mercoledì 6 dicembre 2017

Morte e serenità

E sai, c'è meno fascino nella vita quando penso alla morte, ma c'è più serenità. 

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

lunedì 4 dicembre 2017

Progresso e autorità

La questione, vedete, sta nel fatto che ogni progresso si compie solo d'autorità, - disse egli,  evidentemente desiderando mostrare che non era alieno all'istruzione. - Prendete le riforme di Pietro, di Caterina, di Alessandro. Prendete la storia europea. Tanto più il progresso nella vita agricola. Anche la patata, essa pure è stata introdotta da noi con la forza. Neppure con l'aratro di legno si è arato sempre. Anch'esso è stato introdotto, forse ai tempi dei principianti, ma certamente l'hanno introdotto con la forza. Ora, nella nostra epoca, con la servitù della gleba noi possidenti mandavano avanti l'azienda con i perfezionamenti: essicatoi, vagli, concimaie, e tutti gli strumenti, tutto introducevamo grazie alla nostra autorità, e i contadini dapprima si opponevano e poi ci imitavano. Adesso, con la distruzione del sistema della servitù della gleba, ci hanno tolto il potere, e la nostra agricoltura, dove era stata portata a un alto livello, deve abbassarsi al più selvaggio stato primordiale. Così la vedo io.

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

giovedì 30 novembre 2017

Natura e sensazioni

Dopo la pioggia primaverile, ai gettava nel bosco, correva tra i cespugli, strappava i ramoacelli bagnati, fregava contro il volto il profumo inebriante dell'acacia, delle viole, delle foglie marcite, delle viacide, dei funghi ..... La natura gli offriva tutti i piaceri in cui consisteva la sua felicità: gli faceva dimenticare la propria insopportabile persona, aboliva il passato e il futuro, lo attirava verso l'infinito, gli imponeva di vivere dove non c'era più "né luogo, né movimento, né corpo, né distanza, né spazio".

Pietro Citati, Tolstoj 

martedì 28 novembre 2017

Partito di governo

No, c'è bisogno di un partito di governo, formato di uomini indipendenti, come te e me.
Ma purché poi? - Vrònskij nominò alcuni uomini che detenevano il potere. - Perché loro non sarebbero persone indipendenti? 
Solo perché non hanno o non hanno avuto dalla nascita una posizione d'indipendenza, non sono nati vicino al sole, come noi. Con il denaro o con le benevolenze si possono comperare. E per reggersi loro devono inventare una tendenza. E così si creano un'idea, una tendenza in cui loro stessi non credono, che fa male; e tutto ciò serve solamente per avere una casa dallo Stato e uno stipendio.

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

Noia e insonnia

Per non annoiarsi non bisogna pensare che ci si annoierà. Allo stesso modo non bisogna pensare di non addormentarsi se si ha paura dell'insonnia.

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

lunedì 27 novembre 2017

Bisogni e vuoto

Dicono: è un uomo religioso, morale, onesto, intelligente; ma non hanno visto quello che ho visto io. Loro non sanno che per otto anni lui ha soffocato la mia vita, ha soffocato tutto quello che c'era in me di vivo, che mai una volta ha pensato che io sono una donna viva che ha bisogno d'amore. Non sanno come mi offendeva a ogni passo e rimaneva soddisfatto di sé. E io non mi sono sforzata, sforzata con tutte le forze di trovare una giustificazione alla mia vita?  Non ho cercato di amarlo, di amare il figlio quando era ormai impossibile amare il marito? Ma è venuto il momento in cui ho capito che non potevo più ingannare me stessa, che ero vita, che non avevi colpa se Dio mi ha fatto così, che avevo bisogno di amare e di vivere.

Lev Tolstoj, Anna Karenina  

giovedì 23 novembre 2017

Interesse personale

Voglio dire soltanto che quei diritti che mi ..... che toccano il mio interesse, li difenderò sempre con tutte le forze; che quando eravamo studenti e i gendarmi facevano le perquisizioni e leggevano le nostre lettere, io ero pronto a difendere con tutte le forze questi diritti, a difendere i miei diritti all'istruzione, alla libertà. Mi interessa il servizio militare, che tocca il destino dei miei figli, fratelli, e di me stesso; sono pronto a impegnarmi per ciò che mi riguarda; ma decidere dove distribuire quarantamila rubli di denaro dello zèmstvo oppure giudicare Alěška lo Scemo è una cosa che non capisco e non posso fare........

Penso, disse, che nessuna attività possa esser salda se non ha un fondamento nell'interesse personale. Questa è una verità generale, filosofica. 

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

martedì 14 novembre 2017

Due specie di uomini

Nel suo mondo di Pietroburgo tutte le persone si dividevano in due specie assolutamente opposte. Una specie inferiore: persone volgari, stupide e soprattutto ridicole, che credono che un marito solo debba vivere con una moglie sola, con la quale è sposato; che la ragazza debba essere innocente, la moglie pudica, l'uomo virile, temperato e fermo; che bisogna educare i figlioli, guadagnarsi il proprio pane, pagare i debiti, e altre sciocchezze del genere. Questa era la specie di uomini fuori di moda, e ridicoli. Ma c'era un'altra specie di uomini, uomini veri, di cui facevano parte loro tutti, nella quale bisognava essere eleganti, belli, magnanimi, audaci, allegri, darsi a ogni passione senza arrossire, e ridere di tutto il resto. 

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

Tradita

Che c'entra adesso anche Levin? Non capisco perché tu abbia bisogno di tormentarmi! Ho detto e ripeto che sono orgogliosa e non farò mai quello che fai tu per tornare a un uomo che ti ha tradita, che ha amato un'altra donna. Io questo non lo capisco! Tu puoi ma io non posso! 

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

venerdì 10 novembre 2017

Situazione bestiale

Tu sai che il capitale schiaccia il lavoratore; i lavoratori, i contadini, da noi sopportano tutto il peso del lavoro e sono messi in una condizione tale che, per quanto si affatichino, non possono uscire dalla loro situazione bestiale. Tutti i margini del salario, con cui potrebbero migliorare la loro situazione, procurarsi tempo libero, e dunque istruzione, tutto l'eccedente della paga gli vien tolto dai capitalisti. È la società è fatta in modo che quanto più essi lavorano, tanto più si arricchiscono i commercianti, i proprietari di terre, e loro rimangono sempre bestie da soma. 

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

mercoledì 8 novembre 2017

Rivale

Vi sono uomini che, incontrando un rivale fortunato in qualsiasi cosa, sono pronti subito a ignorare tutto ciò che di buono c'è in lui e in lui vedere soltanto il male; vi sono uomini che, al contrario, più d'ogni altra cosa desiderano trovare nel loro rivale fortunato le qualità con cui egli li ha vinti e in lui cercano, con una fitta di dolore al cuore, soltanto il bene.

Lev Tolstoj, Anna Karenina  

lunedì 6 novembre 2017

Amore e dramma

《Oh, moralista! Ma cerca di capire che qui ci sono due donne: una insiste soltanto sui suoi diritti, sul diritto al tuo amore, che tu non puoi darle; l'altra ti sacrifica tutto e non chiede nulla. Che cosa devi fare? Come agire? Qui c'è un dramma terribile.》
《Se vuoi che sia sincero a questo proposito, ti dirò che non credo che qui sia un dramma. Ed ecco perché. Secondo me, l'amore..... entrambi gli amori che, ricordi Platone definisce nel suo Convivio, entrambi gli amori servono da pietra di paragone per gli uomini. Certi uomini ne capiscono soltanto uno, altri soltanto l'altro. È quelli che capiscono  soltanto l'amore non platonico parlano a vanvera di dramma. Con un amore del genere non può esservi alcun dramma.
"Umilmente vi ringrazio per il piacere, i miei rispetti.", ecco tutto il dramma.》

Lev Tolstoj,  Anna Karenina 

Perno

Si amico, le donne sono il perno sul quale tutto gira.

