«Accucciate, distese, sedute tra gli alberi,
c’erano delle forme nere appoggiate ai tronchi, tutt’uno con la terra,
mezzo stagliate e mezzo confuse nella penombra, in tutti gli
atteggiamenti del dolore, dell’abbandono, della disperazione. Sulla rupe
esplose un’altra mina, seguita da un fremito leggero del terreno sotto i
miei piedi. Il lavoro proseguiva. Il lavoro! E questo era il luogo in
cui alcuni uomini impegnati in quel lavoro s’erano appartati per morire.
«Stavano lentamente morendo – era chiaro.
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
martedì 31 dicembre 2013
Sotto gli alberi
Finalmente
giunsi sotto gli alberi. Avevo intenzione di passeggiare all’ombra per
un momento; ma appena m’inoltrai, mi parve di essere penetrato nel cupo
girone di qualche Inferno. Le rapide erano vicine e un fragore
ininterrotto, uniforme, precipitoso e impetuoso colmava la funerea
immobilità del boschetto, dove non soffiava un alito di vento né si
muoveva una foglia, di un suono misterioso
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Demone
Ho visto il demone della violenza, e il demone
della cupidigia, e il demone della concupiscenza; ma per tutte le
stelle! quelli erano demoni vigorosi, robusti, demoni dagli occhi di
fiamma che dominavano e trascinavano gli uomini – uomini, vi dico. Ma
sul fianco di quella collina previdi che nella luce accecante di quella
terra avrei conosciuto il demone flaccido, bugiardo, dall’occhio spento,
di una follia rapace e spietata.
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Selvaggi
Li chiamavano criminali e la legge oltraggiata,
mistero insolubile venuto dal mare, era piombata su di loro come colpi
di cannone. I toraci scarni ansimavano all’unisono, le narici
violentemente dilatate fremevano, gli occhi impietriti fissavano la
salita. Mi superarono a un palmo di distanza senza uno sguardo, con la
completa e mortale indifferenza dei selvaggi infelici.
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Natura
Facemmo scalo in altri posti dal nome farsesco,
dove l’allegra danza della morte e del commercio procede nell’atmosfera
immobile e terrosa di una catacomba surriscaldata; lungo tutta la costa
uniforme bordata dalla pericolosa risacca, come se la Natura stessa
avesse cercato di respingere gli intrusi; fuori e dentro i fiumi,
correnti di morte in vita, le cui rive si decomponevano in mota, le cui
acque, ispessite in limo, invadevano le mangrovie contorte, che parevano
agitarsi verso di noi allo stremo di una disperazione impotente.
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Donne
È strano quanto alle donne manchi il contatto con
la realtà. Vivono in un mondo tutto loro, e non c’è mai stato nulla che
gli somigli, né mai ci potrà essere. È troppo bello e se mai riuscissero
a realizzarlo, andrebbe in frantumi prima del tramonto.
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Stupido
Mentre sedevamo davanti ai nostri vermut, si mise a
glorificare gli affari della Compagnia e di lì a poco accidentalmente
gli dimostrai la mia sorpresa che non fosse ancora andato laggiù.
Diventò all’improvviso freddo e formale. “Non sono poi così stupido
quanto sembro, disse Platone ai suoi discepoli” sentenziò, vuotò
risolutamente il bicchiere e ci alzammo.
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Cuore di tenebra - Joseph Conrad
Sistemi di sicurezza
Questo dimostrava ancora una volta la tesi che nessun sistema di sicurezza è migliore del più stupido dei collaboratori.
La ragazza che giocava con il fuoco - Stieg Larsson
La ragazza che giocava con il fuoco - Stieg Larsson
Cattolicesimo e giudaismo
C’era
una grossa differenza fra cattolicesimo e giudaismo. Alla sinagoga si
andava per cercare la compagnia di altre persone della comunità. I
cattolici invece andavano in chiesa mossi dal desiderio di starsene in
pace con Dio. L’intera chiesa era un invito al silenzio e a lasciare
tranquillo ogni visitatore.
In fuga - Alice Munro
In fuga - Alice Munro
All'erta
Il segreto della vita, aveva spiegato Harry a
Lauren, era stare al mondo pieni di curiosità. Tenere gli occhi aperti e
cogliere le occasioni, l’umanità, di tutte le persone che si
incontravano. Stare all’erta. Se un insegnamento poteva darle, era
proprio quello. Sta’ all’erta.
