mercoledì 27 dicembre 2023

Una carezza mancata

Il rapporto con sua madre era stato infinitamente più complicato. Erica non riusciva a ricordare una sola occasione, in tutta l'infanzia, in cui le avesse dato una qualche dimostrazione d'affetto: un abbraccio, una carezza, una parola di conforto. Elsy Falck era una donna dura e implacabile che teneva la casa in perfetto ordine ma non si era mai concessa di rallegrarsi di qualcosa in vita sua. Era profondamente religiosa e, come tanti altri abitanti dei paesini distribuiti lungo la costa del Bohuslän, era cresciuta in una società segnata dalla dottrina del pastore Henrik Schartaus. Fin dalla prima infanzia le era stato insegnato che la vita sarebbe stata una lunga sofferenza, e che la ricompensa sarebbe giunta nella vita successiva.

Camilla Lackberg, La principessa di ghiaccio 

sabato 23 dicembre 2023

Memoria del bene

Un uomo deve ricordare la gioia che ha provato: 
gratitudine genera gratitudine, in eterno. 
E chi non serba memoria del bene che ha ricevuto 
non può essere detto un uomo nobile.

Sofocle, Aiace

Ritornare in sé

come il vento si solleva in tempesta 
e poi si placa, senza bagliori di fulmini, 
così anch'egli, adesso, è ritornato in sé

Sofocle, Aiace

Potenza degli dei

ATENA Guarda, Odisseo, come è grande la potenza degli dei! C'era, forse, qualcuno più accorto di lui o più capace di agire al momento opportuno?
ODISSEO Per quanto ne so, nessuno. Ma anche se è mio nemico, provo pietà per questo infelice, schiacciato sotto il giogo della rovina funesta: rispecchio nel suo il mio destino, e mi accorgo che noi tutti, i viventi, non siamo altro che fantasmi, ombra vana. 
ATENA Di fronte a questo spettacolo, non pronunciare mai parole superbe contro gli dei, non accrescere mai il tuo orgoglio, se sei più potente di un altro per forza di braccio o immensità di ricchezze. Un solo giorno abbatte e risolleva tutte le cose umane. Gli dei amano chi è saggio, detestano i malvagi.

Sofocle, Aiace

giovedì 7 dicembre 2023

Sulle scoperte

Proprio come la mano davanti all'occhio può nascondere la montagna più alta, così le abitudini della vita di tutti i giorni possono impedirci di cogliere lo splendore e le segrete meraviglie di cui è pieno il mondo. 
Detto chassidico (XVIII secolo)

venerdì 24 novembre 2023

Follia e ragione

Mio dio, che cosa ho fatto? 
La mia ragione, dov'è finita? Un demone mi ha colpito: sono pazza! Che sciagura, ahimè! Coprimi di nuovo i volto, mia nutrice: provo vergogna per quel che ho detto. Coprimi il volto: lacrime mi scendono dagli occhi, non oso alzare lo sguardo intorno a me. 
La folia è una sventura, ma riacquistare la ragione è sofferenza. 
Meglio morire senza saper nulla.

Euripide, Ippolito

giovedì 23 novembre 2023

Cuore e cervello

Una sciocca col cuore ma senza cervello è una sciocca altrettanto infelice di una col cervello ma senza cuore. E una vecchia verità. E allora io sono una sciocca col cuore e senza cervello, e tu sei una sciocca col cervello ma senza cuore: tutt'e due siamo infelici, tutt'e due soffriamo.

Fedor Dostoevskij, L'idiota 

mercoledì 22 novembre 2023

Simpatia per gli asini

L'ambiente estraneo mi uccideva. Mi ricordo che mi risvegliai completamente da tutte queste tenebre una sera a Basilea, al mio arrivo in Svizzera, e a risvegliarmi fu il raglio di un asino, una sera al mercato cittadino. Quell'asino mi colpì enormemente e chissà perché mi piacque in modo straordinario, e contemporaneamente mi parve che d'un tratto tutto si snebbiasse nella mia testa.» «Un asino? Che strano» osservò la generalessa, «anzi, no, non c'è nulla di strano, qualcuna di noi potrebbe anche innamorarsi di un asino» osservò guardando corrucciata le ragazze che ridevano; «è successo anche nella mitologia. Continuate, principe. » «Da allora amo enormemente gli asini. È addirittura una sorta di simpatia che sento dentro di me. Mi misi a chiedere informazioni su di loro, perché prima non ne avevo mai veduti, e immediatamente mi convinsi che erano animali utilissimi, gran lavoratori, forti, pazienti, poco costosi, tolleranti, e grazie a quell'asino d'un tratto tutta la Svizzera cominciò a piacernmi, cosicché se ne andò del tutto la tristezza di prima.»

