domenica 30 novembre 2025

Dignità

Permettetemi di formulare la cosa in questo modo: la "dignità" in un maggiordomo, ha a che fare, fondamen-talmente, con la capacità di non abbandonare il professionista nel quale si incarna.
Maggiordomi di minor levatura sono pronti, alla minima provocazione, a metter da parte la loro figura professionale per lasciare emergere la dimensione privata. Per simili personaggi, fare il maggiordomo è come recitare in una pantomima; basta una piccola spinta, un lieve inciampo, ed ecco che la facciata cade scoprendo l'attore che c'è sotto. I grandi maggiordomi sono grandi proprio per la capacità che hanno di vivere all'interno del loro ruolo professionale e di viverci fino in fondo; sono individui che non si fanno sconvolgere da eventi esterni, per quanto sorprendenti, allarmanti o irritanti questi possano essere. Essi portano su di sé la loro professionalità allo stesso modo in cui un vero gentiluomo porta l'abito che indossa: e cioè senza consentire a dei mascalzoni o alle circostanze di strapparglielo di dosso davanti agli occhi di tutti; sarà egli stesso ad abbandonarlo quando stabilirà di farlo e soltanto allora, cosa che invariabilmente accadrà quando egli sarà rigorosamente solo. Si tratta, come dicevo, di una questione di "dignità".

Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno 

Apprensione dell’ignoto

Mentre guidavo in pieno sole in direzione del Berkshire, continuavo a sorprendermi di quanto la campagna circostante mi fosse familiare. Ma ecco che alla fine anche i dintorni si fecero irriconoscibili, cosicché mi resi conto di essere andato al di là di ogni confine precedentemente raggiunto. Ho sentito alcuni descrivere il momento in cui, dopo aver spiegato le vele su una barca alla fine si perde di vista la terraferma, e immagino che la sensazione di disagio mista ad eccitazione che talvolta viene descritta in rapporto a quel momento debba essere qualcosa di molto simile a ciò che provavo in quella Ford man mano che il paesaggio intorno a me si faceva più estraneo.

Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno 

La rabbia cresce lenta

Mentre iniziava a fare il giro della piazza, con l'idea di pranzare da qualche parte ma senza aver ancora deciso dove, Isabel si sentì montare dentro la rabbia. Era così, la rabbia, lo sapeva bene: dopo essere stati provocati, non ci si sentiva per forza furiosi fin da subito. La rabbia cresceva lenta, man mano che le implicazioni di quanto era successo venivano digerite. C'era anche una base fisiologica: i livelli di noradrenalina nell'organismo raggiungevano il picco un po' di tempo dopo l'evento. La rabbia immediata era spesso meno intensa di quella successiva, che si provava una volta tornati a casa, quanto si rifletteva sull'accaduto.

Alexander McCall Smith, L'arte perduta della gratitudine 

Gratitudine

«È stato umano... tutto qui. Tutti commettiamo degli errori.»
Lui la guardò con gratitudine. «La ringrazio.»
Isabel chinò il capo. Non si aspettava un ringraziamento; in realtà si aspettava di rado che qualcuno la ringraziasse per qualcosa. La gratitudine era un'arte dimenticata, si disse. La gente accoglieva qualunque cosa considerandola un diritto acquisito, e si era dimenticata come ringraziare in modo adeguato. Con tutti i suoi difetti, il professor Lettuce almeno le aveva detto grazie e lei, a sua volta, gliene era grata.

Alexander McCall Smith, L'arte perduta della gratitudine 

Il posto in cui viviamo

Non c'è scelta. Aveva ragione, pensò Isabel: quasi tutti noi non abbiamo scelta sul posto in cui viviamo. Una volta ancora, aveva motivo di riflettere sul fatto che la più grande lotteria era proprio la prima, quella che stabiliva chi eravamo: francesi, americani, sudanesi, scozzesi. E da lì derivava un enorme bagaglio: la cultura, la lingua, il patrimonio di geni che determinava il colore della pelle, l'altezza, la propensione a certe malattie e via dicendo. Per la maggior parte delle persone, era quello il destino: i cambiamenti successivi, sempre che se ne potessero fare, sarebbero stati casuali o frutto di un enorme sforzo. La donna sull'autobus avrebbe preferito vivere in Spagna o in Portogallo, immaginò Isabel, più vicina al sole, ma non poteva perché aveva un lavoro, un marito e un passato che la legavano alla
Scozia e al suo clima.

Alexander McCall Smith, L'arte perduta della gratitudine 

Coltivare la bontà

«Sì, la professoressa Philippa Foot. Autrice di La natura del bene. Te lo farei leggere, se non avessi appena promesso di non ammorbarti con i saggi di filosofia.»
«Mi piace, così a sentirla» disse Jamie. «La professoressa Foot. Ed è una persona buona per natura?»
«Credo di sì» rispose Isabel. «Anche se di solito chi è buono per natura deve lavorarci. La bontà può anche esserci, ma va coltivata e bisogna lavorare per tirarla fuori.»

Alexander McCall Smith, L'arte perduta della gratitudine 

Guardare con occhi diversi

Camminarono in silenzio, contenti di essere insieme, consapevoli entrambi che quel momento, come numerosi altri che avevano vissuto da quando avevano deciso di sposarsi, portava in sé una sensazione noumenica: c'era un mistero, dietro, un senso di sacralità. Da parte sua, Jamie sentiva che stava guardando il mondo con occhi diversi, che ambienti quotidiani e tutt'altro che eccezionali ora sembravano carichi di emozione e di un senso di possibilità. Con gli occhi dell'amore: era così che vedeva di nuovo il mondo.

Alexander McCall Smith, L'arte perduta della gratitudine 


Opportunismo-egoismo

Cominciò a leggere l'articolo. L'opportunismo, spiegava Dove, consisteva nel cogliere i benefici dell'azione collettiva senza dare il proprio contributo. Questo lo so già, pensò Isabel. L'opportunista potrebbe non votare, quindi, perché per lui è irrazionale impiegare l'energia richiesta dalla ricerca del seggio, sapendo che il suo voto non fa alcuna differenza sul risultato. Che sciocchezza! Isabel continuò a leggere, con irritazione crescente a ogni pagina. Dove, a quanto pareva, saliva sul carro dell'opportunista, seguendo le argomentazioni proposte da un piccolo gruppo di filosofi che sostenevano questa posizione assolutamente discutibile. Era egoismo bello e buono, pensò Isabel; un esempio dell'atteggiamento individualista un tempo tanto di moda, che aveva favorito l'avidità e la catastrofe economica. Non era razionale pensare a se stessi a scapito degli altri, per il semplice motivo che si affondava o si restava a galla tutti insieme.

Alexander McCall Smith, L'arte perduta della gratitudine 

La differenza dell’arte

Tutto, ogni attività umana che andasse oltre la semplice funzionalità pratica, poteva essere criticata allo stesso modo: l'arte, la musica, il teatro. Eppure, tutte quelle cose facevano la differenza; una grossa differenza, in molti casi. I lettori della rivista di Isabel venivano influenzati dalla conversazione compresa tra le due copertine: se non altro, il salotto della loro immaginazione etica si faceva più ampio. E questo doveva di sicuro avere qualche riflesso sul modo in cui affrontavano il mondo, anche nelle più piccole transazioni della vita: una consapevolezza del dolore altrui qui, una parola di conforto là. Certo, non si accoglieva la gentilezza nella propria vita per aver contemplato le idee di Hobbes (l'egoista Hobbes) e Hume (il buon Davey, cosi generoso), ma erano cose che non guastava conoscere. Ed era li che la filosofia contava davvero: metteva in luce le scelte di fondo dietro tutte le domande quotidiane sulla carità, la comprensione e la semplice correttezza; era il cima, lo sfondo sul quale si dibattevano le questioni pratiche.