In fuga - Alice Munro
In fuga - Alice Munro
Modificare le premesse
Ormai conduceva una vita ben diversa da quella del
personaggio pubblico, della donna vivace, premurosa e sempre ben
informata di un tempo. Viveva in mezzo ai libri, leggendo per la maggior
parte delle ore di veglia, e sentendosi costretta ad approfondire e
modificare qualunque premessa di partenza. Spesso non ascoltava
notiziari per una settimana di seguito.
In fuga - Alice Munro
In fuga - Alice Munro
Dolore
Si rese conto che Eric era morto.
Come se per tutto quel tempo, mentre lei stava a Vancouver, Eric l’avesse aspettata da qualche parte, per vedere se fosse disposta a tornare da lui. Come se restare insieme fosse un’opzione da sempre aperta. La vita sin dal suo arrivo lí aveva continuato a procedere sullo sfondo di Eric, senza che lei nemmeno si rendesse conto che Eric non esisteva. Niente di lui esisteva. Il suo ricordo, perfino, nel mondo banale di tutti i giorni, era in fase di ritirata.
Ecco dunque il dolore. Juliet ha la sensazione che le rovescino dentro un sacco di cemento a presa rapida. Quasi non riesce a muoversi. Salire sull’autobus, scendere, percorrere il mezzo isolato fino a casa (ma perché adesso abita qui?) è come scalare uno scoglio a strapiombo.
In fuga - Alice Munro
Come se per tutto quel tempo, mentre lei stava a Vancouver, Eric l’avesse aspettata da qualche parte, per vedere se fosse disposta a tornare da lui. Come se restare insieme fosse un’opzione da sempre aperta. La vita sin dal suo arrivo lí aveva continuato a procedere sullo sfondo di Eric, senza che lei nemmeno si rendesse conto che Eric non esisteva. Niente di lui esisteva. Il suo ricordo, perfino, nel mondo banale di tutti i giorni, era in fase di ritirata.
Ecco dunque il dolore. Juliet ha la sensazione che le rovescino dentro un sacco di cemento a presa rapida. Quasi non riesce a muoversi. Salire sull’autobus, scendere, percorrere il mezzo isolato fino a casa (ma perché adesso abita qui?) è come scalare uno scoglio a strapiombo.
In fuga - Alice Munro
Ostilità
Certe volte, nel corso di un’intervista, a Juliet è
capitato di percepire, nella persona che le sta di fronte, riserve di
ostilità rimaste latenti fino all’attimo in cui le telecamere hanno
incominciato a riprendere. Persone che Juliet aveva sottovalutato, o
ritenuto piuttosto stupide, potevano rivelarsi in possesso di quel
genere di forza. Un’ostilità giocosa ma implacabile. In quel caso, il
trucco è non farsi mai prendere in contropiede, non mostrare mai un
accenno di ostilità di rimando.
In fuga - Alice Munro
In fuga - Alice Munro
Figlia
Ma possiede grazia e indulgenza ed è saggia quanto
potrebbe esserlo se fosse vissuta su questa terra per ottant’anni. È di
indole riflessiva, non esuberante come me. Un po’ taciturna, come suo
padre. Ed è anche bella come un angelo, come mia madre, bionda come mia
madre, ma non cosí gracile. Forte e aristocratica. Scultorea come una
cora greca, direi. E, in contrasto col luogo comune, non ne sono affatto
gelosa. In tutto questo tempo senza di lei – senza neppure una parola
da parte sua, perché allo Spiritual Balance non sono ammesse né lettere
né telefonate – in tutto questo tempo, sono vissuta in una specie di
deserto, e quando il suo messaggio è arrivato ero come una vecchia zolla
di terra riarsa che si ubriachi di pioggia.
In fuga - Alice Munro
In fuga - Alice Munro
Casa
Leggendo la lettera, Juliet ebbe un moto di
imbarazzo, come sempre succede quando si scopre il fantasma sconcertante
della nostra voce passata e artefatta. La lasciò perplessa quella
maschera di allegria, in contrasto con il dolore dei suoi ricordi. Poi
pensò che allora doveva essersi verificato un cambiamento del quale poi
si era dimenticata. Un cambiamento che riguardava l’idea di casa. «Casa»
non era a Whale Bay, con Eric, ma dove era stata prima, per tutta la
vita.