Ferie Dostoevskij, L'idiota 

venerdì 3 novembre 2023

Assenza di confronto

Prendeva i suoi pasti con uomini simili a lui, che si riunivano in circoli chiusi, cosí da impedire l'accesso a qualsiasi idea o influenza estranea. Anche la sua vita religiosa era costituita dalla sua loggia e dalla sua chiesa, tutt'e due bene appartate e protette. Ogni settimana, usava passare una serata a giocare a poker con uomini talmente identici a lui, che la partita risultava molto ben equilibrata: e ciò induceva nei componenti del gruppo la persuasione di essere degli ottimi giocatori di poker. Dovunque andasse, il signor Pritchard non era un individuo, ma uno degli elementi che componevano una data società industriale, un dato circolo, una data loggia, o congregazione religiosa, o partito politico. I suoi pensieri e le sue idee non erano sottoposti mai a nessuna critica, poiché egli di sua spontanea volontà frequentava solo persone del suo proprio stampo. Leggeva un giornale scritto da uomini del suo gruppo, per il suo gruppo. I libri che entravano in casa sua erano scelti da un comitato che aveva cura di eliminare tutto quanto avrebbe potuto irritarlo. 

John Steinbeck, La corriera stravagante 

venerdì 27 ottobre 2023

Letteratura: visione differente del mondo

La letteratura è sostanzialmente questo: una visione del mondo differente da quella imposta dal pensiero dominante, o per meglio dire dal pensiero al potere, qualsiasi esso sia. È il dubbio che ciò che l'istituzione vigente vuole sia cosi, non sia esattamente cosi. Il dubbio, come la letteratura, non è monoteista, è politeista. Peraltro le conseguenze dei pensieri monoteisti, che non nutrono alcun dubbio, sono sotto gli occhi di tutti.

Antonio Tabucchi, Di tutto resta un poco

giovedì 26 ottobre 2023

Vivere nel presente

Peró forse lei potrebbe catturare la sua fiducia, farsi vedere meno circospetto, lei ha un forte superego, dottor Pereira, e questo superego sta combattendo con il suo nuovo io egemone, lei è in conflitto con se stesso in questa battagiia che si sta agitando nella sua anima, lei dovrebbe abbandonare il suo superego, dovrebbe lasciare che se ne andasse al suo destino come un detrito. E di me cosa resterebbe?, chiese Pereira, io sono quello che sono, con i miei ricordi, con la mia vita trascorsa, le memorie di Coimbra e di mia moglie, una vita passata a fare il cronista in un grande giornale, di me cosa resterebbe? L'elaborazione del lutto, disse il dottor Cardoso, è un'espressione freudiana, mi scusi, io sono un sincretista e ho pescato un po' di qua e un po' di là, ma lei ha biso-mgno di elaborare un lutto, ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato. E le mie memorie, chiese Pereira, e quello che ho vissuto? Sarebbero solo una memoria, rispose il dottor Cardoso, ma non invadrebbero in maniera cosi prepotente il suo presente, lei vive proiettato nel passato, lei è qui come se fosse a Coimbra trent'anni fa e sua moglie fosse ancora viva, se lei continua cosi diventerà una sorta di feticista dei ricordi, magari si metterà a parlare con la fotografia di sua moglie.

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira

martedì 24 ottobre 2023

Vivere la Storia

Marta lo guardò e sorrise. So che lei è stato un grande appoggio per Monteiro Rossi e suo cugino, disse Marta, dottor Pereira lei è stato veramente magnifico, dovrebbe essere dei nostri. Pereira senti una lieve irritazione, sostiene, e si tolse la giacca. Senta signorina, replicò, io non sono né dei vostri né dei loro, preferisco fare per conto mio, del resto non so chi sonoivostri e non voglio saperlo, io sono un giornalista e mi occupo di cultura, ho appena finito di tradurre un racconto di Balzac, delle vostre storie preferisco non essere al corrente, non sono un cronista. Marta bevve un sorso di vino di porto e disse: noi non facciamo la cronaca, dottor Pereira, è questo che mi piacerebbe che lei capisse, noi viviamo la Storia. Pereira bevve a sua volta il suo bicchiere di porto e replicò: senta signorina, Storia è una parola grossa, anch'io ho letto Vico e Hegel, a suo tempo, non è una bestia che si può addomesticare.