Alexander McCall Smith, L'arte perduta della gratitudine 

Come se fosse l’uomo giorno

«Tratta tutti quelli che conosci come se fosse il loro ultimo giorno, e come se tu lo sapessi, ma loro no.» Si era ricordata il consiglio di sua madre, la sua santa madre americana, come la chiamava lei. Ed era un buon consiglio: forse un po' infantile come aforisma, ma nonostante ciò vero.

Alexander McCall Smith, L'arte perduta della gratitudine 

Le famiglie saltano

«Oro finto, neve finta, muschio finto, questi nuovi babbi natale che si arrampicano sui balconi, finti abeti che quando non sono finti sono morti comunque. Ma la gente cosa sta combinando, cosa vuole?»
«Stare bene, stare bene con la famiglia» affermò il dottor Zuccalà, ricordando i suoi Natali siciliani.
«Ma quale famiglia, la gente fa finta di stare bene.
Per Natale vuole solo cose, vuole il telefonino nuovo, altro che benessere familiare!»
«Mi sembra una lettura troppo cinica, e anche un po' superficiale».
«Guarda mia sorella, nessuno se lo sarebbe aspet-tato, eppure... Ormai due famiglie su tre saltano, è risaputo, la formula non regge, e malgrado questo tutti si ostinano. Il matrimonio, la famiglia non sono più una vocazione, un dovere, no, sono pretesti per l'acquisto di cose, consumo di oggetti: festa di matrimonio, lista nozze, mobili, piatti, e poi le due auto, accendere un mutuo e comprarsi la prima casa e poi accenderne un altro e comprarsi la seconda casa e poi divorziare, attribuirsi i figli, dividersi le cose, rivenderle, perdere l'Iva, fare contenti gli avvocati, che intanto, magari, si stanno separando
pure loro».

Rosa Mogliasso, L'assassino qualcosa lascia 

Offrire i polsi alle catene

In pieno delirio sessuale, argomentò ancora, qualsiasi essere umano si sente Dio, mentre una volta finita la perturbazione dei sensi, un minuto dopo, la delusione arriva, puntuale, inevitabile, con la consapevolezza di avere per un momento investito tutto in qualcosa che non ne valeva la pena.
Lei si voltò e sorrise.
Lui sorrise di rimando. Era educato, Guillaume, alla gentilezza rispondeva con la gentilezza. Angélique gli chiese se volesse un caffè, lui rifiutò, si alzo e andò in bagno. Certo che avrebbe desiderato un caffè, ma aveva già sperimentato come quella mossa potesse costare carissima, con quella sua connotazione di intimità. C'era qualcosa di insopportabilmente vincolante, per lui, in una donna che gli porgeva una tazza di liquido caldo e zuccherato, prendere quella tazza sarebbe stato peggio che offrire i polsi alle catene.
Davvero non si spiegava come fosse successo: addormentarsi, passare lì la notte! Lui che, normal-
mente, finiva di vestirsi per le scale.
"Le stesse passioni nell'uomo e nella donna hanno un tempo diverso: perciò uomo e donna non cessano di fraintendersi", citò allo specchio del bagno, soddisfatto.

Rosa Mogliasso, L'assassino qualcosa lascia

martedì 11 novembre 2025

Il caso è la meta

Crediamo di poter decidere tutto, con la responsabilità che ne deriva, ma la verità è che nella vita interviene anche il caso, e a volte una deviazione inaspettata ci porta senza saperlo alla nostra vera meta


Hector Garcia, Francesc Miralles, 
Ichigo-ichie

martedì 4 novembre 2025

Ichigo-ichie

Ci mettemmo a decifrare gli ideogrammi, che si pronunciavano "Ichigo-ichie", mentre il vento carico di umidità faceva tintinnare una campanella appesa alla grondaia della casa da tè. Il significato della scritta è: questo momento esiste solo adesso e non tornerà più; per questo, bisogna apprezzare ogni attimo come se fosse un tesoro prezioso.

Hector Garcia, Francesc Miralles, 
Ichigo-ichie

domenica 2 novembre 2025

Non essere triste per me

Muta l'ordine antico dando luogo al nuovo, e
Dio realizza il suo volere in diverse guise, in modo che un qualche genere di vita non abbia a corrompere il mondo. Ma non essere triste per me: quale mai gioia potresti provare se non me ne andassi? La vita è un attimo di eternità o l'eternità in un attimo, e io ho vissuto il mio attimo. Solo mi auguro che Dio renda meritevoli le opere che ho sin qui compiuto. Però ti prego: qualora non dovessi mai più rivedermi, ricordati qualche volta di pregare per la mia anima, dato che con la preghiera è possibile ottenere molte più cose di quante sia possibile immaginare. Quindi lascia che la tua voce si elevi al Signore così come l'acqua sgorga limpida dalla fonte sia di giorno che di notte: infatti, che altro sono gli uomini se non delle pecore impazzite che si affannano vanamente dietro alle illusioni create dalle loro menti mentre, conoscendo Dio, altro non dovrebbero fare se non levare le braccia in preghiera per se stessi e per i loro amici? Ma è giunto ormai il momento di dirti addio. La mia meta è assai lontana.

AAVV, La leggenda di Artù

venerdì 17 ottobre 2025

Chissenefrega

«C'è un'espressione che si usa sempre più spesso al giorno d'oggi. L'hai notato? È piuttosto utile. Dicono tutti: 'E chissenefrega'. È ovviamente poco elegante, ma in certi casi...»
«È quello che ti verrebbe da dire adesso?»
«Sì. Chissenefrega. Ecco. Più o meno riassume la situazione. Le cose si risolveranno da sole, questo sottintende. Si risolverannes senza che dobbiamo fare nulla.»
«Chissenefrega» ripete Isabel.
«Già» rispose Mimi, rimettendo a posto la rivista. «Chissenefrega. E lascia che ti dia un consiglio, Isabel. Sai che non mi piace fare la parte della cugina maggiore, ma in questo caso me lo vorrei concedere. Posso?»
Isabel annuì. Non riusciva nemmeno a immaginarsi di non accettare un consiglio da
Mimi. «Ma certo.»
«Lascia che le cose facciano il loro corso.
Smettila di pensarci troppo.

Alexander McCall Smith, Il piacere sottile della pioggia 

martedì 30 settembre 2025

Gaia

In un primo momento, la dea non aveva compreso cosa fosse Gaia: non sapeva che la donna che le stava di fronte era soltanto una delle tante forme che assumeva e abbandonava - proprio come Era con le sue sembianze di falco. Gaia non può staccarsi dalle radici che la legano al suolo perché è quelle stesse radici, ed è il terreno in cui tali radici crescono. E la terra, la madre di ogni cosa. Ma anche se adesso lo sa, Era fatica ad accettare l'idea che Gaia sia lì davanti a lei e al tempo stesso si estenda sotto i suoi piedi, sorreggendo il peso della roccia su cui si trovano. Ed è anche quella stessa roccia, e ogni sasso e ogni felce che vi cresce sopra, ogni montagna all'orizzonte e ogni valle fra i monti.