Perché sono le cose che succedono a casa, quelle che cerchi di proteggere, meglio che puoi, piú a lungo che puoi.
Lei però non aveva protetto Sara. Quando Sara aveva detto presto rivedrò Juliet, Juliet non aveva saputo trovare risposta. Possibile che non ne fosse stata capace? Cosa c’era poi di tanto difficile? Bastava dire «Sí». Avrebbe significato cosí tanto per Sara, e per lei, di sicuro, talmente poco. E invece le aveva voltato le spalle e aveva portato il vassoio in cucina, dove aveva lavato e asciugato le tazze e anche il bicchiere della gazzosa all’uva. Aveva riordinato ogni cosa.
In fuga - Alice Munro
Perché sono le cose che succedono a casa, quelle che cerchi di proteggere, meglio che puoi, piú a lungo che puoi.
Lei però non aveva protetto Sara. Quando Sara aveva detto presto rivedrò Juliet, Juliet non aveva saputo trovare risposta. Possibile che non ne fosse stata capace? Cosa c’era poi di tanto difficile? Bastava dire «Sí». Avrebbe significato cosí tanto per Sara, e per lei, di sicuro, talmente poco. E invece le aveva voltato le spalle e aveva portato il vassoio in cucina, dove aveva lavato e asciugato le tazze e anche il bicchiere della gazzosa all’uva. Aveva riordinato ogni cosa.
In fuga - Alice Munro
Mettersi al loro livello
Papà non ha paura di pensarla diversamente da
persone piú in alto di lui, – disse Sara, traendo un profondo respiro. –
Ma sai come diventa con quelle piú in basso. Farebbe qualunque cosa per
assicurarsi che non si sentano in alcun modo diverse da lui, ha bisogno
di mettersi al loro livello…
In fuga - Alice Munro
In fuga - Alice Munro
Figure minute
Le piaceva tutto in quel quadro, ma in special
modo le figure minute e gli edifici traballanti in cima al dipinto.
L’uomo con la falce e la donna capovolta.
Andò a cercare il titolo. Io e il Villaggio.
Perfettamente adeguato.
– Chagall. Mi piace Chagall, – disse Christa. – Picasso era un bastardo.
In fuga - Alice Munro
Andò a cercare il titolo. Io e il Villaggio.
Perfettamente adeguato.
– Chagall. Mi piace Chagall, – disse Christa. – Picasso era un bastardo.
In fuga - Alice Munro
Menadi
Juliet stava leggendo del menadismo. I riti
avevano luogo nottetempo, nel cuore dell’inverno, secondo Dodds. Le
donne raggiungevano la vetta del Parnaso e quando capitava che, tutte
insieme, restassero isolate lassú a causa di una tempesta di neve, si
doveva organizzare una squadra di soccorso. Le future menadi venivano
riportate a valle con le vesti ghiacciate, rigide come tavole. Invasate
sí, ma sempre pronte a dare il benvenuto ai soccorsi.
In fuga - Alice Munro
In fuga - Alice Munro
Quantità di tempo
Così continuiamo a vivere la nostra vita, pensai.
Segnati da perdite profonde e definitive, derubati delle cose per noi
più preziose, trasformati in persone diverse che di sé conservano solo
lo strato esterno della pelle; tuttavia, silenziosamente, continuiamo a
vivere. Allungando le mani, riusciamo a prenderci la quantità di tempo
che ci è assegnata, e poi la guardiamo mentre indietreggia alle nostre
spalle. A volte, nel ripetersi dei gesti quotidiani, sappiamo farlo
anche con destrezza.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Vacanze finite
Le vacanze erano finite e avrei rimesso i piedi nel territorio della quotidianità, che infinito si stendeva davanti a me.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Rancore
Poi chiese:
– Non mi porti rancore?
– Per il fatto che Sumire è scomparsa? –Sì.
– Perché dovrei portarti rancore?
– Non lo so –. Una stanchezza a lungo soffocata traspariva dalla sua voce. – Ho avuto la sensazione che non solo Sumire, ma che anche te, non ti avrei più rivisto. Perciò te l’ho chiesto.
– Non ti porto nessun rancore, – le dissi.
– Ma nel futuro, chissà...
– Io non sono uno che porta rancore così, senza ragione.
Myu si tolse il cappello, si aggiustò i capelli sulla fronte, poi se lo mise di nuovo. Mi guardò con gli occhi lucidi.