Lev Tolstoj, Anna Karenina 

venerdì 3 novembre 2017

Ah! È così?

Il maestro zen Hakuin viveva in una città del Giappone, era tenuto in alta considerazione e molte persone venivano per incontrarlo e ricevere un insegnamento spirituale. Accadde che la figlia adolescente del suo dirimpettaio rimase incinta. Sgridata dai suoi genitori arrabbiati, quando le fu chiesto chi fosse il padre, alla fine confessò che era Hakuin, il maestro zen. I genitori infuriati si precipitarono da lui gridando che la figlia aveva confessato che il padre era lui. Tutto ciò che egli disse fu: "Ah! È così?".
La notizia dello scandalo si sparse in città e oltre. Il maestro perdette la sua reputazione ma questo non lo preoccupò. Nessuno venne più da lui. Ma egli rimase dov'era. Quando nacque il bambino i genitori lo portarono da Hakuin, dicendogli che lui era il padre e lui doveva occuparsene. Il maestro si prese amorevole cura del bambino. Un anno dopo, la madre piena di rimorso confessò ai genitori che il vero padre del bambino era il giovane che lavorava nel negozio del macellaio. Sconvolti si recarono da Hakuin per chiedergli scusa e implorare il suo perdono. Dissero di essere molto spiacenti e di essere venuti a riprendersi il bambino perché la figlia aveva confessato che lui non era il padre. Mentre porgeva loro il bambino tutto quello che disse fu: "Ah! È così?".
Il maestro risponde alla falsità e alla verità, alle buone notizie e a quelle cattive, esattamente allo stesso modo.  "Ah! È così?" Poiché permette alla forma del momento, buona o cattiva, di essere proprio come è, non diventa partecipe del dramma umano. Per lui esiste solamente questo momento e questo momento è così come è. Non personalizza gli eventi, non si fa vittima di nessuno. È così completamente unito con ciò che accade, che ciò che accade non ha più nessun potere su di lui. Solamente se resistete a ciò che accade siete alla sua mercé e in questo modo il mondo determinerà la vostra felicità.

Un nuovo mondo, Tolle Eckhart 

martedì 31 ottobre 2017

Emozione

Una risposta istintiva è la risposta diretta del corpo a una situazione esterna. Un'emozione, invece, è la risposta del corpo a un pensiero.

Un nuovo mondo, Tolle Eckhart

Discussione

Che cos'è una discussione? Due o più persone che esprimono opinioni diverse. Ogni persona è così identificata con i pensieri che formano la sua opinione che quei pensieri si condensano in una posizione mentale che è investita dal senso del sé. In altre parole: l'identità e il pensiero si fondono. Quando difendo le mie opinioni (pensiero), mi sento e agisco come se difendersi me stesso. Inconsciamente mi sento e agisco come se stessi lottando per la sopravvivenza e le mie emozioni riflettono questa credenza inconscia, diventando turbolente. 

Un nuovo mondo, Tolle Eckhart

lunedì 30 ottobre 2017

Pensiero

Non c'è  nulla che sia buono o cattivo, ma il pensiero lo rende tale.

Shakespeare 

giovedì 26 ottobre 2017

Malattia e controllo

La malattia ledeva il suo senso del possesso. Quelle mani tremanti appartenevano a lui, eppure si rifiutavano di obbedirgli. Erano come bambini cattivi. Creature irragionevoli, egoista e capriccioso. Poi i suoi ordini erano severi, meno li ascoltavano, e più diventavano patetiche ed incontrollabili.

Le correzioni, Jonathan Franzen 

mercoledì 25 ottobre 2017

Semplicità

La difficoltà nella scrittura, e nell’arte, non è la complicazione, ma la semplicità. Ottenere la semplicità è un lavoro di una difficoltà terrificante. Essere complicati è facilissimo, essere semplici è difficilissimo.
Marcello Fois, Manuale di lettura creativa

Brutto libro e bel libro

Un brutto libro inizia dando una risposta senza porre alcuna domanda, invece un bel libro pone molto domande e non dà delle risposte. Quello che conta è il viaggio. In letteratura si viaggia e basta. Non si arriva mai. Ma bisogna saper imparare anche dalle cose che non ci piacciono. Ognuno esercita la propria condizione di lettore come gli conviene, e a volte i libri ti cambiano la vita anche quando non ti piacciono

Marcello Fois, Manuale di lettura creativa

Panico di un uomo abbandobato

- Al cosa stai facendo? 
Si voltò verso la soglia dove era apparsa Enid. Cominciò una frase: - Sto ... - ma quando veniva colto di sorpresa ogni frase diventava un'avventura nella foresta; non appena perdeva di vista la luce della radura da cui era entrato, si accorgeva che le briciole che aveva seminato per orientarsi erano state mangiate dagli uccelli, esseri che sfrecciavano silenziosi nelle  tenebre e che lui non poteva vedere ma che si accalcavano così numerosi per la fame da sembrare tenebra loro stessi, come se l'oscurità non fosse uniforme, non fosse assenza di luce ma una cosa brulicante e crepuscolare, e in effetti quando da studente aveva incontrato la parola "crepuscolare" nel McKay's Treasury of English Verse, ne aveva fuso il significato con i crepuscoli della biologia, e così aveva continuato a vedere nel crepuscolo la corpuscolarità, come la grana della pellicola più sensibile che si usa per fotografare quando la luce è scarsa, come una specie di sinistra decadenza; e da qui era nato il panico di in uomo abbandonato nel folto della foresta, la cui oscurità era quella degli storni che cancellavano il tramonto o delle formiche nere che assalivano il cadavere di un opossum, un'oscurità che non solo esisteva ma che consumava con risolutezza i punti di riferimento che lui aveva saggiamente fissato per non perdersi; ma nell'istante in cui capiva di essersi smarrito, il tempo diventava straordinariamente lento, e Alfred scopriva eternità inimmaginabili nello spazio tra una parola e l'altra, o piuttosto rimaneva intrappolato nello spazio tra le parole, e restava a guardare il tempo che correva senza di lui.

Le correzioni, Jonathan Franzen

giovedì 12 ottobre 2017

Pensiero senza consapevolezza

Il mio primo barlume di consapevolezza avvenne quando ero uno studente al primo anno di università a Londra. Due mattine alla settimana, di solito intorno alle nove, verso la fine dell'ora di punta, prendevo la metropolitana per andare alla biblioteca universitaria. Una volta una donna appena trentenne si sedette di fronte a me. L'avevo vista altre volte su quel treno. Non si poteva fare a meno di notarla. Nonostante il treno fosse pieno i sedili accanto a lei su entrambi i lati erano vuoti. Questo perché aveva un aspetto indubbiamente da folle. Appariva estremamente tesa e parlavo senza sosta con una voce forte e arrabbiata. Era tanto assorbita dai suoi pensieri da sembrare totalmente inconsapevole della gente e di ciò che la circondava. La sua testa era piegata verso il basso e leggermente a sinistra, come se si risolgesse a qualcuno seduto nel sedile vuoto accanto a lei. Sebbene non ne ricordi il contenuto preciso, il suo monologo funzionava più o meno così: "E poi lei mi disse..... e allora io le dissi sei una bugiarda, come osi accusarmi di.... quando sei tu quella che ha approfittato di me, io avevo fiducia in te e tu hai approfittato della mia fiducia..."
........... Quello che avevo appena visto mi aveva colto alla sprovvista. Ero una matricola di venticinque anni mi immaginavo come un futuro intellettuale ed ero convinto che tutte le risposte ai dilemmi dell'esistenza umana potessero venir trovate attraverso l'intelletto, cioè attraverso il pensiero. Non mi rendevo conto che il pensiero privo consapevolezza è il problema principale del genere umano.