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira

domenica 22 ottobre 2023

Parlare con il ritratto

Scusa se sono un po' in ritardo, disse Pereira. Sostiene Pereira che da un po' di tempo aveva preso l'abitudine di parlare al ritratto della moglie. Gli raccontava quello che aveva fatto durante il giorno, gli confidava i suoi pensieri, chiedeva consigli. Non so in che mondo vivo, disse Pereira al ritratto, me lo ha detto anche padre Antonio, il problema è che non faccio altro che pensare alla morte, mi pare che tutto il mondo sia morto o che sia in procinto di morire. E poi Pereira pensò al figlio che non avevano avuto. Lui si, lo avrebbe voluto, ma non poteva chiederloa quella donna gracile e sofferente che passava notti insonni e lunghi periodi in sanatorio. E si dispiacque. Perché se ora avesse avuto un figlio, un figlio grande col quale sedersi a tavola e parlare, non avrebbe avuto bisogno di parlare con quel ritratto che si riferiva a un viaggio lontano del quale quasi non si ricordava più.

Antonio Trabucchi, Sostiene Pereira

Pensare alla morte

Pereira sostiene che usci turbato da questo breve colloquio e dalla maniera in cui era stato congedato. Si chiese: in che mondo vivo? E gli venne la bizzarra idea che lui, forse, non viveva, ma era come fosse già morto. Da quando era scomparsa sua moglie lui viveva come se fosse morto. O meglio: non faceva altro che pensare alla morte, alla resurrezione della carne nella quale non credeva a sciocchezze di questo genere, la sua era solo una sopravvivenza, una finzione di vita. E si sentì spossato, sostiene Pereira.

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira

Insopportabile eternità

La prima pagina diceva: «Oggi da New York è partito lo yacht più lussuoso del mondo». Pereira guardò a lungo il titolo, poi guardò la fotografia. Era un'immagine che ritraeva un gruppo di persone in paglietta e camicia che stappavano bottiglie di champagne. Pereira cominciò a sudare, sostiene, e pensò di nuovo alla resurrezione della carne. Come, pensò, se risorgo dovrò trovarmi con questa gente in paglietta? Pensò davvero di trovarsi con quella gente del panfilo in un porto non precisato dell'eternità. E l'eternità gli parve un luogo insopportabile oppresso da una cortina di calura nebbiosa, con gente che parlava in inglese e che faceva dei brindisi esclamando: oh oh! 

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira

Pensare alla morte

E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d'estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte.

Antonio Tabucchi. Sostiene Pereira

venerdì 29 settembre 2023

Lottare contro il tempo

Qui a Itaca Ulisse dovrà combattere contro un nemico ancora più forte del Ciclope. Dovrà affrontare la propria irà e le proprie passioni, e domarle, non dovrà lasciarsi indebolire dai ricordi e dal tempo passato che gli viene incontro. Questo tocca ai mortali: lottare contro il tempo che scorre più forte di loro.

Giulio Guidorizzi, Ulisse l'ultimo degli eroi

mercoledì 20 settembre 2023

Cuore paziente

Lo so bene anch'io che Penelope non può starti alla pari, non è cosí bella, non è cosí saggia. Sarà invecchiata, avrà fili bianchi nei capelli. Lo so. Sul viso delle nostre donne il tempo passa, disegna delle rughe, ma io so che saprò vedere la sua bellezza anche oltre quelle rughe. Tanti anni sono trascorsi; tu sei una dea sempre giovane, sempre perfetta, lei è una creatura mortale. No, non può starti alla pari. Ma anche così voglio tornare a casa, da lei, dalla mia gente, e se i miei genitori sono morti voglio versare offerte sulla loro tomba, è l'unico conforto che abbiamo noi mortali: loro sono svaniti nel luogo sconosciuto della morte. Voglio risentire gli odori della mia terra, stare tra il mio popolo. Itaca non è bella come la tua isola, è una terra aspra, pietrosa; e i suoi abitanti sono piccole persone, pastori, marinai, non conoscono le arti e la bellezza. Ma è la mia patria, io sono il loro re. Sono disposto a riattraversare il mare, e se un dio mi perseguiterà ancora, sopporterò come ho già sopportato tutto. Ho un cuore paziente.