– Forse perché non ti aspetti mai molto dagli altri, – disse Myu. I suoi occhi erano trasparenti e profondi. Come l’oscurità del crepuscolo, la sera in cui l’avevo incontrata per la prima volta. – Io non sono così. Ma tu mi piaci molto, veramente.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
– Non mi porti rancore?
– Per il fatto che Sumire è scomparsa? –Sì.
– Perché dovrei portarti rancore?
– Non lo so –. Una stanchezza a lungo soffocata traspariva dalla sua voce. – Ho avuto la sensazione che non solo Sumire, ma che anche te, non ti avrei più rivisto. Perciò te l’ho chiesto.
– Non ti porto nessun rancore, – le dissi.
– Ma nel futuro, chissà...
– Io non sono uno che porta rancore così, senza ragione.
Myu si tolse il cappello, si aggiustò i capelli sulla fronte, poi se lo mise di nuovo. Mi guardò con gli occhi lucidi.
– Forse perché non ti aspetti mai molto dagli altri, – disse Myu. I suoi occhi erano trasparenti e profondi. Come l’oscurità del crepuscolo, la sera in cui l’avevo incontrata per la prima volta. – Io non sono così. Ma tu mi piaci molto, veramente.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Scambio profondo
Al momento di separarci, Myu mi abbracciò. Lo fece
in modo molto spontaneo, e poi mi tenne stretto a lungo, le braccia
intorno alla mia schiena, senza parlare. La sua pelle, sotto il sole
caldo del pomeriggio, era sorprendentemente fresca. Era come se,
attraverso i palmi delle mani, cercasse di comunicarmi qualcosa. Lo
sentivo. Chiusi gli occhi e tesi l’orecchio. Ma era qualcosa che non si
esprimeva, non poteva esprimersi a parole. In quel silenzio, tra noi ci
fu uno scambio profondo.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
In cerca
È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie.
Orgoglio e pregiudizio - Jane Austen
Orgoglio e pregiudizio - Jane Austen
Segreto
C’è sempre un momento in cui una storia va
raccontata, ho insistito. Altrimenti per tutta la vita si resta
prigionieri di un segreto.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Sognare
Allora che cosa si può fare per evitare di andare a
urtare con violenza contro qualcosa (bang!), se non si ha voglia di
mettersi a pensare seriamente, e si preferisce stare stesi sul prato a
guardare placidamente le nuvole che passano, ascoltando il rumore
dell’erba che cresce? Difficile? No: se si segue la logica, la soluzione
è piuttosto semplice. C’est simple. Basta sognare. Entrare nel mondo
dei sogni e non uscirne più. Continuare a vivere lì per sempre.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Legare a qualcosa
quando tentiamo di far convivere armoniosamente le
«cose che sappiamo (o crediamo di sapere)» e le «cose che non
sappiamo», è necessario elaborare una valida strategia. E quella
strategia – come avrai già capito – è pensare. In altre parole, legare
saldamente se stessi a qualcosa. Altrimenti ci troveremmo sicuramente
sottoposti a un terrificante trattamento d’urto.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Sapere e non sapere
In questo nostro mondo, le «cose che sappiamo» e
le «cose che non sappiamo» sono fatalmente inseparabili come gemelle
siamesi, e la loro stessa esistenza è confusione.
Confusione, confusione.
Chi può distinguere il mare da ciò che vi si riflette? O dire dove finisce la pioggia e comincia la malinconia?
È così che, di buon grado, ho smesso di fare differenza tra il sapere e il non sapere. Anzi, è diventato il mio punto di partenza. In un certo senso, un terribile punto di partenza. Seguendo questo ragionamento diventa impossibile separare forma e contenuto, soggetto e oggetto, causa ed effetto, me e le nocche delle mie dita. Come è impossibile separare sale e pepe, farina e fecola, indissolubilmente mischiati sul pavimento della cucina.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Confusione, confusione.
Chi può distinguere il mare da ciò che vi si riflette? O dire dove finisce la pioggia e comincia la malinconia?