Eckhart Tolle, Un mondo nuovo

mercoledì 11 ottobre 2017

Verità e identità

Più voi costruite la vostra identità sui vostri pensieri  (credenze), più vi tagliate fuori dalla dimensione spirituale che è in voi. Molte persone "religione" sono bloccate a questo livello. Per loro la verità è il pensiero si equivalgono,  e siccome sono totalmente identificati con il pensiero (la loro mente), pretendono di essere unici depositari della verità in un tentativo inconscio di proteggere la propria identità. 

Eckhart Tolle, Un nuovo mondo 

Mancare l'obiettivo

In accordo con gli insegnamenti criatiani, il normale stato collettivo dell'umanità è quello del "peccato originale". Peccato è uma parola che è stata grandemente fraintesa e mal interpretata. Tradotta letteralmente dal greco antico in cui fu scritto il Nuovo Testamento, peccare significa mancare l'obiettivo come un arciere che manca il bersaglio e così, peccare significa mancare il punti dell'esistenza umana. Significa vivere senza qualità,  ciecamente e così soffrire e causare sofferenza. 

Eckhart Tolle, Un nuovo mondo

martedì 10 ottobre 2017

Fatti di acqua

Io sono fatto di acqua. Non ve ne potete accorgere perché faccio in modo che non esca fuori. Anche i miei amici sono fatti d'acqua . Tutti quanti. Il nostro problema è che non solo dobbiamo andarcene in giro senza essere assorbiti dal terreno ma, anche, che dobbiamo guadagnarci da vivere.

Philip K. Dick, Confessioni di un artista di merda

giovedì 5 ottobre 2017

Moltitudine di sistemi

Il tempo per Leopardi era complicatissimo. Aveva aperto avanti agli occhi tutto lo Zibaldone: guardava ora in un punto, ora in un altro; andava indietro, si spingeva arditamente nel passato, insinuava una frase scrivendola sui margini, o una serie di rinvii tra i diversi pensieri, che formavano così una nuova struttura del libro. Non aveva un sistema, ma una moltitudine di sistemi, che si prolungavano in tutte le direzioni, come un libro mobile.

Pietro Citati, Leopardi

mercoledì 4 ottobre 2017

Sostanza del tempo

Ma di che sostanza è il tempo? E dove esso si forma, se tutto è stabilito, immutabile, unico? La notte guardo lo spazio tra le stelle, vedo il vuoto senza misura; e ciò che voi umani travolge e porta via, qui è un fisso momento privo di inizio e di fine.
Ah Odisseo, poter sfuggire a questo verde perenne! Poter accompagnare le foglie che ingiallite cadono e vivere con esse il momento! Sapermi mortale.

Predestinati

Ci sono persone che la vita destina a vedere macerie e morte: tu sei una di queste. 

Antonio Tabucchi, Gli uccelli del beato Angelico 

lunedì 2 ottobre 2017

Anima su un albero solitario

Così aveva allevato la sua anima, una specie di creatura che si muoveva dentro di lei come un uccello orfano, la sua anima, le pareva, era un uccello appollaiato in disparte su un albero solitario.

Di mercoledì, Anna Marchesini

mercoledì 27 settembre 2017

Problemi e soluzioni

Quando sei assetata non sperare che piova. Ragiona e cerca una soluzione. Chiediti: dove posso procurarmi dell'acqua potabile? È inutile sperare di trovare una bottiglia in un deserto. Le speranze lasciale ai disperati. Esistono domande ed esistono le risposte. Gli esseri umani sono capaci di trasformare un problema in una soluzione. 

Niccolò Ammaniti, Anna

venerdì 22 settembre 2017

Punizione della frode

Considerano la frode delitto più grave del furto, e di rado la puniscono altrimenti che con la  morte; affermano infatti che con l'attenzione, la vigilanza e un po' di senso comune è facile salvar dai ladri la propria roba, ma l'onestà non ha difesa contro una raffinata scaltrezza. È, poiché è necessario che vi sono continui rapporti di compra e vendita e di affari sul credito, il commerciante onesto ha sempre la peggio a vantaggio dei furfanti là dove la frode è permessa e fomentata o non ha leggi che la puniscono. 

I viaggi di Gulliver, Swift 

martedì 19 settembre 2017

Amore

L'amore è una cosa terribile, una cosa amarissima, una passione sovrana: non sta, come crediamo, dentro il nostro cuore, che lo accoglie come un ospite; ma è una forza esterna, che irrompe violentemente in noi, si impadronisce della nostra mente e la possiede, senza lasciare nemmeno un angolo libero. Alla fine ne siamo completamente schiavi, vittime dell'angoscia. 

Piero Citati, Leopardi

lunedì 18 settembre 2017

Morte di Laura

Pallida no, ma più che neve bianca,
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca.
Quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi,
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi.
Morte bella parea nel suo bel viso.
Francesco Petrarca, Triumphus Mortis I  vv. 166-172

mercoledì 13 settembre 2017

Esposto agli urti della vita

La sua tristezza saggravò. Egli ai trovava in una disposizione di spirito strana. La sensibilità de' suoi nervi era cosi acuta che ogni minima sensazione a lui data dalle cose esteriori pareva una ferita profonda. Mentre un pensiero fisso occupava e tormentava tutto il suo essere, egli aveva tutto il suo essere esposto agli urti della vita circostante. 

Gabriele D'Annunzio, Il Piacere 

martedì 12 settembre 2017

Eletta cultura

Sotto il grigio diluvio democratico odierno, che molte belle cose è rare sommerge miseramente, va anche a poco a poco scomparendo quella special classe di antica nobiltà italica, in cui era tenuta viva di generazione in generazione una certa tradizione familiare d'eletta cultura, d'eleganza e di arte.

Gabriele D'Annunzio, Il piacere

Vita come opera d'arte

Il padre gli aveva dato, tra le altre, questa massima fondamentale: "Bisogna fare la propria vita, come ai fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita di un uomo d'intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui".

Gabriele D'Annunzio, Il Piacere 

lunedì 11 settembre 2017

Liberi dalla noia

Se al presente tu e io e tutti i nostri compagni non fossimo in su queste navi, in mezzo di questo mare, in questa solitudine incognita, in stato incerto e rischioso quanto si voglia; in quale altra condizione di vita ci troveremmo essere? In che saremmo occupati? In che modo passeremo questi giorni? Forse più lietamente? O non saremmo anzi in qualche maggior travaglio o sollecitudine, ovvero pieni di noia? Che vuol dire uno stato libero da incertezza e pericolo? Se contento e felice, quello è da preferire a qualunque altro; se tedioso e misero, non veggo a quale altro stato sia da proporre. Io non voglio ricordare la gloria e l'utilità che ripeteremo, succedendo l'impresa in modo conforme alla speranza. Quando un altro frutto non ci venga da questa navigazione, a me pare che essa ci sia profittevolissima in quanto per un tempo essa ci tiene liberi dalla noia, ci fa cara la vita, ci fa pregevoli molte cose che altrimenti non avremmo in considerazione. 

Leopardi, Operette Morali, Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez

giovedì 7 settembre 2017

Sogno e tenerezza

Tasso: Con tutto questo, io mi muoio dal desiderio di rivederla, e di riparlarle.

Genio: Via, questa notte in sogno te la condurrò davanti, bella come la gioventù; e cortese in modo che ti prenderai cuore di favellarle molto più franco e spedito che non ti venne fatto mai per l'addietro: anzi all'ultimo le stringerai la mano; ed ella guardandoti fiso, ti metterà nell'animo una dolcezza tale, che tu ne sarai sopraffatto; e per tutto domani, qualunque volta ti avverrà di questo sogno, ti sentirai balzare il cuore dalla tenerezza. 

