciare

Finora ho scritto un’enorme quantità di roba. A ritmo più o meno quotidiano. Come uno tutto preso a falciare da solo l’erba di un prato immenso che continua a crescere rapidissima e senza interruzione. Oggi taglio qui, domani lì... e quando, finito il giro, ritorni al punto di partenza, l’erba è ricresciuta più fitta di prima.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Scrivere e pensare

Ho sempre scritto solo perché dovevo farlo.

Perché è così imperativo per me scrivere? La ragione è semplice. Perché per pensare a qualunque cosa ho bisogno di metterla prima di tutto per iscritto.

È stato così fin da quando ero piccola. Quando c’era qualcosa che non capivo, raccoglievo a una a una tutte le parole che avevo ai miei piedi, e le mettevo in ordine in forma di frase. Se il risultato non mi convinceva, le mischiavo di nuovo e le disponevo in una forma diversa. Ripetendo questo procedimento diverse volte, alla fine riuscivo a elaborare un pensiero come facevano tutti. Scrivere per me non era complicato né faticoso. Io mi dedicavo alla scrittura con la stessa passione con cui gli altri bambini collezionavano bei sassolini o ghiande. Per me scrivere, usando carta e matita, era naturale come respirare. E in questo modo potevo pensare.


La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Sospiro

Myu tirò un sospiro profondo come un soffio di vento ai confini del mondo. 

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Solitudine

E in quel momento capii. Eravamo state meravigliose compagne di viaggio, ma in fondo non eravamo che solitari aggregati metallici che disegnavano ognuno la propria orbita. In lontananza potremmo anche essere belle a vedersi, come stelle cadenti. Ma in realtà non siamo che prigioniere, ognuna confinata nel proprio spazio, senza la possibilità di andare da nessun’altra parte. Quando le orbite dei nostri satelliti per caso si incrociano, le nostre facce si incontrano. E forse, chissà, anche le nostre anime vengono a contatto. Ma questo non dura che un attimo.

Un istante dopo, ci ritroviamo ognuna nella propria assoluta solitudine. Fino al giorno in cui bruceremo e saremo completamente azzerate.



La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Prigioniero

E oggi io mi trovavo chiuso, prigioniero in un circuito. Continuavo a girare in tondo sempre nello stesso punto. Pur sapendo che non sarei arrivato da nessuna parte, non potevo fermarmi. Non avevo alternativa.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Senza di te

Senza di te la mia vita sarebbe come The Best of Bobby Darin senza «Mack the Knife».

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Chi sono io

Domanda «Chi sono io?» Ovviamente, dal punto di vista della quantità di informazioni sull’argomento, non esiste al mondo nessuno che possa saperne su di me più di me stesso. Ma quando io mi trovo a parlare di me, è inevitabile che il mio io narrato sia filtrato, manipolato, censurato dal mio io narrante, dalla sua scala di valori, dalla sua sensibilità, dal suo spirito di osservazione, nonché da una serie di interessi concreti. Perciò, che grado di verità oggettiva possiederà mai questo io che si racconta da sé?
 
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Esperienza diretta




Come per tutte le cose, il metodo più efficace è l’esperienza diretta: usando i sensi e a proprie spese. Non sono conoscenze che si imparano sui libri.
 
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Cibo e compromesso

Sumire ebbe l’impressione che Myu stesse molto attenta al cibo. Il suo collo era sottile come il virgulto di una pianta, e in tutto il corpo non c’era un filo di grasso superfluo. Non sembrava avesse bisogno di diete. Probabilmente si limitava a usare un criterio di rigore assoluto in tutte le sue scelte, senza mai cedere al minimo compromesso, come una spartana chiusa in una fortezza di montagna.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Buio dell'anima

Capivo soltanto che intorno a me era buio pesto, come nel momento che Francis Scott Fitzgerald chiama «il buio dell’anima».

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Affidarmi alla corrente

Sento che questo amore mi porterà da qualche parte. Ma non posso sottrarmi alla sua forte corrente. Non ho nessuna possibilità di scelta. Il luogo dove mi condurrà è un mondo diverso, che non ho mai visto. Potrebbe trattarsi anche di un luogo pericoloso. Le cose che vi si annidano potrebbero ferirmi in modo profondo, irrimediabile. Potrei perdere tutto quello che adesso ho. Ma non posso più tornare indietro. Non mi resta che affidarmi alla corrente che vedo davanti a me. Anche a costo di finire travolta, anche a costo di scomparire.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Giudicare le persone

La mia regola è sempre stata giudicare le persone dalla faccia, – disse. – Questo vuol dire che i tuoi lineamenti e l’espressione del tuo viso mi sono piaciuti. Molto.