Jennifer Saint, Era

lunedì 29 settembre 2025

Tempo

Il tempo, per me, non è quella cosa impensabile che non s'arresta mai. Da me, solo da me, ritorna.

Italo Svevo, La coscienza di Zeno

sabato 20 settembre 2025

Realtà e fantasia

… come quelli che si mettono in viaggio per vedere con i propri occhi una città desiderata e immaginano si possa godere nella realtà l'incanto della fantasia.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto. Dalla parte di Swann

mercoledì 10 settembre 2025

I figli spariscono

Comunque, i miei figli se ne fregano, non sono neppure tornati dall'Inghilterra, mi spiego? Passi gli anni a crescerli, a chiederti continuamente se stai facendo la cosa giusta, se hanno mangiato a sufficienza, se hanno dormito abbastanza, se la scuola francese sia meglio di quella americana, se la normale di Pisa sia meglio della Bocconi, se lo sci club Bardonecchia sia meglio dello sci club Sestriere, e poi loro spariscono: Erasmus a Berlino, master a Londra, specializzazione negli Stati Uniti e non li vedi più, per mesi, per anni, per sempre... E ti chiedi che senso abbia, perché in un momento come questo ti aspetteresti un po' di calore, di solidarietà, di presenza, e invece? Il nulla!

Rosa Mogliasso, Chi bacia e chi viene baciato 

domenica 7 settembre 2025

Tutto di cui ero una piccola parte

Mi riaddormentavo, e talvolta non avevo più che brevi risvegli di un attimo, il tempo di percepire gli scricchiolii organici delle boiseries, d'aprire gli occhi per fissare il caleidoscopio dell'oscurità, di assaporare, grazie a un momentaneo barlume di coscienza, il sonno in cui erano immersi i mobili, la camera, quel tutto di cui io non ero che una piccola parte e nella cui insensibilità tornavo presto a confondermi.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto - Dalla parte di Swann

Sentiero impresso nella memoria

Mi domandavo che ora potesse essere; udivo il fischio dei treni che, più o meno di lontano, come il canto di un uccello in una foresta, segnando le distanze, mi descriveva la distesa della campagna deserta, dove il viaggiatore si affretta verso la stazione più vicina; e il sentiero che percorre gli resterà impresso nella memoria per l'eccitazione che suscitano in lui luoghi nuovi, gesti inconsueti, i discorsi appena fatti, gli addii sotto la lampada estranea che lo seguono ancora nel silenzio della notte, la dolcezza prossima del ritorno.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto - Dalla parte di Swann

M’addormenro

Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera. A volte, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che nemmeno avevo il tempo di dire a me stesso: «M'addormento». E, una mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi ridestava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; non avevo smesso, dormendo, di ragionare su ciò che avevo appena letto.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto - Dalla parte di Swan

Cassetti chiusi da contenuto inaspettato

«Tu vai pure, che...»
«Sì, sì, che poi mi raggiungi» aveva completato il
commissario Gillo.
«Ehi, non fare tanto la spiritosa, chi ti credi di essere, Abebe Bikila?» le aveva urlato dietro Meri.
Che sua sorella fosse informata dell'esistenza di Bikila la stupì molto e, per un attimo, il volto di Barbara si contrasse in una smorfia di sbigotti-mento, come chi, aprendo una porta nella convinzione di entrare nelle toilette di un ristorante, si fosse ritrovato nella cucina.
«Sta a vedere che nutro troppi preconcetti sulla
gente?» ipotizzò a voce alta.
Male, molto male.
I preconcetti sono una forma di paralisi, stabilì.
Credi che una persona sia quella roba lì e tale resta, per sempre, in saecula saeculorum, si ritrovò a riflettere. Per esempio Meri: lei la considerava, da sempre, donna superficiale, poco informata, o meglio informata sulla tappezzeria delle cose, invece ecco che se ne veniva fuori con il maratoneta scalzo.
Chissà dove l'ha letto? Magari su Vanity Fair, probabilmente in uno di quegli articoli subdolamente impegnati che, menzionando genericamente l'orgoglioso popolo etiope, informano su tendenze moda terzo mondo, tessuti zebrati e gioielli in avorio.
Ma, in fondo, non era tanto il fatto che Meri avesse letto di Bikila, quanto il fatto che, ritenendolo interessante, ne avesse memorizzato il nome, e fosse stata pure in grado di citarlo a proposito.
Stupefacente.
Le persone sono imprevedibili, cassetti chiusi dal contenuto inaspettato.

Rosa Mogliasso, Chi bacia a chi viene baciato

domenica 31 agosto 2025

Dileguarsi degli affanni

Di a chi sopporta un'angustia: l'angustia non dura.
Come si dilegua la gioia, cosí si dileguan gli affanni.

AAVV, Le mille e una notte 

Esempio dal passato

Le gesta degli Antichi servano da esempio alle generazioni seguenti affinché l'uomo vegga gli eventi ammonitori capitati agli altri, e ne tragga ammonimento, e, leggendo la storia delle genti passate, ne ricavi un freno salutare.

AAVV, Le mille e una notte

Onore appagato

Erano una trentina circa, e sarebbe stato impossibile distinguerli dagli appartenenti alla tribù di Guarda-la-Luna. Vedendolo sopraggiungere, incominciarono a danzare, ad agitare le braccia e a strillare, dal loro lato del torrente, e il popolo di Guarda-la-Luna rispose nello stesso modo.
Non accadde altro. Sebbene gli uomini-scimmia si battessero e lottassero spesso gli uni con gli altri, le loro dispute davano luogo molto di rado a gravi ferite. Non possedendo artigli né denti canini per battersi, ed essendo ben protetti dal pelo, non potevano farsi un gran male a vicenda. In ogni caso, avevano ben poca energia in sovrappiù per un comportamento così im-produttivo; ringhiare e minacciarsi era una maniera assai più efficiente per far valere i loro punti di vista.
Il confronto si protrasse per circa cinque minuti; poi l'esibizione cessò rapidamente come era cominciata, e tutti bevvero a sazietà l'acqua melmosa. Il senso dell'onore era stato appa-gato; ciascun gruppo aveva affermato i suoi diritti sul proprio territorio.

Arthur C. Clarke, 2001 odissea nello spazio

sabato 30 agosto 2025

Zaino in spalla

Tutte le volte che credeva di aver esaurito le energie mentali, la soluzione era salire in montagna. Con lo zaino in spalla e la macchina fotografica a tracolla, in solitaria.

Sanaka Hiiragi, Il magico studio fotografico di Hirasaka 

giovedì 28 agosto 2025

Brevità della vita

Erano seduti su una panchina in un piccolo parco. Si sentiva il frinire delle cicale. Non appena una iniziava, le altre la seguivano. Le cicale non hanno contezza della brevità della loro vita, dopo aver trascorso tanto tempo sotto terra, e destinate come sono a morire prima dell'estate successiva. Hatsue pensò che la sua, di vita, che adesso le pareva essere volata via, fosse in qualche modo simile alla loro.

Sanaka Hiiragi, Il magico studio fotografico di Hirasaka

mercoledì 27 agosto 2025

Ricordi e memoria

Ciò di cui non si ha memoria è come se non fosse mai esistito.
*È così. La vita è un viaggio durante il quale si lasciano andare poco per volta tutti i ricordi."