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio familiare 

mercoledì 6 settembre 2017

Bruno dei crepuscoli

"La tua conversazione mi riconforta pure assai. Non che interrompa la mia tristezza; ma questa per la più parte del tempo è come una notte oscurissima senza luna nè stelle; mentre sono teco somiglia al bruno dei crepuscoli, piuttosto grato che molesto."

Queste parole del Tasso ben definiscono stato d'animo di chi ha superato lo strazio di un personale dolore, ne ha fatto in soggetto di meditazione, e, rivolgendosi ai suoi pensieri, frutto di quella meditazione, compagno familiari della sua solitudine, trova un caro e inaspettato conforto.

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio familiare 

Conservazione del mondo

La vita di questo universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate ambedue tra se di maniera, che ciaacheduna serve continuamente all'altra, ed alla conservazione del mondo. 

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo della Natura e di un Islandese 

martedì 5 settembre 2017

Vecchiaia

E già mi veggo vicino il tempo amaro e lugubre della vecchiezza; vero e manifesto male, anzi cumulo di mali e di miserie gravissime; e questo tuttavia non accidentale, ma destinato da te per legge a tutti i generi dei viventi, prevedendo per ciascuno di noi fin nella fanciullezza, e preparato in lui di continuo, dal quinto suo lustro in là, con tristissimo declinare e perdere senza sua colpa: in modo che appena in terzo della vita degli uomini è assegnato al fiorire, pochi istanti alla maturità e perfezione, tutto il rimanente allo scadere, e agli incomodo che ne seguono.

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo della Natura e di un Islandese

Temere

Lascio i pericoli giornalieri, sempre imminenti all'uomo, e infiniti di numero; tanto che un filosofo antico (Seneca) non trova contro al timore, altro rimedio più valevole della considerazione che ogni cosa è da temere.

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo della Natura e di un Islandese

lunedì 4 settembre 2017

Prospettiva del mito

Nell'immaginazione dei poeti, e prima ancora nell'immagimazione popolare, i fatti si dispongono in prospettiva diversa da quella della storia: la prospettiva del mito.

Italo Calvino, Prefazione a Orlando Furioso di Ludovico Ariosto 

sabato 2 settembre 2017

Aracne

Neppure Pallade o Invidia avrebbero potuto denigrare quell'opera. Ma la bionda dea guerriera si dolse del successo, fece a brandelli la tela che illustrava i misfatti degli dei e, con in mano la spola fatta col legno del monte Citoro, più volte in fronte colpì Aracne, figlia di Idmone. La sventurata non lo resse e fuor di sennò corse a cingersi il collo in un cappio: vedendola pendere n'ebbe pietà Pallade e la sorresse dicendo: "Vivi, vivi, ma appesa come sei, sfrontata, e porchè tu non abbia miglior futuro, la stessa pena sarà comminata alla tua stirpe e a tutti i tuoi discendenti". Poi, prima di andarsene, l'asperge col succo d'erbe infernali, e al contatto di quel malefico filtro in un lampo le cadono i capelli e con questi il naso e le orecchie; la testa si fa minuta e così tutto il corpo s'impicciolisce; zampe sottili in luogo delle gambe spuntano sui fianchi; il resto è ventre: ma da questo Aracne emette un filo e ora, come ragno, torna a tessere la sua tela.

Ovidio, Le metamorfosi 

venerdì 1 settembre 2017

Plinio e originalità

Quando parliamo di Plinio non sappiamo mai fino a che punto possiamo attribuire a lui le idee che esprime; suo scrupolo è infatti di metterci di suo il meno possibile, e tenersi a quanto tramandano le fonti; e ciò conformemente a un'idea impersonale del sapere, che esclude l'originalità i individuale. 

Italo Calvino, Perché leggere i classici 

giovedì 31 agosto 2017

Perché tanta fatica

E se qualcuno obietta che non val la pena di fare tanta fatica, citerò Cioran (non un classico, almeno per ora, ma in pensatore contemporaneo che solo ora si comincia a tradurre in Italia): 《Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul flauto. "A cosa ti servirà?" gli fu chiesto. "A sapere quest'aria prima di morire"》

Italo Calvino, Perché leggere i classici 

Biblioteca ideale

Oggi una educazione classica come quella di Leopardi è impensabile, e soprattutto la biblioteca del conte Monaldo è esplosa. I vecchi titoli sono stati decimati ma i nuovi sono moltiplicati proliferando in tutte le letterature e culture moderne. Non resta che inventarci ognuno una biblioteca ideale dei nostri classici; e direi che essa dovrebbe comprendere per metà libri che abbiamo letto e che hanno contato per noi, per metà libri che ci proponiamo di leggere e presupponiamo possano contare. Lasciando una sezione di posti vuoti per le sorprese, le scoperte occasionali. 

Italo Calvino, Perché leggere i classici 

martedì 29 agosto 2017

Disordine delle parole

Fin dal terzo episodio l'Ulisse abbandona la narrativa del naturalismo e lascia emergere un disordine delle parole, guidato da divagazioni del pensiero che si coagulano nel cosiddetto 'stream of consciousness', o 'flusso di coscienza: un continuo succedersi di pensieri e immagini che passano per la testa dell'io narrante, si distano e si richiamano l'uno con l'altro, quasi senza sosta. Ed è un disordine liberatorio, dove le percezioni d'un dentro e d'un fuori collimano, richiamandosi a vicenda 

Prefazione a Ulisse di James Joyce, Gianni Celati

lunedì 28 agosto 2017

Difficoltà

Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro irrobustisce il corpo.

Seneca 

Propaganda militare

Non sapevano quegli ingenui che la tecnica di attribuire al soldato nemico ogni possibile crudeltà fa parte del materiale di guerra quanto i proiettili e gli aeroplani, e che essa viene cavata dai magazzini regolarmente al principio di ogni conflitto. La guerra non può essere messa d'accordo con la ragione e con il senso di giustizia; essa esige entusiasmo cieco per la propria causa e odio per l'avversario.
Ma è proprio nella natura umana che i sentimenti acuti non si possano prolungare all'infinito, né nell'individuo, né in un popolo, e ciò è ben noto ad ogni organizzazione militare. Questa perciò ha bisogno di un assillo artificiale e simile compito d'incitamento deve essere assolto dagli intellettuali.

Il mondo di ieri,  Stefan Zweig 

Svanire dalla memoria

Io non potevo allora capire che con la stessa rapidità con cui si cancellano dalla superficie della terra le orme della lotta può anche svanire dalla memoria degli uomini il ricordo del suo orrore.

Il mondo di ieri, Stefan Zweig 

giovedì 3 agosto 2017

Morale e libertà

Ma è proprio come dice Hebbel: "Ora ci manca il vino, ora ci manca la coppa". Raramente le due cose sono concesse alla medesima generazione: se il costume dà la libertà all'uomo, è lo Stato che viene a coartare; se le Stato dà la sua libertà, è la morale che vuole asservirlo. 

Stefan Zweig, Il mondo di ieri 

mercoledì 2 agosto 2017

Impulsi naturali

Noi dopo Freud sappiamo come chi cerchi respingere dalla propria coscienza impulsi naturali, non li annulla, ma soltanto li sposta pericolosamente nel subcosciente.

Stefan Zweig, Il mondo di ieri 

martedì 1 agosto 2017

Il mondo di oggi

Nella loro Austria durante quell'epoca di bonaccia non vi furono ne colpì di stato ne improvvisi sbalzi di valori; se le azioni perdevano in borsa quattro o cinque punti, si parlava già di un crac e si aggrottava la fronte sulla "catastrofe". Ci si lagnava più per consuetudine che per convinzione delle forti tasse, che in realtà, paragonate a quelle del dopoguerra, non erano che una specie di piccola mancia allo Stato. Si stabiliva nei testamenti con la massima precisione il modo di proteggere i nipoti e i pronipoti di ogni perdita finanziaria, come se la sicurezza fosse garantita con una semplice cambiale delle potenze esterne, e nel frattempo si viveva a proprio agio, accarezzando le piccole preoccupazioni come bravi e docili animali domestici che in fondo non fanno paura.