La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

Musica per pianoforte

Entrambe prediligevano la musica per pianoforte, e consideravano la Sonata per pianoforte op. 32 di Beethoven un’insuperabile pietra miliare tra questo tipo di composizioni. E tutt’e due erano convinte che le registrazioni di Wilhelm Backhaus per la Decca ne avessero fissato i canoni interpretativi e le giudicavano esecuzioni mirabili e insuperate. E oltretutto erano pervase di felicità e gioia di vivere!

Lo Chopin di Vladimir Horowitz, quello dell’epoca in cui le registrazioni erano ancora in mono, e in particolare gli scherzi, erano impeccabili ed emozionanti. La raccolta dei preludi di Debussy eseguita da Friedrich Gulda era splendida e piena di umorismo, e Grieg suonato da Gieseking era una pura delizia. Il Prokofiev nell’esecuzione di Sviatoslav Richter, per la sua interpretazione sorvegliata e contenuta, e la straordinaria profondità di alcuni momenti «plastici», meritava di essere ascoltato tutto, integralmente. E che dire delle sonate per pianoforte di Mozart di Wanda Landowska, sottovalutate nonostante l’attenzione scrupolosa e affettuosa da cui erano animate?


La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

lunedì 30 dicembre 2013

La vita non cambia


La vita non cambia," pensò, "non vuol cambiare." Avrebbe voluto gridare; abbassò le due mani e se le torse, là, contro il ventre, così forte che i polsi le si indolenzirono.

Alberto Moravia - Gli Indifferenti

Volontà rassegnata

Ella fece di nuovo il vano gesto di respingerlo, ma ancor più fiaccamente di prima, ché ora la vinceva una specie di volontà rassegnata; perché rifiutare Leo? Questa virtù l'avrebbe rigettata in braccio alla noia e al meschino disgusto delle abitudini; e le pareva inoltre, per un gusto fatalistico di simmetrie morali, che questa avventura quasi familiare fosse il solo epilogo che la sua vita meritasse; dopo, tutto sarebbe stato nuovo; la vita e lei stessa; guardava quella faccia dell'uomo, là, tesa verso la sua: "Finirla,"pensava "rovinare tutto., ."e le girava la testa come a chi si prepara a gettarsi a capofitto nel vuoto.

Gli Indifferenti - Alberto Moravia

Passaggio di odio

Da quell'ombra, laggiù, che riempiva l'altra metà del salotto, l'onda morta del rancore si mosse, scivolò contro il petto di Carla, disparve, nera e senza schiuma, ella restò cogli occhi spalancati, senza respiro, resa muta da questo passaggio di odio.

Gli Indifferenti - Alberto Moravia

Fonte originaria

Eppure era questa che bisognava trovare: scoprire la fonte originaria nel proprio Io, e impadronirsene! Tutto il resto era ricerca, era errore e deviazione. Tali erano i pensieri di Siddharta, questa era la sua sete, questo il suo tormento. 

Siddharta - Hermann Hesse

Svegliandosi al mattino

Si dica quel che si vuole, ma è piacevole, svegliandosi al mattino, trovarsi nell’ampia camera parata di stoffa chiara, quando il primo gesto della mano incontra una pesante trapunta di raso; ed è una cosa da ricordare vedersi servire a colazione, nella veranda, mentre dalla porta a vetri aperta entra l’aria del mattino, una tazza di cioccolata invece del caffè o del tè: sì, una vera cioccolata da compleanno con una spessa fetta di focaccia ancora umida.

I Budembrook - Thomas Mann

Grido negli occhi

Io so che il sangue della vittima innocente resta impresso, indelebile, negli occhi dell’innocente testimone. Di mio padre, là sulla strada, dello scandalo intollerabile di ogni innocente ucciso, rimane negli occhi un grido: non chiama vendetta, piange un dolore senza fine. E il cuore non trova pace.

Come mi batte forte il tuo cuore - Benedetta Tobagi 

Quiete della sera

Oh stanco dolore riposa! Per quanto tempo dovrò girare tra queste stanze? Quando verrà la quiete della sera?
  
Come mi batte forte il tuo cuore - Benedetta Tobagi