Sanaka Hiiragi, Il magico studio fotografico di Hirasaka

Scegliere le foto di una vita

"Queste fotografie raccontano la sua vita, signora Hatsue. Una per ogni giorno, trecentosessantacinque per ogni anno.
Di anni lei ne ha novantadue, quindi il totale è un numero impressionante..."
Hatsue le sfogliò una a una. E puntualmente le ricordavano qualcosa che aveva dimenticato. L'occhialino che andava a posarsi su un ramo dell'albero di cachi vicino al cancello della loro casa. Le fessure sulla vecchia cassetta del latte. Le strisce di luce che filtravano attraverso lo scorrevole intagliato all'ingresso.
"Ha tutto il tempo, le guardi pure con calma. Vorrei che tra queste scegliesse una fotografia per ogni anno, novantadue in tutto. Ha piena libertà, scelga quelle che le piacciono di più."

Sanaka Hiiragi, Il magico studio fotografico di Hirasaka

sabato 23 agosto 2025

Grido della Terra - Sfida di Fetonte

Alla fine la madre Terra, circondata com'era dal mare, fra quelle onde e le fonti consunte, che dov'era luogo cercavano di rintanarsi nelle sue viscere oscure, riarsa sollevò a fatica il volto sino al collo, si portò una mano alla fronte e con un gran sussulto, che fece tremare ogni cosa, si assestò un poco più in basso di dove è solita stare, e con voce roca disse: «Se questo è deciso e l'ho meritato, o sommo fra gli dei, perché ritardano i tuoi fulmini? Se di fuoco devo perire, del fuoco tuo possa perire: più lieve sarà la mia sventura.
Posso appena aprire la bocca per articolare verbo» (la soffocava il fumo). «Guarda, guarda i miei capelli irz» fiamme e quanta cenere negli occhi, quanta sul mio viso! Questo il mio premio? così ricompensi la fertilità e i miei servigi, dopo che sopporto le ferite infertemi da aratri e rastrelli e per tutto l'anno m'affatico? dopo che al bestiame procuro fronde, al genere umano alimenti e frutti teneri, e a voi persino l'incenso? Ma ammesso ch'io meriti questa fine, che colpa hanno le acque, che colpa tuo fratello? perché il mare, che gli fu affidato in sorte, sempre più si contrae e sempre più dal cielo si discosta? E se non ti commuovi per tuo fratello o per me, abbi almeno pietà del cielo che è tuo! Guardati intorno: fumano entrambi i poli; e se il fuoco li intaccherà, le vostre regge crolleranno. Atlante stesso s'affatica al limite per sostenere sulle spalle l'asse celeste ormai incandescente. Se scompare il mare, la terra e la reggia del cielo, nel caos antico ci annulleremo. Salvalo dalle fiamme quel poco che ancora resta: abbi a cuore l'universo!». Questo disse la Terra; né più avrebbe potuto resistere al calore o dire altro: su sé stessa si ripiegò, negli antri più vicini al regno delle ombre.

Ovidio, Metamorfosi 

martedì 12 agosto 2025

Mostra azione di sé

….resistenza a un nuovo ordine stabilito: quello che pretende di identificare l'essere con l'apparire e il valore con la visibilità. Certo, ancora una volta, l'amore dell'apparire non è nuovo e non è necessariamente negativo; i Greci prima di Platone avevano persino inventato un magnifico culto delle apparenze, privo di profondità, privo di secondo-piano, senza retromondo: bellezza pura, senza altra giustificazione che se stessa. Ma ciò che è cambiato è che questo mondo delle apparenze si è ritratto in un gioco di immagini di sé privo di bellezza e dalla profondità infinita. Gli eroi antichi e classici non erano proiezioni di sé, e lasciavano sullo sfondo la vita ordinaria senza sorveglianza. Gli eroi moderni incarnano ora i fantasmi di onnipotenza di chi sogna solo di apparire, ora la fuga paranoica di chi non riesce più a sopportare di essere visto in un mondo che non conosce più ombra, né nascondiglio, né territorio non sorvegliato. Da qui la scommessa politica e attuale della discrezione: imparare a uscire dall'ordine della mostrazione di sé e della sorveglianza generalizzata è già entrare in una certa forma di dissidenza.

Pierre Zaoui, L'arte di scomparire. Vivere con discrezione

giovedì 7 agosto 2025

Spiegare le vele al destino

Incominciava appena la primavera quando mio padre Anchise ordinò di spiegare le vele al destino. Piangendo abbandono le spiagge, i porti della patria, i campi dove una volta sorgeva Troia. Corro per l'alto mare, esule, con i compagni, il figlio, i grandi Dei e le immagini dei piccoli Penati.

Virgilio, Eneide, libro III

Persone educate

Era così facile, pensò Isabel, avere a che fare con persone educate come Paul Hogg. Era uno che sapeva scambiare quel genere di cortesie che rendono la vita semplice. A questo serviva l'educazione, a evitare le frizioni tra le persone, regolando i termini dell'incontro con gli altri. Se ambo le parti in causa sapevano cosa avrebbe dovuto fare l'altro, era improbabile che si arrivasse a uno scontro. E funzionava a ogni livello, dalle minime interazioni tra due persone ai rapporti tra le nazioni.

Alexander McCall Smith, Il club dei filosofi dilettanti

lunedì 4 agosto 2025

Senso di abbandono

E Ida giaceva per l'intera giornata in quel letto enorme, dalle lenzuola pulite: vicino a questo Giuseppe che era di misura troppo piccola per non ritrovarsi spaesato, fra la gente grossa del mondo. La piú parte del tempo, entrambi dormivano. La canicola pesava sulla città; ma anche quel grande sudore, nel quale giaceva sommersa, dava a Ida un senso di abbandono e di passività, come un mare salato e tiepido nel quale il suo corpo si discioglieva. E le sarebbe piaciuto di morire in quel letto insieme con la creatura, andandosene tutti e due via dalla terra, come in una barca.

Elsa Morante, La Storia

domenica 3 agosto 2025

Strage peggio di quella di Erode

Non appena occupavano un paese, per prima cosa i tedeschi ammassavano da una parte tutti gli ebrei senza eccezione, e di là li trascinavano via, fuori dei confini, non si sapeva dove « nella notte e nella nebbia». I più morivano in cammino, o cadevano prostrati. E tutti costoro, morti e vivi, venivano buttati uno sull'altro in fosse enormi, che i loro parenti o compagni erano costretti a scavare in loro presenza. I soli lasciati sopravvivere, erano gli adulti più robusti, condannati a lavorare come schiavi per la guerra. E i bambini venivano massacrati tutti, dal primo all'ultimo, e buttati nelle fosse comuni lungo la strada.

Elsa Morante, La storia

Senso di colpa

«Non era un tipo del genere. Il suicidio è una fuga e lui affrontava sempre le cose. Era... si poteva contare su di lui. Era affidabile. Aveva una coscienza. Capisce cosa voglio dire?»
Isabel la guardò mentre parlava. La parola «coscienza» non si sentiva tanto spesso, cosa strana e in fondo in fondo preoccupante. Era dovuto alla scomparsa del senso di colpa dalla vita delle persone: non era una cosa negativa, da un certo punto di vista, perché i sensi di colpa avevano provocato infelicità immotivata a profusione. Però il senso di colpa aveva anche una funzione: spingeva ad agire eticamente. Era una censura necessaria, che sottolineava le azioni sbagliate e rendeva perciò possibile il comportamento etico.