Stefan Zweig, Il mondo di ieri 

lunedì 31 luglio 2017

Maledizione dell'oro

Inconsciamente v'è qualcosa nell'ebreo che tende a sfuggire a quel tanto di moralmente ambiguo,  di ripugnante e di meschino che è proprio di ogni traffico, di ogni mero commercio, per elevarsi alla pura sfera dell'intelletto, estranea al denaro, quasi volesse - per dirla wagnariamente - redimere se è tutta la razza dalla maledizione dell'oro.

Stefan Zweig, Il mondo di ieri 

sabato 29 luglio 2017

Arbeit macht frei

Contro la mia volontà ho dovuto assistere alla più spaventosa sconfitta della ragione al più selvaggio trionfo della  brutalità, nell'ambito della storia. Mai una generazione - non lo affermò certo con orgoglio bensì con vergogna - ha subito un siffatto regresso morale da così nobile altezza spirituale. 

Il mondo di ieri, Stefan Zweig 

giovedì 27 luglio 2017

Segni del mentire

Secondo gli psicologi il centro della memoria è localizzato nella parte sinistra del cervello, quello dell'immaginazione nella parte destra. Pertanto, le persone guardano inconsciamente a sinistra quandi ricordano qualcosa e a destra quando inventano storie, quando mentono. 

Lee Child, Niente da perdere 

martedì 25 luglio 2017

Moto in avanti

Per un istante Reacher considerò l'idea di tornare indietro e di puntare a sud da Hope, di rimettersi in rotta, ma la scartò subito. Detestava tornare indietro. Amava andare avanti dritto, deciso, on qualsiasi caso. La vita di ogni uomo aveva bisogno di un principio ispiratore e quello di Reacher era il moto inesorabile in avanti

Lee Child, Niente da perdere 

Sigarette

In passato, quando fumava, si sarebbe forse acceso una sigaretta per passare il tempo, ma non fumava più. Fumare comportava portarsi dietro almeno un pacchetto e una confezione di fiammiferi, e Reacher aveva smesso da un pezzo di portarsi dietro le cose di cui non aveva bisogno. In tasca non aveva niente tranne un po' di contanti, un passaporto scaduto, in bancomat e uno spazzolino pieghevole. 

Per Child, Niente da perdere 

venerdì 21 luglio 2017

Lavoro ed eterno

Ci fu in tempo in cui ciascuno sapeva l'ora della propria morte, ma quando in giorno Cristo discese sulla terra si accorse che alcuni contadini avevano smesso di coltivare i loro campi e vivevano nel peccato. Cristo allora riproverò uno di loro della sua ignavia, e questi per tutta risposta brontolò: "Perché dovrei ancora seminare la terra, visto che al momento del raccolto io non ci sarò più?". Cosi Cristo si rese conto che non era bene per gli uomini sapere quando sarebbero morti, e li privò di questa conoscenza. Da allora in poi i contadini devono lavorare i campi fino all'ultimo momento, come vivessero in eterno, e proprio questo è bene, perché solo il lavoro ci rende partecipi dell'eterno. 

Stefan Zweig, Momenti fatali 

giovedì 20 luglio 2017

Male

Chi commette il male è più infelice, nel fondo del suo cuore, di chi lo subisce, e io provo pietà per lui, non odio.

Stefan Zweig, Momenti fatali

mercoledì 12 luglio 2017

Fiore degli anni

Non c'è felicità maggiore nel destino di un uomo che scoprire nel cuore degli anni e nel pieno dell'energia creativa, il compito della propria vita

Stefan Zweig, Momenti fatali

martedì 11 luglio 2017

Storia e arte

Anche in questo "arcano laboratorio di Dio" come Goethe definisce la storia, si produce un'enorme congerie di fatti usuali e irrilevanti. Qui pure, come sempre nell'arte e nella vita, i momenti sublimi e indimenticabili sono rari.


Stefan Zweig, Momenti fatali 

sabato 8 luglio 2017

Di dove non si ritorna

Grigie ormai sono le tempie
e il capo è bianco,
e mi scrollano i denti
e la bella giovinezza non c'è più.
Della dolce vita
poco tempo mi resta,
e spesso piango, ho tanta paura
del Tartaro.
Tremenda è la voragine dell'Ade,
e dolorosa è la discesa
laggiù;
perché, scesi una volta,
in su non si ritorna.

Anacreonte

venerdì 7 luglio 2017

Scappare

Sotto la luna e le colline Nuto una sera mi domandò com'era stato imbarcarmi per andare in America, se ripresentandosi l'occasione e i vent'anni l'avrei fatto ancora. Gli dissi che non tanto era stata l'America quanto la rabbia di non esser nessuno, la smania più che di andare, di tornare un bel giorno dopo che tutti mi avessero dato per morto di fame. In paese non sarei stato altro che un servitore ..... E allora tanto valeva provare, levarmi la voglia di passare anche il mare.
- Ma non è facile imbarcarsi - disse Nuto. - Hai avuto del coraggio.
Non era stato coraggio, gli dissi, ero scappato.

La luna è i falò, Cesare Pavese 

giovedì 6 luglio 2017

Aspetto

Non toccava una goccia di liquore: your look, you know, are your only free advertising agent.

Cesare Pavese, La luna è i falò 

mercoledì 5 luglio 2017

Rimpianti di povertà

Cosa avrei dato per vedere ancora il mondo con gli occhi di Cinto, ricominciare in Gaminella come lui, con quello stesso padre, magari con quella gamba. Non era mica compassione che provavo per lui, certi momenti lo invidiano. Mi pareva di sapere anche i sogni che faceva la notte e le cose che gli passavano in mente mentre arrancava per la piazza.
Non avevo camminato così, non ero zoppo io, ma quante volte avevo visto passare le carrette rumorose con le sediate di donne e ragazzi, che andavano in festa, alla fiera, alle giostre, e io restavo con Giulia e Angiolina sotto i noccioli, sotto il fico, sul muretto del ponte, quelle lunghe sere d'estate, a guardare il cielo e le vigne sempre uguali. E poi la notte, tutta la notte, per la strada si sentivano tornare cantando, ridendo, chiamandosi attraverso il Belbo. Era in quelle sere che una luce, un falò, visti sulle colline lontane, mi facevano gridare e ritirarmi in terra perché ero povero, perché ero ragazzo, perché ero niente. Quasi godevo se veniva un temporale, il finimondo, di quelli d'estate, e gli guastava la festa. Adesso a pensarci rimpiangevo quei tempi, avrei voluto ritrovarmici.

La luna è i falò, Cesare Pavese 

Rimpianti di povertà

Cosa avrei dato per vedere ancora il mondo con gli occhi di Cinto, ricominciare in Gaminella come lui, con quello stesso padre, magari con quella gamba. Non era mica compassione che provavo per lui, certi momenti lo invidiano. Mi pareva di sapere anche i sogni che faceva la notte e le cose che gli passavano in mente mentre arrancava per la piazza.
Non avevo camminato così, non ero zoppo io, ma quante volte avevo visto passare le carrette rumorose con le sediate di donne e ragazzi, che andavano in festa, alla fiera, alle giostre, e io restavo con Giulia e Angiolina sotto i noccioli, sotto il fico, sul muretto del ponte, quelle lunghe sere d'estate, a guardare il cielo e le vigne sempre uguali. E poi la notte, tutta la notte, per la strada si sentivano tornare cantando, ridendo, chiamandosi attraverso il Belbo. Era in quelle sere che una luce, un falò, visti sulle colline lontane, mi facevano gridare e ritirarmi in terra perché ero povero, perché ero ragazzo, perché ero niente. Quasi godevo se veniva un temporale, il finimondo, di quelli d'estate, e gli guastava la festa. Adesso a pensarci rimpiangevo quei tempi, avrei voluto ritrovarmici.