È così che, di buon grado, ho smesso di fare differenza tra il sapere e il non sapere. Anzi, è diventato il mio punto di partenza. In un certo senso, un terribile punto di partenza. Seguendo questo ragionamento diventa impossibile separare forma e contenuto, soggetto e oggetto, causa ed effetto, me e le nocche delle mie dita. Come è impossibile separare sale e pepe, farina e fecola, indissolubilmente mischiati sul pavimento della cucina.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Conoscere e non conoscere
A pensarci, scrivere anche le cose che conoscevo
(o credevo di conoscere) come se non le conoscessi, è sempre stata la
mia prima regola come scrittrice. Se avessi cominciato a pensare: «Ah,
questa cosa la conosco, perciò non vale la pena di perdere tempo ed
energia a scriverne», mi sarei fermata lì. Non sarei andata da nessuna
parte. Per dirla in termini più concreti, se di una persona che
frequento pensassi: «Lui lo conosco bene, quindi non è necessario che
perda tempo a pensarci», e fossi tranquilla così, potrei prepararmi
(potresti prepararti) a subire un duro tradimento. Dietro tutte le cose
che crediamo di conoscere bene, se ne nascondono altrettante che non
conosciamo per niente.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Leggerezza e pensiero
In
altre parole, per essere più vicina a Myu, ho bisogno di diventare
estremamente leggera. Anche un atto fondamentale come quello di pensare
diventa per me una specie di ingombrante fardello. Penso che si tratti
semplicemente di questo.
Anche se l’erba del prato può crescere a dismisura, io non me ne curo. Invece di tagliarla, nell’erba mi ci stendo, alzando gli occhi verso l’alto per guardare le nuvole bianche che fluttuano in cielo. Affido a loro il mio destino. E il cuore al profumo dell’erba fresca e al vento che mi sussurra nelle orecchie. Non mi importa più niente di sapere o non sapere, e nemmeno se tra le due cose c’è qualche differenza.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Anche se l’erba del prato può crescere a dismisura, io non me ne curo. Invece di tagliarla, nell’erba mi ci stendo, alzando gli occhi verso l’alto per guardare le nuvole bianche che fluttuano in cielo. Affido a loro il mio destino. E il cuore al profumo dell’erba fresca e al vento che mi sussurra nelle orecchie. Non mi importa più niente di sapere o non sapere, e nemmeno se tra le due cose c’è qualche differenza.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Scrivere e falciare
Finora
ho scritto un’enorme quantità di roba. A ritmo più o meno quotidiano.
Come uno tutto preso a falciare da solo l’erba di un prato immenso che
continua a crescere rapidissima e senza interruzione. Oggi taglio qui,
domani lì... e quando, finito il giro, ritorni al punto di partenza,
l’erba è ricresciuta più fitta di prima.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Scrivere e pensare
Ho sempre scritto solo perché dovevo farlo.
Perché è così imperativo per me scrivere? La ragione è semplice. Perché per pensare a qualunque cosa ho bisogno di metterla prima di tutto per iscritto.
È stato così fin da quando ero piccola. Quando c’era qualcosa che non capivo, raccoglievo a una a una tutte le parole che avevo ai miei piedi, e le mettevo in ordine in forma di frase. Se il risultato non mi convinceva, le mischiavo di nuovo e le disponevo in una forma diversa. Ripetendo questo procedimento diverse volte, alla fine riuscivo a elaborare un pensiero come facevano tutti. Scrivere per me non era complicato né faticoso. Io mi dedicavo alla scrittura con la stessa passione con cui gli altri bambini collezionavano bei sassolini o ghiande. Per me scrivere, usando carta e matita, era naturale come respirare. E in questo modo potevo pensare.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Perché è così imperativo per me scrivere? La ragione è semplice. Perché per pensare a qualunque cosa ho bisogno di metterla prima di tutto per iscritto.
È stato così fin da quando ero piccola. Quando c’era qualcosa che non capivo, raccoglievo a una a una tutte le parole che avevo ai miei piedi, e le mettevo in ordine in forma di frase. Se il risultato non mi convinceva, le mischiavo di nuovo e le disponevo in una forma diversa. Ripetendo questo procedimento diverse volte, alla fine riuscivo a elaborare un pensiero come facevano tutti. Scrivere per me non era complicato né faticoso. Io mi dedicavo alla scrittura con la stessa passione con cui gli altri bambini collezionavano bei sassolini o ghiande. Per me scrivere, usando carta e matita, era naturale come respirare. E in questo modo potevo pensare.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Sospiro
Myu tirò un sospiro profondo come un soffio di vento ai confini del mondo.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Solitudine
E in quel momento capii. Eravamo state
meravigliose compagne di viaggio, ma in fondo non eravamo che solitari
aggregati metallici che disegnavano ognuno la propria orbita. In
lontananza potremmo anche essere belle a vedersi, come stelle cadenti.
