Poi chiese:
– Non mi porti rancore?
– Per il fatto che Sumire è scomparsa? –Sì.
– Perché dovrei portarti rancore?
– Non lo so –. Una stanchezza a lungo soffocata traspariva dalla sua
voce. – Ho avuto la sensazione che non solo Sumire, ma che anche te, non
ti avrei più rivisto. Perciò te l’ho chiesto.
– Non ti porto nessun rancore, – le dissi.
– Ma nel futuro, chissà...
– Io non sono uno che porta rancore così, senza ragione.
Myu si tolse il cappello, si aggiustò i capelli sulla fronte, poi se lo mise di nuovo. Mi guardò con gli occhi lucidi.
– Forse perché non ti aspetti mai molto dagli altri, – disse Myu. I
suoi occhi erano trasparenti e profondi. Come l’oscurità del crepuscolo,
la sera in cui l’avevo incontrata per la prima volta. – Io non sono
così. Ma tu mi piaci molto, veramente.
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami
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