La luna è i falò, Cesare Pavese 

Quarto potere

Sono soltanto i cani che abbiano e saltano addosso ai cani forestieri e il padrone aizza il cani per interesse, per restare padrone, ma se i cani non fossero bestie si metterebbero d'accordo e abbaierebbero addosso al padrone.

Basta leggere i giornali per capire che il mondo è pieno di padroni che aizzano i cani.
Certi giorni che non hai neanche più voglia di sapere quel che succede e soltanto andando per le strade vedi i fogli in mano alla gente neri di titoli come il temporale.

La luna è i falò, Cesare Pavese 

martedì 4 luglio 2017

Gioventù e tempo

E io, quando venne il carretto per prendere l'armadio e i sacconi, andai nella stalla a staccare la capra. Non c'era più, l'avevano venduta anche lei. Mentre piangevo per la capra, arrivò il parroco - aveva un grosso ombrello grigio e le scarpe infangate - e mi guardò di traverso. Padrino girava per il cortile e si tirava i baffi. - Tu - mi disse il prete, - non fare la donnetta. Che cos'è questa casa per te? Sei giovane e hai tanto tempo davanti. Pensa a crescere per ripagare questa gente del bene che ti hanno fatto.

La luna è i falò, Cesare Pavese 

Crescere

Il discorso finiva sempre che i vecchi dicevano: "Sì sì giovanotti, sì sì ragazze .... pensate a crescere ...... così dicevano i nostri nonni .... si vedrà quando toccherà a voi". A quei tempi non mi capacitavo che cosa fosse questo crescere, credevo fosse solo fare delle cose difficili - come comprare una coppia si buoi, fare il prezzo dell'uva, manovrare la trebbiatrice. Non sapevo che crescere vuol dire andarsene, invecchiare, veder morire.

La luna è i falò, Cesare Pavese 

lunedì 3 luglio 2017

Ricominciare

Fatto sta che lo sapevo che non sarebbe durata, e la voglia di fare, di lavorare, di espormi, mi moriva tra le mani.

La luna è i falò, Cesare Pavese 

sabato 1 luglio 2017

Come nelle favole
Vasco Rossi
Quello che potremmo fare io e te
Senza dar retta a nessuno
Senza pensare a qualcuno
Quello che potremmo fare io e te
Non lo puoi neanche credere
Quello che potremmo fare io e te
Senza pensare a niente
Senza pensare sempre
Quello che potremmo fare io e te
Non si può neanche immaginare
Sai che ho pensato sempre, quasi continuamente
Che non sei mai stata mia
Me lo ricordo sempre, che non è successo niente
Dovevi sempre andar via
Io e te, io e te
Dentro un bar a bere e a ridere
Io e te, io e te
A crescere bambini, avere dei vicini
Io e te, io e te
Seduti sul divano
Parlar del più e del meno
Io e te, io e te
Come nelle favole
Quello che potremmo fare io e te
Non l’ho mai detto a nessuno
Però ne sono sicuro
Quello che potremmo fare io e te
Non si può neanche immaginare
Io e

giovedì 29 giugno 2017

Resta ad aspettarti

Così questo paese, dove non sono nato, ho creduto per molto trempo che fosse tutto il mondo. Adesso che il mondo l'ho visto davvero e so che è fatto di tanti piccoli paesi, non so se poi da ragazzo mi sbagliavo poi di molto. Uno gira per mare e per terra, come i giovanotti dei miei tempi andavano alle feste dei paesi intorno, e ballavano, e bevevano, si picchiavano, portavano a casa la bandiera e i pugni rotti.
Ché cosa vuol dire? Un paese ci vuole, se non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non esser soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non è facile starci tranquillo.

La luna è i falò, Cesare Pavese

martedì 27 giugno 2017

Mondi diversi

I fantasmi sono, in un certo senso, brandelli e frammenti di altri mondi, un barlume di essi. L'uomo sano, naturalmente, non è il caso che li veda, perché l'uomo sano è un uomo terreno, e quindi non deve vivere che la vita di questo mondo, per ragione di ordine e pienezza. Ma appena si ammala, appena nel suo organismo è turbato il suo normale ordine terreno, subito comincia a manifestarsi la possibilità di un mondo diverso; e quanto più l'individuo è malato, tanto maggiori sono i contatti con quest'altro mondo, cosicché, una volta morto del tutto, l'uomo passa direttamente in un altro mondo.

Delitto e castigo, Dostoevskij 

lunedì 26 giugno 2017

Coscienza

Che ve ne importa della coscienza? 
Be', se non altro per un senso di umanità. 
Chi ce l'ha, soffra pure, visto che riconosce il suo errore. Sarà per lui un castigo supplementare, in aggiunta ai lavori forzati.

Delitto e castigo, Dostoevskij 

mercoledì 21 giugno 2017

Freschezza dello spirito

Sebbene quest'ultima avesse già quatantatre anni, il suo volto serbava ancora tracce della bellezza di un tempo; per di più, essa sembrava molto più giovane dei suoi anni, come accade quasi sempre alle donne che riescono a conservare sino alla vecchiaia la freschezza dello spirito e delle sensazioni e un'onesta, pura fiamma del cuore. Conservare queste cose è l'unico mezzo per non perdere la propria bellezza nemmeno da vecchi.

Delitto e castigo, Dostoevskij 

Arrivare alla verità

Dire corbellerie è l'unico privilegio umano nei confronti di tutti gli altri esseri viventi. A furia di dirne, si arriva alla verità. Si è uomini appunto perché si dicono corbellerie; non si è mai raggiunta nessuna verità senza aver prima sbagliato quattordici volte, e forse anche centoquattordici; a suo modo è una cosa onorevole. Mentre noi, non siamo neanche capaci di sbagliare col nostro cervello! Spararle grosse, ma che sia farina del tuo sacco: e io ti vorrò un bene dell'anima. Spararle grosse a proprio modo, è quasi meglio che dir la verità a modo altrui; nel primo caso sei un uomo, nel secondo caso sei solo un pappagallo!....... Ci abbiamo preso gusto a campare con l'intelligenza altrui, e ci abbiamo dato dentro!

Delitto e castigo, Dostoevskij

Vertice delle civiltà

Volete sapere perché mi sono sbronzato questo modo? Perché mi hanno fatto discutere quei maledetti! E si che avevo giurato di non discutere più!... dicono certe corbellerie! Per poco non menavo le mani! Ho lasciato là mio zio, a far gli onori di casa.... Potete non crederci, ma quello vogliono la distruzione totale della personalità, e ci provano un gran gusto! L'importante è non essere se stessi, assomigliare il meno possibile a se stessi! Questo, per loro, è il vertice delle civiltà!

Delitto e castigo, Dostoevskij 

mercoledì 14 giugno 2017

Forma

Tutto ciò è convenzionale, relativo, forma, soltanto forma.

Delitto e castigo, Dostoevskij 

sabato 10 giugno 2017

Pregiudizi

Però se avessi detto delle sciocchezze, esclamò d'un tratto, quasi senza volerlo, se realmente l'uomo, tutto quanto il genere umano, non fosse una carogna, allora tutto il resto sono pregiudizi, soltanto paure che ci hanno inculcato, e non esistono barriere di sorta, e così deve essere...