Alexander McCall Smith, Il club dei filosofi dilettanti

Illusione della propaganda

Nei giorni dell'entrata in guerra dell'Italia, le capitò di ascoltare diverse opinioni sull'evento. Chiamata al pomeriggio dal Preside del Ginnasio, per via di certe assenze ingiustificate di suo figlio Nino, trovò il personaggio in uno stato raggiante d'euforia per la tempestiva decisione del Duce: «Noi siamo», le dichiarò il personaggio con grande entasi, «per la pace nella vittoria, al minor costo possibile! E oggi, che la guerra-lampo dell'Asse sta per toccare la mèta della pace, plaudiamo alla lungimiranza del Capo, che assicura alla nostra Patria i vantaggi del successo col massimo risparmio. In una sola tappa, e senza rimetterci nemmeno il consumo delle gomme, eccoci già in volata al finale, giusto a ruota con la Maglia Gialla!! »

Elsa Morante, La storia 

giovedì 24 luglio 2025

Emozioni nel linguaggio verbale e non verbale

Durante il periodo critico per lo sviluppo emozionale e affettivo la madre insegna continuamente al proprio bambino cosa sono le emozioni attraverso la musicalità del linguaggio e le espressioni gestuali non verbali. Quando la madre guarda il bambino che ha ingoiato un po' d'aria con il latte, sta dicendo: «Vieni qui, tesoro, sembri spaventato, non devi aver paura, il tuo pancino ti fa male perché hai mangiato troppo in fretta. Lascia che la mamma ti faccia fare il ruttino e ti abbracci, vedrai che ti sentirai meglio». Sta dicendo al bimbo il nome dell'emozione (paura), che cosa l'ha scatenata (ha mangiato troppo in fretta), che l'emozione viene comunicata dall'espressione del viso («sembri spaventato»), che questa è associata a una sensazione corporea (un dolore al pancino), e che rivolgersi agli altri perché si prendano cura di noi spesso è utile («Lascia che la mamma ti faccia fare il ruttino e ti abbracci»). La madre ha offerto al bambino un corso intensivo su molti aspetti relativi alle emozioni, non solo con le parole, ma anche con il tono dolce della voce e con carezze e gesti rassicuranti.
Perché conoscano e sappiano controllare le proprie emozioni, e siano quindi socialmente inseriti, i bambini hanno bisogno di vivere questo tipo di interazione centinaia di volte nel corso del periodo critico, e in seguito, quando diventano adulti, che tale relazione sia rafforzata.

Norman Doidge, Cervello infinito

Formazione e felicità

Lei aveva goduto di ogni privilegio, con molteplici possibilità di istruzione, mentre Grace si era dovuta accontentare di quel che passava una scuola sovraffollata e anonima. A volte le pareva che la sua formazione le avesse portato solo dubbi e incertezze, mentre Grace era rimasta salda ai valori della vecchia Edimburgo. Lì non c'era spazio per i dubbi. E allora, si chiedeva Isabel, chi è più felice: chi è consapevole e ha dei dubbi o chi è sicuro delle sue certezze e non le mette mai in discussione? La risposta che si era data era che la felicità non c'entrava niente.

Alexander McCall Smith, Il club dei filosofi dilettanti 

domenica 13 luglio 2025

Solitudine del viaggiatore

Voi sapete che a molti la solitudine, a lungo andare, riesce intollerabile e più d'un viaggiatore ho incontrato che s'affrettava a tornare indietro preso quasi da vertigine innanzi a quelle voragini di silenzio e di deserto. Non a me; anzi vi dico subito che la solitudine mi è sempre apparsa la miglior consigliera ed amica: estingue le diffidenze, i sospetti, quello stato di allarme continuo che, nella vita consociata, per la necessità della difesa e della vigilanza, rendono l'uomo guardingo 

Giuseppe Tucci, Vita nomade

martedì 8 luglio 2025

Linguaggio

Aho amo', ho capito che fai la psicologa, non ti voglio invadere il campo; però la razza di mio zio la parlo io, lo so io cosa devo fare.

Checco Zalone, Cado dalle nubi

domenica 22 giugno 2025

Contemplare le finestre del buon Dio

Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all'altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri fra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una metafora: essi contemplano le finestre del buon Dio. Chi contempla le finestre del buon Dio non si annoia; è felice. Nel nostro mondo, l'ozio è diventato inattività, che è tutt'altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca.

Milan Kundera, La lentezza 

Velocità e corsa

L'uomo curvo sulla sua motocicletta è tutto concentrato sull'attimo presente del suo volo; egli si aggrappa a un frammento di tempo scisso dal passato come dal futuro; si è sottratto alla continuità del tempo; è fuori del tempo; in altre parole, è in uno stato di estasi; in tale stato non sa niente della sua età, niente di sua moglie, niente dei suoi figli, niente dei suoi guai, e di conseguenza non ha paura, poiché l'origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro 
ha più nulla da temere.
La velocità è la forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all'uomo. A differenza del motociclista, l'uomo che corre a piedi è sempre presente al proprio corpo, costretto com'è a pensare continuamente alle vesciche, all'affanno; quando corre avverte il proprio peso e la propria età, ed è più che mai consapevole di se stesso e del tempo della sua vita.

Milan Kundera, La lentezza

Il sorpasso

Sono al volante e osservo, nello specchietto retrovisore, una macchina dietro di me. La freccia di sinistra lampeggia e tutta la macchina emette onde di impazienza. Il guidatore aspetta il momento giusto per superarmi; spia questo momento come un rapace che fa la posta a un passero.

Milan Kundera, La lentezza

giovedì 19 giugno 2025

Vento

Lentamente, le sapienti parole di un'anziana signora si sono fatte spazio nella mia memoria: "al vento non si resiste, dal vento ci si lascia accarezzare, dal vento ci si lascia consigliare".

domenica 8 giugno 2025

Il sorriso della nonna

La mia povera nonna entrava, pregava ardentemente suo marito di non assaggiare il cognac; lui si arrabbiava, beveva ugualmente il suo sorso, e la nonna se ne andava via, triste, scoraggiata, ma sempre sorridente, giacché era così umile di cuore e così dolce che la sua tenerezza per gli altri e il poco conto che faceva della propria persona e delle proprie sofferenze, si conciliavano nel suo sguardo in un sorriso dove, diversamente da quel che si vede nel volto di molti esseri umani, non v'era ironia se non per se stessa, e per tutti noi invece come un bacio dei suoi occhi che non potevano posarsi su coloro che le erano cari senza accarezzarli appassionatamente con lo sguardo.

Marcel Proust, Dalla parte di Swann

mercoledì 4 giugno 2025

Nata donna

Non te ne accorgi, che sei nata donna, e non uomo, e le tue braccia sono più deboli di quelle dei tuoi nemici!
Il loro destino prospera giorno dopo giorno, i nostro svanisce, sprofonda nel nulla.
Chi potrà meditare l'uccisione di un uomo del genere e cavarsela senza attirare su di sé la rovina?
Attenta! Adesso siamo in una situazione difficile, ma se le tue parole giungono all'orecchio di qualcuno potremmo ritrovarci in una ancora peggiore.
Non ci rende libere, non giova a nulla, morire indegnamente dopo esserci fatto un nome glorioso: la cosa peggiore non è la morte, ma desiderare la morte senza poterla ottenere.