Giulio Guidorizzi, Ulisse, l'ultimo degli eroi 

Studiare da adulto

«Che cosa vuoi diventare da grande, ragazzo mio, banchiere, commerciante o magari professore? Se ti applichi nello studio, arriverai dove vuoi. Come disse rabbi Elisha ben Abuya, studiare da piccolo è come scrivere con l'inchiostro su carta nuova. Chi invece comincia a studiare da adulto è come inchiostro su carta porosa, non ha forza. Capisci, ragazzo mio?». Osservando quella gente, Georg provava una avversione ancora maggiore per gli studi. Con quelle barbe, gli occhiali, gli zucchetti posati sulla sommità del cranio, quel loro tedesco ampolloso e infarcito di espressioni ebraiche, apparivano ridicoli agli occhi del ragazzino. Se questo è il risultato delle ore passate sui libri, tanto vale lasciar perdere!

Israel Joshua Singer, La famiglia Karnowsky

martedì 19 settembre 2023

L’ultimo istante: ricordi del passato come un fiume

La Sirena era vicinissima e lo guardava: una donna meravigliosa dalla cui bocca spalancata usciva una nota alta e interminabile. Dentro quegli occhi, Ulisse cominciò a scorgere i volti dei suoi compagni, di Penelope, di suo padre, di sua madre, centinaia di altri volti scorrevano davanti a lui, tutti i suoi ricordi mescolati: Achille che trascinava per la pianura il corpo di Ettore, Telemaco appena nato tra le braccia, il corpo di Penelope avvinghiato al suo, la prima volta che aveva ucciso un uomo, il Ciclope con un palo conficcato nell'occhio, e il profumo della pelle di Circe. Ogni istante del suo passato gli sfilò davanti, come in un fiume. Poteva sentire la corrente della sua vita fluire come se fosse sulla rıva e il passato tornasse presente, per un istante, e il tempo scivolasse nella direzione opposta, verso il passato. La voce delle Sirene era altissima. Poi, silenzio. Le immagini svanirono.

Giulio Guidorizzi, Ulisse, l'ultimo degli eroi 

mercoledì 13 settembre 2023

Storia del vento e del sole

Quelli furono gli ultimi giorni della guerra, riprese Menelao. Da tempo Ulisse cercava di convincerci che Troia non l'avremmo mai presa con la forza, bisognava che fossero i Troiani ad aprirci le porte senza volerlo, bisognava pensare una trappola. Achille non avrebbe mai accettato una soluzione del genere, ma Achille era morto. Ulisse continuava a ripetere la vecchia storia del vento e del sole, che conoscono tutti i bambini: chi dei due, scommisero, sarebbe stato capace di togliere il mantello a un viandante? Prima il vento, soffiò e soffiò, ma più soffiava più il viandante si stringeva nel mantello. Quando toccò al sole, iniziò a sfolgorare sempre più caldo sino al punto che il viandante si sfilò da solo il mantello. Cosi dobbiamo fare noi, andava dicendo a Ulisse, dobbiamo fare in modo che i Troiani si tolgano il mantello da soli, perché sopra le mura non ci saliremo mai con la forza.

Giulio Guidorizzi, Ulisse, l'ultimo degli eroi

martedì 12 settembre 2023

Aiace

Dopo Achille, senza paragoni il piú forte era Aiace, l'eroe di Salamina. Un gigante, pieno di cicatrici, un uomo che non fuggí mai, e in cento occasioni salvò i suoi compagni. Superava tutti gli altri di un'intera testa. Non era capace di mentire, dalla sua bocca usciva sempre e solo il suo pensiero. Questo fu il suo danno, perché un principe deve essere valente in battaglia, ma anche bravo in assemblea, a parlare e a dare i consigli e a volte deve dissimulare. Ad Aiace gli dèi avevano fatto solo il primo di questi doni.

Giulio Guidorizzi, Ulisse, l'ultimo degli eroi

Elena

Troppo bella per ogni uomo, e un cuore in cui nessuno avrebbe potuto fare breccia. Elena lo guardò, come se dieci anni non fossero mai passati. No, una donna così non sarebbe mai stata sottomessa. Non aveva paura. Non pregò, non supplicò. Non abbassò gli occhi.