Ma in realtà non siamo che prigioniere, ognuna confinata nel proprio
spazio, senza la possibilità di andare da nessun’altra parte. Quando le
orbite dei nostri satelliti per caso si incrociano, le nostre facce si
incontrano. E forse, chissà, anche le nostre anime vengono a contatto.
Ma questo non dura che un attimo.
Un istante dopo, ci ritroviamo ognuna nella propria assoluta solitudine. Fino al giorno in cui bruceremo e saremo completamente azzerate.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Un istante dopo, ci ritroviamo ognuna nella propria assoluta solitudine. Fino al giorno in cui bruceremo e saremo completamente azzerate.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Prigioniero
E oggi io mi trovavo chiuso, prigioniero in un
circuito. Continuavo a girare in tondo sempre nello stesso punto. Pur
sapendo che non sarei arrivato da nessuna parte, non potevo fermarmi.
Non avevo alternativa.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Senza di te
Senza di te la mia vita sarebbe come The Best of Bobby Darin senza «Mack the Knife».
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Chi sono io
Domanda «Chi sono io?» Ovviamente, dal punto di
vista della quantità di informazioni sull’argomento, non esiste al mondo
nessuno che possa saperne su di me più di me stesso. Ma quando io mi
trovo a parlare di me, è inevitabile che il mio io narrato sia filtrato,
manipolato, censurato dal mio io narrante, dalla sua scala di valori,
dalla sua sensibilità, dal suo spirito di osservazione, nonché da una
serie di interessi concreti. Perciò, che grado di verità oggettiva
possiederà mai questo io che si racconta da sé?
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Esperienza diretta
Come per tutte le cose, il metodo più efficace è l’esperienza diretta: usando i sensi e a proprie spese. Non sono conoscenze che si imparano sui libri.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Cibo e compromesso
Sumire ebbe l’impressione che Myu stesse molto
attenta al cibo. Il suo collo era sottile come il virgulto di una
pianta, e in tutto il corpo non c’era un filo di grasso superfluo. Non
sembrava avesse bisogno di diete. Probabilmente si limitava a usare un
criterio di rigore assoluto in tutte le sue scelte, senza mai cedere al
minimo compromesso, come una spartana chiusa in una fortezza di
montagna.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Buio dell'anima
Capivo soltanto che intorno a me era buio pesto, come nel momento che Francis Scott Fitzgerald chiama «il buio dell’anima».
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Affidarmi alla corrente
Sento che questo amore mi porterà da qualche
parte. Ma non posso sottrarmi alla sua forte corrente. Non ho nessuna
possibilità di scelta. Il luogo dove mi condurrà è un mondo diverso, che
non ho mai visto. Potrebbe trattarsi anche di un luogo pericoloso. Le
cose che vi si annidano potrebbero ferirmi in modo profondo,
irrimediabile. Potrei perdere tutto quello che adesso ho. Ma non posso
più tornare indietro. Non mi resta che affidarmi alla corrente che vedo
davanti a me. Anche a costo di finire travolta, anche a costo di
scomparire.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Giudicare le persone
La mia regola è sempre stata giudicare le persone
dalla faccia, – disse. – Questo vuol dire che i tuoi lineamenti e
l’espressione del tuo viso mi sono piaciuti. Molto.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Musica per pianoforte
Entrambe prediligevano la musica per pianoforte, e
consideravano la Sonata per pianoforte op. 32 di Beethoven
un’insuperabile pietra miliare tra questo tipo di composizioni. E tutt’e
due erano convinte che le registrazioni di Wilhelm Backhaus per la
Decca ne avessero fissato i canoni interpretativi e le giudicavano
esecuzioni mirabili e insuperate. E oltretutto erano pervase di felicità
e gioia di vivere!
Lo Chopin di Vladimir Horowitz, quello dell’epoca in cui le registrazioni erano ancora in mono, e in particolare gli scherzi, erano impeccabili ed emozionanti. La raccolta dei preludi di Debussy eseguita da Friedrich Gulda era splendida e piena di umorismo, e Grieg suonato da Gieseking era una pura delizia. Il Prokofiev nell’esecuzione di Sviatoslav Richter, per la sua interpretazione sorvegliata e contenuta, e la straordinaria profondità di alcuni momenti «plastici», meritava di essere ascoltato tutto, integralmente. E che dire delle sonate per pianoforte di Mozart di Wanda Landowska, sottovalutate nonostante l’attenzione scrupolosa e affettuosa da cui erano animate?