Sofocle, Elettra

martedì 20 maggio 2025

Accettare i fallimenti e ripartire

«Non faccio mistero di essere da sempre un grande fan della NASA. Sono figlio dell'era spaziale - lo Sputnik, John Glenn, l'Apollo 11 - e non ho mai esitato a esprimere i miei sentimenti di ammirazione e di orgoglio nazionale per il programma spaziale. A mio parere, gli uomini e le donne della NASA sono i pionieri della storia moderna.
Azzardano l'impossibile, accettano i fallimenti e poi tornano dritti al tavolo di lavoro, mentre noi ci limitiamo a criticare.»

San Brown, La verità del ghiaccio 

lunedì 19 maggio 2025

Periodo critico e imprinting

La nozione di periodo critico supportava anche le osservazioni dell'etologo Konrad Lorenz, secondo cui gli anatroccoli, se esposti alla presenza di un essere umano per un breve periodo di tempo compreso tra le quindici ore e i tre giorni di vita, si legavano per tutta la vita a quella persona anziché con la madre biologica.
Per provarlo, Lorenz fece in modo che degli anatroccoli si legassero a lui e ne seguissero gli spostamenti.
L'etologo austriaco chiamò questo fenomeno imprinting. La nozione psicologica di periodo critico va fatta risalire a Freud, il quale sosteneva che le fasi del nostro sviluppo corrispondono ad alcune brevi finestre temporali, nel corso delle quali dobbiamo vivere determinate esperienze perché la nostra crescita sia sana. Questi periodi, diceva Freud, sono profondamente formativi, e si ripercuotono sul resto della nostra vita.

Norman Doidge, Il cervello infinito 

domenica 18 maggio 2025

Verso la vecchiaia

Molto meglio non essere nati.
Ma, una volta nati, fare ritorno da dove si è venuti è destino ancora migliore.
Quando dilegua giovinezza con i suoi deliri leggeri, chi può aggirarsi libero dai molti affanni?
Quale tormento non lo coglie?
Assassinii, discordie, contese, battaglie, invidie...
e infine sopraggiunge,
spregevole, impotente, inaccostabile la vecchiaia in solitudine, congrega delle peggiori disgrazie.

Sofocle, Edipo a Colono 

Tribolazione

La collera non invecchia, muore, e solo i morti non sono toccati dalla tribolazione

Sofocle, Edipo a Colono

mercoledì 14 maggio 2025

Il tempo travolge tutto il resto

O carissimo figlio di Egeo, soltanto gli dei ignorano vecchiaia e morte.
Il tempo, signore di ogni cosa, travolge tutto il resto: il vigore della terra si estenua, si estenua il vigore del corpo, lealtà muore, perfidia germoglia; mai lo stesso spirito permane tra amici e amici, tra città e città.
Per tutti, prima o poi, ciò che è dolce si fa amaro, e viceversa.
E se ora le relazioni tra te e Tebe prosperano, il tempo infinito genera nel suo andare notti infinite, infiniti giorni,
e per futili motivi essi disperderanno a colpi di lancia tutta la concordia e l'armonia di adesso.

Sofocle, Edipo a Colono

mercoledì 7 maggio 2025

Come una bottiglia di vetro

Per prima cosa Nicola va in bagno e si osserva a lungo allo specchio, lo fa con compassione.
Dove una volta c'era il volto di un giovane ora vede solo un tempo passato, ormai evaporato come lo spirito di una grappa dimenticata aperta. Si guarda negli occhi e scorge solo la bottiglia di vetro, fragile e piena di niente.

Matteo Righetti, Dove porta la neve


Compassione

Accanto alla fermata c'è un piccolo tiglio: così  solo che non riesce a far sentire la sua presenza nemmeno in primavera, durante la fioritura. A Carlo piace quell'alberello, ma ne ha compassione perché sa che anch'esso si sente solo.

Matteo Righetti, Dove porta la neve

sabato 3 maggio 2025

Riti

Scende la sera. Nessuno dei due ha fame, ma mangiano lo stesso. La cena è un rito, e i riti facilitano la vita.

J. M. Coetzee, Vergogna 

Cessi di lottare

E solo uno dei postumi, si dice, uno dei postumi dell'aggressione. Fra non molto l'organismo si rimetterà in sesto, e io, il fantasma che lo abita, sarò di nuovo me stesso. Ma sa che la verità è un'altra. Qualcuno ha soffiato sulla fiammella del piacere di vivere. Come una foglia nella corrente, come uno sbuffo di fumo nel vento, ha cominciato a fluttuare verso la fine. David se ne rende conto con chiarezza, e questa visione lo riempie di disperazione. Parola appiccicosa che non riesce a scacciare. Il sangue della vita sta abbandonando il suo corpo per essere sostituito dalla disperazione, sostanza simile a un gas, inodora, insapora, priva di proprietà nutritive. La inspiri, le membra si distendono, cessi di lottare, anche nel momento in cui senti il freddo dell'acciaio sulla gola.

J. M. Coetzee, Vergogna

Verso altri lidi

Gli avvenimenti di ieri lo hanno sconvolto nel profondo.
Il tremito e la debolezza non sono che i segni iniziali e piú superficiali del trauma. Ha la sensazione che dentro di lui sia rimasto contuso e ferito un organo vitale, forse addirittura il cuore. Per la prima volta ha un assaggio della vecchiaia, quando diventerà un uomo spossato, senza speranze, senza desideri, indifferente al futuro. Abbandonandosi su una sedia di plastica in mezzo al puzzo di piume di pollo e mele marce, sente l'interesse per il mondo defluirgli dal corpo goccia a goccia. Forse ci vorranno settimane, anche mesi, prima di restare dissanguato, ma il fluido vitale sta fuggendo. E quando il processo si sarà compiuto, di lui non resterà che l'involucro di una mosca in una ragnatela, fragile al tocco, più leggero della pula, pronto per essere trascinato verso altri lidi.

J. M. Coetzee, Vergogna 

Capri espiatori

I capri espiatori funzionavano quando erano un'emanazione del potere religioso. Caricavi i peccati della città sul groppone del capro e lo scacciavi, cosí la città veniva purificata. Funzionava perché tutti sapevano interpretare il rito, divinità comprese. Poi gli dèi sono morti, e di punto in bianco ci siamo ritrovati a dover purificare la citta senza aiuto divino. Si sono rese necessarie delle azioni reali al posto di quelle simboliche. È cosí che è nato il censore nel senso romano. La parola d'ordine è diventata vigilanza: vigilanza di tutti su tutti. La purificazione è stata sostituita dalla purga.

J. M. Coetzee, Vergogna

Allenati per la vecchiaia

Fino a oggi è stato ospite della figlia solo per brevi periodi. Ora divide con lei la casa, partecipa alla sua esistenza. Deve fare attenzione a impedire che le vecchie abitudini tornino di soppiatto, le abitudini del genitore: mettere il rotolo di carta igienica sul supporto, spegnere le luci, cacciare il gatto dal divano. Allenati per la vecchiaia, si ammonisce David. Allenati alla sopportazione. Allenati per la casa di riposo.