Fedor Dostoevskij, Delitto e castigo 

lunedì 5 giugno 2017

Moralità

Se solo fosse possibile quel che, peraltro, data l'umana natura sarà sempre impossibile; se cioè fosse possibile che ognuno di noi descrivesse ogni suo segreto, ma senza alcun timore di esporre non solo ciò che ha paura di dire e non direbbe a nessun costo alla gente,  non solo ciò che ha paura di dire ai suoi migliori amici, ma perfino ciò che talvolta ha paura di confessare a se stesso,  allora nel mondo si leverebbe un tale puzzo, che tutti dovremmo morire asfissianti. Ecco perché, detto tra parentesi, vanno così bene le nostre conversazioni e convenienze sociali. Racchiudono un'idea profonda: non dirò morale, ma semplicemente protettiva, comoda, il che, s'intende, è ancor meglio, purché la moralità in sostanza non è altro che la comodità, cioè è stata inventata unicamente per la comodità. 

Umiliati e offesi, Dostoevskij 

lunedì 29 maggio 2017

Dimenticare tutto

In piedi davanti al tavolo, aprii macchinalmente i libri che avevo preso il giorno prima per il mio lavoro di compilazione, e a poco a poco mi appassionai alla lettura. Mi capita spesso: mi avvicino, apro un libro per un attimo per trovare un'informazione e mi immergo talmente nella lettura da dimenticare tutto.

Umiliati e offesi, Dostoevskij 

venerdì 26 maggio 2017

Sofferenza

In qualche modo bisogna riscattare con la sofferenza la nostra felicità futura; pagarla con qualche nuovo tormento. La sofferenza purifica tutto..... Oh Vanja, quanto dolore c'è nel vivere! 

Umiliati e offesi, Dostoevskij 

Passato

No amico mio non si può. Anche se provassi, non farei che inasprire il suo risentimento. Non si può far tornare ciò che è passato irrevocabilmente, e dai che cos'è questo, per noi? I giorni felici dell'infanzia che ho vissuto insieme a loro, ecco cosa non si può far tornare. 

Umiliati e offesi, Dostoevskij 

giovedì 25 maggio 2017

Onestà

Però sii onesti Vanja, sii onesto, questo è l'essenziale; vivi onestamente, non montarti la testa! Hai davanti a te una grande strada. Compi onestamente la tua opera.

Umiliati e offesi, Dostoevskij

domenica 21 maggio 2017

2 Novembre

Il giorno più bello era il 2 novembre, la festa dei morti. Quella, da bambino, era la giornata in cui mi arrivavano dei meravigliosi giocattoli di latta, marca Incap, e i dolci tradizionali dei morti. Tutte queste erano cose che in Sicilia facevano rivivere il ricordo di quelli che non c'erano più. I dolci, i giochi, venivano donati ai bambini da parte dei morti. In quei giorni andavano sempre al camposanto di Porto Empedocle con una grandissima gioia nel cuore, perché al ritorno sapevamo che c'era una qualche piacevole sorpresa ad attenderci. 

Andrea Cammileri, Una birra al caffè Vigata

martedì 16 maggio 2017

Famiglie felici

Tutte le famiglie felici sono simili tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.

Lev Nikolaevic Tolstoj, Anna Karenina

venerdì 12 maggio 2017

Attraversare uno specchio

Non aveva mai capito come si potesse mettere in un romanzo una persona che per te avesse contato qualcosa. Una volta finita dentro il romanzo, come si attraversa uno specchio, era persa per sempre. Non era mai esistita nella vita reale. Annientata....

Perché tu non ti perda nel quartiere, Patrick Modiano

giovedì 11 maggio 2017

Notte

Era quasi l'una di notte, e pensò che a quell'ora, nel silenzio e nella solitudine, capita si fasciarsi la testa per niente.

Perché tu non ti perda nel quartiere, 

mercoledì 10 maggio 2017

Ricordi

Ma i ricordi gli venivano meno, uno dopo l'altro, come bolle di sapone o frammenti di in sogno che evaporano al risveglio.

Perché tu non ti perda nel quartiere, Patrick Modiano 

venerdì 21 aprile 2017

Precari

Siamo sempre tutti dei precari signor Carvahlo

Manuel Velasquez Montalban, Tatuaggio

mercoledì 19 aprile 2017

Urlare

When the criticism devolves into name-calling or screaming, I pass. 

The courage to act, Ben Bernanke 

giovedì 13 aprile 2017

Emozioni e paesaggio

Gli ripugnava perdere il benché minimo istante ad analizzare il mondo in cui viveva. Ormai da tempo aveva deciso che si trovava nel passaggio tra l'infanzia e la vecchiaia di un destino personale e intrasferibile, di una vita che nessuno avrebbe vissuto a posto suo, né più, né meno, né meglio, né peggio. Gli altri potevano andarsene affanculo. Aveva limitato la sua capacità di provare emozioni astratte a quell'unica che gli poteva comunicare il paesaggio. Le rimanenti emozioni erano la sua pelle a procurargliele.

Il Tatuaggio, Manuel Velasquez Montalban 

lunedì 10 aprile 2017

Tatuaggio

Lo girarono. Fu allora che un ragazzino notò qualcosa di leggibile sulla schiena. Una mano spostò i granelli di sabbia bagnata. Qualcuno lesse a voce alta la scritta tatuata sulla pelle: Sono nato per rivoluzionare l'inferno. 

Tatuaggio, Manuel Velasquez Montalban 

domenica 9 aprile 2017

Il grande sonno

Che importa dove di giace quando si è morti? In fondo a un pozzo melmoso o in una torre d'avorio sulla cima di una montagna? Si è morti, si dorme il grande sonno, non ci si preoccupa più di certe miserie.

Il grande sonno, Raymond Chandler 

giovedì 30 marzo 2017

Amico

Io ho bisogno di un amico bel momento del superfluo, mio o suo, ognuno felice dell'abbondanza, dell'allegria del successo, della gioia, degli affetti.

Aldo Busi, Vacche amiche 

martedì 28 marzo 2017

Rivolta

Mi rivolto dunque siamo 

Albert Camus, L'uomo in rivolta 

Conoscenze

Non aveva buone conoscenze. Ecco che significa essere un pregiudicato in questo paese corrotto e criminale. 

Raymond Chandler, Il grande sonno 

Soldi e onestà

Nel mio ramo non si fanno soldi a palate, se si è onesti. Se ci si circonda d'un certo lusso vuol dire che si fanno soldi..... o ci si aspetta di farli. 

Raymond Chandler, Il grande sonno 

Risentimento

Il risentimento è la secrezione nefasta, in vaso chiuso, di un'impotenza prolungata.
L'aspetto passivo del risentimento è destinato al desiderio e al possesso. L'invidia incide fortemente sul risentimento. Ma si invidia ciò che non si ha.

Albert Camus, L'uomo in rivolta 

lunedì 27 marzo 2017

Trent'anni

Trent'anni cambiano molte cose nella vita degli uomini, e talvolta fanno già tutta una vita. 

Albert Camus, L'uomo in rivolta 

sabato 25 marzo 2017

Bene pubblico

L'altro si animava: "È una questione di umanità, glielo giuro. Forse lei non si rende conto di cosa significa una separazione come questa per due persone che si intendono bene".
Rieux non rispose subito, poi disse che credeva di rendersene conto. Con tutte le sue forze egli desiderava che Rembert ritrovasse la sua donna è che tutti quelli che si amavano fossero uniti, ma vi erano decreti leggi, vi era la peste, il suo compito era fare quello che bisognava.
"No", disse Rambert con amarezza, "lei non può capire. "Lei parla il linguaggio della ragione, lei è nell'astratto".
Il dottore levò gli occhi sulla Repubblica e disse di non sapere se parlava il linguaggio della ragione, ma che parlava il linguaggio dell'evidenza, e non era necessariamente la stessa cosa. Il giornalista si aggiustava la cravatta: "Allora, significa che debbo sbrigarmela altrimenti? Ma io", ricominció in tono di sfida "lascerò questa città".
Il dottore disse che anche questo lo capiva, ma che non lo riguardava.
"Si, riguarda lei", disse Rambert, alzando il tono all'improvviso. "Sono venuto da lei dopo aver saputo che lei ha avuto gran parte nelle decisioni prese. Ho pensato, allora, che almeno per un caso lei poteva disfare quello che aveva contribuito a fare. Ma per lei è lo stesso, non ha pensato a nessuno; non ha tenuto conto di quelli che erano divisi".
Rieux riconobbe che, in un certo senso, era vero: non aveva voluto tenerne conto.
"Vedo, vedo"' fece Rambert, "lei vuole parlarmi del pubblico interesse: ma il bene pubblico è fatto dal bene di ciascuno".