Giulio Guidorizzi, Ulisse l'ultimo degli eroi

Rieducazione contadina e ‘stravaganza borghese’

«Nostalgico, forse» disse Chen, immergendo le fette di zenzero nelle scodelle dell'aceto. Una era crepata, proprio come ai vecchi tempi, come in quel pomeriggio con suo cugino Peishan. All'inizio degli anni Settanta, Peishan era stato uno dei primi giovani istruiti ad "andare nelle campagne per essere rieducato dai contandini poveri." Prima di partire da Shanghai, Peishan aveva portato Chen in quel ristorante, il quale, come gli altri locali dell'epoca, era frequentato soltanto da operai, "secondo la gloriosa tradizione del Partito all'insegna del duro lavoro e della vita semplice." I piaceri della tavola erano considerati una stravaganza borghese e decadente. La gente doveva mangiare in modo frugale e dedicarsi alla rivoluzione. Un gran numero di ristoranti di lusso vennero chiusi. II Nanxiang fortunatamente sopravvisse, grazie ai suoi prezzi incredibilmente bassi: una vaporiera di bambù costava soltanto ventiquattro centesimi, che qualunque lavoratore avrebbe potuto permettersi. Per almeno tre ore, quel pomeriggio Peishan e Chen attesero pazientemente il loro turno. 

Qiu Xiaolong, Di seta e di sangue

sabato 9 settembre 2023

Industrie di massa dello scarto umano

Il nostro mondo, con la sua spinta compulsıva e ossessiva alla «modernizzazione», ha sviluppato fin dall'inizio due industrie di massa dello «scarto umano», - quelle che ho tentato di analizzare in Vite di scarto. Una di tali industrie è quella della costruzione di ordine (che non può far altro che produrre massicciamente rifiuti umani, soggetti inadatti», esclusi dalla società ordinata come si deve - «normale»). L'altra industria, detta «progresso economico», sforna enormi quantità di avanzi umani: esseri che non hanno alcun posto nell'«economia», alcun ruolo utile da svolgere, alcuna opportunità per guadagnarsi da vivere, almeno nei modi considerati legali, raccomandati o almeno tollerabili. Lo Stato sociale (welfare) è stato un tentativo ambizioso di smantellare progressivamente queste due industrie. È stato un progetto ambizioso (forse troppo) per includere tutti e rimuovere gradualmente le prassi di esclusione sociale fino a farle scomparire del tutto. Efficace per molti aspetti, anche se carente per tanti altri versi, lo Stato sociale viene a sua volta progressivamente smantellato, mentre le industrie che producono scarti umani sono state riattivate e lavorano a pieno ritmo: la prima produce «estranei» («senza documenti», immigrati illegali, falsi profughi e «indesiderabili» di ogni tipo), l'altra crea «consumatori difettosi». Entrambe producono in massa una «sottoclasse», che non è una «classe inferiore» situata all'ultimo gradino della scala delle classi, ma è formata da coloro che non si collocano in alcuna classe sociale, e sono stati espulsi dal sistema delle classi della «società normale».

Zygmunt Bauman, Vite che non possiamo permetterci


mercoledì 6 settembre 2023

Ospite, dono degli dei

Chi sei tu? Di chi sei figlio? Qual è la tua patria? Furono le prime domande che fecero. Ma nessuno avrebbe scacciato Telemaco, non si al- lontanava uno sconosciuto a meno che non fosse un maledetto e un contaminato. Un ospite, uno xénos, è un dono degli del, insegnavano i vecchi ai piú giovani. A chiunque un giorno sarebbe potuto capitare di essere accolto. Lo straniero doveva essere ospitato, e gli si dovevano offrire doni. E lui a sua volta poi avrebbe ricambiato. Nessuno appartiene soltanto a se stesso e alla sua famiglia, oltre questa cerchia ci sono altri uomini cortesi e generosi: lí si tormava la rete delle amicizie e delle alleanze che si propagavano aI generazione in generazione.

Giulio Giudorizzi, Ulisse l'ultimo degli eroi

domenica 3 settembre 2023

Provare

Non possiamo sapere quello che siamo in grado di fare finché non ci proviamo.

Qui Xialong, Di seta e di sangue 

martedì 15 agosto 2023

Infinito spazio azzurro

Solo chi, come me, ha vissuto interi mesi al di sopra degli alti luminosi Pascoli alpini, nei giorni azzurri della primavera, ascoltando le voci che salgono dalle valli, le indistinte armonie affievolite di suoni lontani portati dai venti, che fanno intorno a noi un silenzio armonioso stendentesi in alto nell'infinito spazio azzurro, chiuso all'orizzonte dalle catene dei monti rocciosi e dai nevosi ghiacciai, può sentire e comprendere l'alto significato artistico di questi accordi.