J. M. Coetzee, Vergogna 

Alla figlia

Perdonami, Lucy, - dice.
- Perdonarti? E per che cosa? - Sulle labbra le compare un sorriso lieve, un po' beffardo.
- Per il fatto di essere uno dei due mortali cui è stato affidato il compito di metterti al mondo e per non essermi mai rivelato una guida migliore.

J. M. Coetzee, Vergogna

venerdì 2 maggio 2025

Disperazione di Eracle

«Povero amico, sarò io il primo a darti questo atroce dolore: Ila è andato alla fonte, ma ancora non torna, e io l'ho udito gridare; forse i predoni l'hanno assalito e lo portano via, o forse lo sbranano le fiere.» Così disse, e ad Eracle nell'udirlo gocciolava dalle tempie copioso il sudore, e il nero sangue bolliva nelle viscere;
furibondo scagliò a terra l'abete e prese a correre dove lo portavano i piedi nel suo impeto, a caso. 
Come infuria il toro quando è punto dal tafano e abbandona prati e paludi, incurante dei pastori e della mandria - va per la sua strada ora senza sosta, ora fermandosi, e alzando il largo collo leva muggiti, afflitto dal doloroso assillo -, così l'eroe smaniando ora muoveva rapidamente i veloci ginocchi, ora arrestava la corsa affannosa e lanciava alte grida che si perdevano lontano.

Apollonio Rodio, Argonautiche 

Destino mortale

Cizico rotolò nella sabbia compiendo il suo destino - quello a cui i mortali non possono sfuggire, rete immensa che li chiude da ogni parte

Apollonio Rodio, Argonautiche

martedì 29 aprile 2025

Banchettare

Avevano accanto abbondanza di cibo, e vino soave, che i coppieri mescevano dalle brocche. Ed intanto tra loro scambiavano le parole e gli scherzi che piacciono ai giovani, in mezzo al banchetto ed al vino, e tra loro non c'è la superbia funesta.

Apollonio Rodio, Argonautiche

giovedì 3 aprile 2025

Antifragilità

L'antifragilità va al di là della resilienza e della robustezza. Ciò che è resiliente resiste agli shock e rimane identico a se stesso; l'antifragile migliora.

Nassim Nicholas Taleb, Antifragile. Prosperare nel disordine

domenica 30 marzo 2025

Senso della realtà e senso della possibilità

Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità.
Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o talaltra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: be, probabilmente potrebbe anche esser diversa.
Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe egualmente essere, e di non dar maggiore importanza a quello che è, che a 
quello che non è. Come si vede, le conseguenze di tale attitudine creativa possono essere notevoli, e purtroppo non di rado fanno apparire falso ciò che gli uomini ammirano, e lecito ciò che essi vietano, o magari indifferenti l'uno e l'altro. Questi possibilisti vivono, si potrebbe dire, in una tessitura più sottile, una tessitura di fumo, immaginazioni, fantasticherie e congiuntivi.

Robert Musil, L'uomo senza qualità 

Ironica fedeltà

Anche un cane di razza si cerca un posto sotto la tavola, insensibile ai calci non per bassezza canina ma per affetto e fedeltà. E appunto i freddi calcolatori non hanno nella vita la metà del successo conseguito invece dagli spiriti felicemente equilibrati, che nutrono sentimenti veri e profondi per le persone e le condizioni capaci di portar loro vantaggio.

Robert Musil, L'uomo senza qualità 

domenica 23 marzo 2025

Una parola diversa dalla loro

Il leader del popolo sovietico, autore fra l'altro di scritti di linguistica, si era reso conto che la letteratura utilizzava un'altra lingua, e che questa non coincideva con la sua. O meglio, aveva capito che non era strettamente un problema di lingua, perché Mandel'stam e Pasternak utilizzavano anche loro il russo. Aveva capito che non adoperavano le stesse parole. Insomma, aveva inteso perfettamente la lezione di Saussure e ne aveva tirato le conseguenze che sappiamo. La pratica non è certo finita con Stalin. Ne abbiamo preso coscienza con un certo spavento nel 1990 quando a Strasburgo costituimmo il Parlamento Internazionale degli Scrittori e una rete di città-rifugio dove accogliere quelli ai quali nei loro paesi si ambiva a tagliare la gola con recisione netta delle corde vocali, luogo deputato alla fonazione, cioè alla parola parlata prima che scritta. I nazisti hanno bruciato milioni di persone. Ma hanno cominciato col bruciare libri. Soprattutto quelli di letteratura, quella letteratura da loro definita 'degenerata'. Degenerata in quanto portatrice di una parola diversa dalla loro: una diversa visione del mondo. La letteratura è sostanzialmente questo: una visione del mondo differente da quella imposta dal pensiero dominante, o per meglio dire dal pensiero al potere, qualsiasi esso sia. E il dubbio che ciò che l'istituzione vigente vuole sia così, non sia esattamente così. Il dubbio, come la letteratura, non è monoteista, è politeista. Peraltro le conseguenze dei pensieri monoteisti, che non nutrono alcun dubbio, sono sotto gli occhi di tutti.

Antonio Tabucchi, Di tutto resta un poco

giovedì 20 marzo 2025

Scrivere

Scrivere è atto nobile nel migliore dei casi, ingenuo nel peggiore. Tranne poche eccezioni di grafomani arroganti inediti che imitano grafomani arroganti già editi, scrivere non peggiora il mondo. I libri sono firmati parola per parola. I loro pregi e tradimenti sono visibili, la loro libertà o corruzione e inutilità apparirà chiaramente, sulla pagina sterminata dei secoli. Alcuni dureranno, altri scompariranno. …. Scrivere nasce dal leggere e al leggere è grato.

Stefano Benni, Achille piè veloce 

mercoledì 19 marzo 2025

Una parte di me volerà in cielo

"State per morire, madre?" domandó…
"Sì."
"Cosa significa?"
"Mi recherò in un luogo dove tu non potrai seguirmi, per ora. Però, anche se non ci vedremo, saremo insieme lo stesso. Mi potrai sentire nel cuore, ogni volta che ti piacerà. Mi chiamerai e io arriverò.Sarà altrettanto bello." 
"Ve ne andrete fra poco, madre?"
"Sì, così credo."
"È proprio necessario? Non potete aspettare?"
" Non è possibile,… Il padre celeste mi chiama accanto a sé e io non posso rifiutarmi."
"Capisco" mormorò il bimbo, per nulla convinto."Cosa accadrà? Scomparirete?"
"No. Una parte di me volerà in cielo. Se osserverai con attenzione, forse riuscirai a vedermi, mentre mi allontano. Non posso portare con me il corpo, peró. È troppo pesante, per salire lassù. Lo abbandoneró qui. Quando te lo domanderó, tu mi chiuderai gli occhi e attenderai fino a quando non avrai capito che sono volata via."
"Posso tenerlo io, il vostro corpo?"
" Lo seppellirai nel luogo che ho indicato… Qualche volta, se ti farà piacere, andrai a fargli un saluto. Ricorda, però, che io non sono là ma in cielo. Perciò non preoccuparti troppo di cosa gli accadrà. Non ha nessuna importanza. Come un vecchio vestito, che non serve più."