Albert Camus, La peste

venerdì 24 marzo 2017

Solo

E ciascuno dovette accettare di vivere giorno per giorno, e solo di fronte al cielo.
In tali estremi di solitudine, inoltre, nessuno poteva sperare nell'aiuto del vicino e ciascuno rimaneva solo nella sua preoccupazione. Se uno di noi, per caso, cercava di confidarsi o di dire qualcosa del suo sentimento, la risposta che riceveva, qualunque fosse, lo feriva, la maggior parte delle volte. 

Albert Camus, La peste 

La peste

Provavano quindi la profonda sofferenza di tutti i prigionieri e di tutti gli esiliati, che è vivere con una memoria che non serve a nulla.

Albert Camus, La peste

lunedì 13 marzo 2017

Come viene

Lo scotch,  come fa lo scotch quando è buono, mi tenne compagnia fino a Hollywood. Io mi lasciai andare, deciso a prenderla come veniva.

Raymond Chandler, Addio mia amata 

sabato 11 marzo 2017

Coerenza

....Era un opportunista senza scrupoli: un brillante ma instancabile camaleonte. Per Jobs la coerenza era solo lo spauracchio delle piccole menti - vedeva piccole menti ovunque volgesse lo sguardo ... - e faceva del suo meglio per tradurre nella vita la massima di Ralph Waldo Emerson, "una stupida coerenza è l'ossessione delle piccole menti".

Contro Stereo Jobs, Evgeny Morozov

Allegro

M"imbattei a un certo punto in un ubriaco, il quale, passandomi accanto e vedendomi cogirabondo, si chinò, sportello un po' il capo, a guardarmi in volto da sotto in sù, e mi disse, scotendomi leggermente il braccio: 
- Allegro!
Mi fermai di botto, sorpreso a squadrarlo da capo a piedi.
- Allegro! - ripeté, accompagnando l'esortazione con un gesto della mano che significava: "Che fai? Che pensi? Non ti curar di nulla!".
E s'allontanò, cempennante, reggendosi con una mano al muro. 

Il fu Mattia Pascal, Pirandello 

Distrazione

Per quanti sforzi facciamo nel crudele intento di strappare, di distruggere le illusioni che la provvida natura ci aveva create a fine di bene, non ci riusciamo. Per fortuna, l'uomo su distrae facilmente. 

Il fu Mattia Pascal, Pirandello 

Libertà

Mi sentii così ebro della mia libertà,  che temetti quasi d'impazzire

Il fu Mattia Pascal, Pirandello 

venerdì 3 marzo 2017

Chiacchiere

Mi pare che siate uno che fa molte chiacchiere per essere uno che ha le carte in mano.
Raymond Chandler, Addio mia amata

domenica 26 febbraio 2017

Illuminismo

« L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessa è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo»

Immanuel Kant

giovedì 23 febbraio 2017

Lavoro e orgoglio

Perché siamo uomini e donne che lavorano, tutti noi: nonostante il peso della nostra razza o della nostra deformità, abbiamo cercato e trovato il nostro posto nel mondo, indipendenti da tutti, guadagnandoci il pane con una sorta di orgoglio.

Sarah Dunant, La cortigiana

venerdì 17 febbraio 2017

Nebbia

Una nebbia fredda venuta dalla laguna si insinuava nelle calli, scivolando sull'acqua, strisciando contro la pietra. Mentre cammino, la calle svanisce alle mie spalle.
Le persone di muovono come fantasmi, le voci disgiunto dai corpi, come sbucano all'improvviso, così spariscono. 

Sarah Dunant, La cortigiana

giovedì 16 febbraio 2017

Ebrei

Ho una certa compassione per loro, perché, se pure vi sono al mondo luoghi in cui nani governano e gli ebrei posseggono la propria terra, a Venezia, come nel resto della cristianità, fanno solo i lavori più sporchi, come prestare denaro o comprare ciò che gia è stato usato; tuttavia sono diventati chiusi esperti nel campo che molti li detestano per questo. Per questo e per il fatto di aver ucciso Nostro Signore, cosa che li rende più terrificanti del diavolo stesso agli occhi di molti. 

Sarah Dunant, La cortigiana

martedì 14 febbraio 2017

Sacco di Roma

La mia padrona, Fiammetta Bianchini, si stava depilando le sopracciglia e mordicchiando le labbra perché prendessero colore quando accadde l’impensabile: l’esercito del Sacro Romano Impero aprì un varco nelle mura della Città Eterna di Dio, da cui irruppe un fiume di truppe impazzite per la fame decise al saccheggio e alla violenza.

Sarah Dunant, La cortigiana

sabato 11 febbraio 2017

Psicologo

È così contrattuale la sua comprensione, così esplicitamente dovuta, siamo qui in forza di un patto, abbiamo un tempo che ci vincola e soprattutto un fine, ed è l'onerosità di questo rapporto la caratteristica che lo rende inevitabilmente inautentico. La verità, che conosco anche troppo bene, è che non ho più un amico a cui raccontare le cose che mi capitano. Che in giro non si trova più niente di gratuito.

Sono contrario alle emozioni, Diego De Silva

venerdì 10 febbraio 2017

Premonizione

Dopo i primi passi, una voce di premonizione lo raggiunge. Come se in quel breve tratto di strada si stesse compiendo un passaggio cruciale della sua vita. 

Voglio guardare, Diego De Silva

sabato 4 febbraio 2017

Catastrofi

Sosteneva, fra l'altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l'effetto che dir si voglia d'un unico motivo, d'una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo. Ma il termine giuridico «le causali, la causale» gli sfuggiva preferentemente di bocca: quasi contro sua voglia

Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana 

martedì 10 gennaio 2017

Sinistra

Per oltre un secolo il segno distintivo della sinistra è stato la convinzione che sia sacrosanto dovere della comunità prendersi cura di tutti i suoi membri e assisterli collettivamente contro forze potenti cui non possono opporsi da soli. Le speranze socialdemocratiche di assolvere a questo compito sono state generalmente riposte nel moderno Stato nazione sovrano, sufficientemente potente e ambizioso da limitare i danni perpetuati dal libero gioco dei mercati, costringendo gli interessi economici a rispettare la volontà politica della nazione e i principi etici della comunità nazionale. Ma gli Stati-nazione non sono più potenti cime erano o speravano di diventare in passato. Gli Stati politici, che un tempo rivendicavano piena sovranità militare, economica e culturale sul territorio e relativa popolazione, non hanno più la sovranità su questi aspetti della vita comune. 

Quello sviluppo ha lasciato i socialisti privi dello strumento decisivo (l'unico esistente?) per l'attuazione del loro progetto. Semplicemente, uno Stato sociale che garantisca la sicurezza esistenziale di tutti non è più pensabile.

Zigmunt Bauman, Vite che non possiamo permetterci 

lunedì 2 gennaio 2017

Un giorno per volta

Ora ti dico una cosa di quando stai in prigione. Uno non deve mai pensare a quando esce. Sennò impazzisci. Devi pensare a quel giorno li, e poi a quello dopo, alla partita di calcio di sabato. È così che devi fare. Quelli che ci stanno tanto fanno così. I nuovi si sbattono la testa contro la porta della cella. Pensano a quanto ci devono stare. Perchè non lo fai pure tu? Pensa un giorno per volta. 

John Steinbeck, Furore