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
Lo Chopin di Vladimir Horowitz, quello dell’epoca in cui le registrazioni erano ancora in mono, e in particolare gli scherzi, erano impeccabili ed emozionanti. La raccolta dei preludi di Debussy eseguita da Friedrich Gulda era splendida e piena di umorismo, e Grieg suonato da Gieseking era una pura delizia. Il Prokofiev nell’esecuzione di Sviatoslav Richter, per la sua interpretazione sorvegliata e contenuta, e la straordinaria profondità di alcuni momenti «plastici», meritava di essere ascoltato tutto, integralmente. E che dire delle sonate per pianoforte di Mozart di Wanda Landowska, sottovalutate nonostante l’attenzione scrupolosa e affettuosa da cui erano animate?
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
lunedì 30 dicembre 2013
La vita non cambia
La
vita non cambia," pensò, "non vuol cambiare." Avrebbe voluto gridare;
abbassò le due mani e se le torse, là, contro il ventre, così forte che i
polsi le si indolenzirono.
Alberto Moravia - Gli Indifferenti
Volontà rassegnata
Ella fece di nuovo il vano gesto di respingerlo,
ma ancor più fiaccamente di prima, ché ora la vinceva una specie di
volontà rassegnata; perché rifiutare Leo? Questa virtù l'avrebbe
rigettata in braccio alla noia e al meschino disgusto delle abitudini; e
le pareva inoltre, per un gusto fatalistico di simmetrie morali, che
questa avventura quasi familiare fosse il solo epilogo che la sua vita
meritasse; dopo, tutto sarebbe stato nuovo; la vita e lei stessa;
guardava quella faccia dell'uomo, là, tesa verso la sua:
"Finirla,"pensava "rovinare tutto., ."e le girava la testa come a chi si
prepara a gettarsi a capofitto nel vuoto.
Gli Indifferenti - Alberto Moravia
Gli Indifferenti - Alberto Moravia
Passaggio di odio
Da quell'ombra, laggiù, che riempiva l'altra metà
del salotto, l'onda morta del rancore si mosse, scivolò contro il petto
di Carla, disparve, nera e senza schiuma, ella restò cogli occhi
spalancati, senza respiro, resa muta da questo passaggio di odio.
Gli Indifferenti - Alberto Moravia
Gli Indifferenti - Alberto Moravia
Fonte originaria
Eppure
era questa che bisognava trovare: scoprire la fonte originaria nel
proprio Io, e impadronirsene! Tutto il resto era ricerca, era errore e
deviazione. Tali erano i pensieri di Siddharta, questa era la sua sete,
questo il suo tormento.
Siddharta - Hermann Hesse
Siddharta - Hermann Hesse
Svegliandosi al mattino
Si
dica quel che si vuole, ma è piacevole, svegliandosi al mattino,
trovarsi nell’ampia camera parata di stoffa chiara, quando il primo
gesto della mano incontra una pesante trapunta di raso; ed è una cosa da
ricordare vedersi servire a colazione, nella veranda, mentre dalla
porta a vetri aperta entra l’aria del mattino, una tazza di cioccolata
invece del caffè o del tè: sì, una vera cioccolata da compleanno con una
spessa fetta di focaccia ancora umida.
I Budembrook - Thomas Mann
I Budembrook - Thomas Mann
Grido negli occhi
Io
so che il sangue della vittima innocente resta impresso, indelebile,
negli occhi dell’innocente testimone. Di mio padre, là sulla strada,
dello scandalo intollerabile di ogni innocente ucciso, rimane negli
occhi un grido: non chiama vendetta, piange un dolore senza fine. E il
cuore non trova pace.
Come mi batte forte il tuo cuore - Benedetta Tobagi
Come mi batte forte il tuo cuore - Benedetta Tobagi
Quiete della sera
Oh stanco dolore riposa! Per quanto tempo dovrò girare tra queste stanze? Quando verrà la quiete della sera?
Come mi batte forte il tuo cuore - Benedetta Tobagi
Come mi batte forte il tuo cuore - Benedetta Tobagi
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