Carla Maria Russo, La sposa normanna

domenica 9 marzo 2025

Le città invisibili

Forse il vero senso del mio libro potrebbe essere questo: dalle città invivibili alle città invisibili

Italo Calvino su Le Città Invisibili

sabato 8 marzo 2025

Stato della società per scrivere il Romanzo

Sappiate dunque che sono immerso nel mio romanzo, il cui soggetto è ambientato in Lombardia, e l'epoca dal 1628 al '31. Le memorie che ci restano di tale epoca presentano e fanno supporre uno stato della società veramente straordinario: il governo più arbitrario combinato con l'anarchia feudale e l'anarchia popolare; una legislazione stupefacente per ciò che prescrive e per ciò che lascia intendere o che descrive; una ignoranza profonda, feroce e pretenziosa; classi aventi interessi e massime opposte; alcuni aneddotti poco noti [...] che testimoniano il grande sviluppo di tutto ciò; infine una peste che ha dato occasione alla scelleratezza più consumata e sfrontata, ai pregiudizi più assurdi e alle virtù più commoventi, ecc., ecc.; ecco di che riempire un canovaccio [...]. Quanto allo svolgimento degli avvenimenti, e all'intrigo, credo che il mezzo migliore per non fare come gli altri stia nel considerare nella sua realtà il modo di agire degli uomini, e di considerarlo soprattutto in ciò che ha di opposto allo spirito romanzesco

Alessandro Manzoni, Lettera all'amico Fauriel

domenica 2 marzo 2025

Giorno di interrogazione

Era giorno di interrogazioni, e quando l'insegnante aprì il registro, fu come se ne uscisse un'aria mefitica, un odore di tomba scoperchiata. - Oggi interroghiamo... - disse. Seguì una pausa raggelante. Il futuro del paese si rattrappì, alcuni in posa fetale, altri tappandosi le orecchie, altri scomparendo sotto il banco, altri guardandosi negli occhi come a implorare reciproco aiuto, perché in quel momento tutti erano uguali, un povero sparuto branco di uccellini davanti al fucile puntato. - Zeffirini! - sparò il fucile. Le membra si decontrassero e i visi si distesero, molti sorrisero scambiandosi caramelle. Tutti guardarono poi Zeffirini, l'uccellino colpito, che si dirigeva con le alette basse verso la cattedra, mentre un'unica voce sembrava accompagnarlo, solidale, nel suo cammino: Cazzi tuoi, sfigato.

Stefano Benni, L'ultima lacrima

domenica 16 febbraio 2025

Sorpresa dalla morte

I primi che la trovarono furono dei barcaioli che tornavano all'alba dalla pesca notturna; e da principio la credettero una suicida, portata a riva dalle correnti marine. Ma invero la posizione dell'annegata, e le condizioni del suo corpo, non s'accordavano con quella conclusione frettolosa. Essa giaceva dentro il limite della battigia, ancora bagnato della marea recente, in una posa rilasciata e naturale, come chi viene sorpreso dalla morte in uno stato d'incoscienza o di sonno. La testa le poggiava sulla sabbia, che il lieve deflusso aveva lasciato liscia e nitida, senza alghe né detriti; e il resto della persona le stava adagiato per intero sul grande mantello da uomo che, fermato al collo dalla fib-bia, si stendeva spalancato ai suoi lati, tutto intriso d'acqua. Il vestituccio di seta artificiale, madido e lisciato dall'acqua, aderiva compostamente al suo corpo sottile, che appariva incolume, non gonfio né maltrattato come si mostrano di solito i corpi restituiti dalle correnti. E i minuscoli garofani cilestrini stampati sulla seta risaltavano come nuovi, ravvivati dall'acqua, contro il fondo bruno del mantello. L'unica violenza del mare, era stata di toglierle via le scarpette e di scioglierle i capelli che, nonostante l'età, le rimanevano lunghi e abbondanti, e solo in parte incanutiti: così che adesso, zuppi d'acqua, parevano tornati neri, e le si erano disposti tutti su un lato, quasi con grazia.

Elsa Morante, La Storia

domenica 9 febbraio 2025

Manovrare i clienti

«Vede, signor commissario, lei non ci crederà, ma i clienti sono un po' come le donne. Parrebbe uno scherzo: eppure... Bisogna saperli prendere. Una pazienza, certe volte! Dove occorre che uno aspetti, saper aspettare: star lì, sotto la panca di sasso, cogli occhi addormentati, ma pronti al balzo come un gatto in amore. Dove occorre invece la manovra, manovrare... prima che ci arrivi quell'altro, la concorrenza, voglio dire. 

Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

Nuove forze operanti nella società italiana

Le nuove forze operanti nella società italiana quel rinnovamento profondo che, atteggiatosi all'antica severità o almeno alla faccia severa de littori, aveva però, già preso l'aire dalla loro dotazione di bastoncelli (mazzetto di stecchi rilegati strinti d'attorno il fusto della scure, non soltanto emblematico), si addiedero poi senza sciuparsi nei filosofemi (primum vivere) a lastricare de più verbosi buoni propositi la patente via dell'inferno.

Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

domenica 2 febbraio 2025

Hitler e Mussolini

Fra i due sventurati falsari, diversi per natura, c'erano pure delle somiglianze inevitabili. Ma di queste, la piú interna e dolorosa era un punto di debolezza fondamentale: l'uno e l'altro, interiormente, erano dei falliti e dei servi, e malati di un sentimento vendicativo d'inferiorità. È noto che un tale sentimento lavora dentro le sue vittime con la ferocia di un roditore incessante, e spesso le ricompensa coi sogni. Mussolini e Hitler, a loro modo, erano due sognatori; ma qui si manifesta la loro diversità nativa. La visione onirica del «duce» italiano (rispondente a una sua voglia materiale di vita) era un festival da commedia, dove tra labari e trionfi lui, vassalluccio d'intrallazzo, recitava la parte di certi antichi vassalli beatificati (i cesari, gli augusti...) sopra una folla vivente umiliata al rango di fantoccio. Mentre invece l'altro (impestato da un vizio monotono di necrofilia e laidi terrori) era succube semi-conscio di un sogno tuttora informe, dove ogni creatura vivente (incluso lui stesso) era oggetto di strazio e degradata fino alla putrefazione. E dove all'ultimo - nel Grande Finale - tutte le popolazioni terrestri (compresa quella germanica) si sfacevano in ammassi scomposti di cadaveri.

Elsa Morante, La Storia

domenica 19 gennaio 2025

Lasciar andare

Arriva un giorno nella vita in cui capisci che lasciar andare non significa arrendersi o perdere, ma scegliere di proteggere la tua pace interiore. È il giorno in cui realizzi che alcune battaglie si vincono non con la forza, ma mantenendo intatta la tua integrità, anche quando tutto intorno ti spinge a fare il contrario. E poi comprendi una verità che può fare male, ma ti libera: ci sono persone che, per quanto amore, pazienza o opportunità gli offra, non cambieranno mai. Quando questo accade, quando riesci a guardare tutto questo con serenità, senza rancore, quel giorno avrai raggiunto la vera maturità emotiva. Perché crescere significa sapere cosa lasciare andare per non perdere te stesso.

Tom Hanks

Senso del sacro

La stranezza di quegli occhi ricordava l'idiozia misteriosa degli animali, i quali non con la mente, ma con un senso dei loro corpi vulnera-bili, «sanno» il passato e il futuro di ogni destino. Chiamerei quel senso - che in loro è comune, e confuso negli altri sensi corporei - il senso del sacro: intendendosi, da loro, per sacro, il potere universale che può mangiarli e annien- tarli, per la loro colpa di essere nati.

Elsa Morante, La Storia