Giovanni Segantini 

lunedì 14 agosto 2023

Atena fa sorgere il desiderio di lottare

Con l'egida splendente, balzava tra i combattenti greci, 
spingendoli all'assalto, 
e fece sorgere in ciascuno il desiderio di lottare 
e di battersi senza tregua; 
e per loro la battaglia divenne preferibile al ritornare in patria 
con le navi profonde. 

Omero, Iliade, Libro secondo

Come densi sciami delle api

Come i sensi sciami delle api,
che escono, sempre nuovi, dalla cavità della roccia 
e volano a grappoli sui fiori primaverili,
e le api vanno alcune di qua, e altre di là,
così le schiere dei combattenti, uscendo dalle navi e dalle tende,
si allineavano lungo la vasta spiaggia per l'assemblea.

Omero, Iliade, Libro secondo

Vendetta del Re

È sempre più forte un re, quando si adira con un inferiore, 
e se per un giorno reprime lo sdegno,
chiude poi dentro di sé il suo rancore, finché si vendica.

Omero, Iliade, Libro primo

Sonno, dono degli dei

Il Sogno parti veloce,
giunse presso le rapide navi dei Greci
e andò da Agamennone figlio di Atreo.
Lo trovò che dormiva nella sua tenda,
circondato dal sonno, dono degli dèi.

Omero, Iliade, Libro secondo

sabato 12 agosto 2023

Addentare il toast

Mi portai nello studio una fetta di pane tostato e il caffè e accesi il computer. Questo era il momento più piacevole della giornata: starmene seduto alla scrivania, in vestaglia, a riguardare le pagine scritte il giorno prima.
Con la coda dell'occhio scorgevo, in strada, delle figurine anonime e grigie che avanzavano a testa bassa sotto una pioggerella stizzosa, dirette al lavoro.
lo ne avevo avuto per trent'anni di quella vita e finalmente avevo chiuso. Con l'alluce misi in funzione il termoventilatore, poi addentai il toast.

Deric Longden, Il gatto che veniva dal freddo

domenica 6 agosto 2023

Voce rabbiosa di mio padre

O forse mi fermò lo spossamento, come in mille altre occasioni: quell'assenza di energie che mi causava sempre la voce rabbiosa di mio padre, una sua orribile capacità di rendermi con una sola nota della gola corpo pesante e insieme vuoto, vuoto di ragioni mie e colmo di piombo fino alla bocca, una pesantezza che per quanto opponessi resistenza mi dava subito da piangere. E le lacrime mi abbattevano, nel senso che mi atterravano e mi avvilivano, mi umiliavano, cioè, per un tempo indefinito, forse per tutta la vita.

Starnone Domenico, Via Gemito

sabato 8 luglio 2023

Farinata degli Uberto

«La tua loquela ti fa manifesto
di quella nobil patria natio,
a la qual forse fui troppo molesto».
Subitamnente questo suono uscio
d'una de l'arche; però m'accostai,
temendo, un poco più al duca mio.
Ed el mi disse: «Volgiti! Che fai?
Vedi là Farinata che s'è dritto:
da la cintola in sù tutto 'l vedrai».
lo avea già il mio viso nel suo fitto;
ed el s'ergea col petto e con la fronte
com' avesse l'inferno a gran dispitto.
E l'animose man del ducae pronte
mi pinser tra le sepulture a lui,
dicendo: «Le parole tue sien conte».
Com' io al piè de la sua tomba fui,
guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso,
mi dimandò: «Chi fuor li maggior tui?».
Io ch'era d'ubidir disideroso,
non gliel celai, ma tutto gliel' apersi;
ond' ei levò le ciglia un poco in suso;
poi disse: «Fieramente furo avversi
a me e a miei primi e a mia parte,
sì che per due fiate li dispersi».
«S'ei fur cacciati, ei tornar d'ogne parte»,
rispuos' io lui, «'una e l'altra fiata:
ma i vostri non appreser ben quell'arte»

Dante, Inferno, canto X

lunedì 3 luglio 2023

Dodici anni

Avevamo solo dodici anni, troppi giovani per restare cupi a lungo.

Madeline Miller, La canzone di Achille 

domenica 2 luglio 2023

Che aspettiamo?

Perciò sto sempre male: qui, fuori di qui
e in casa. Sto anche peggio quando mi sembra che, tranne noi, non ci sia più nessuno che abbia abbastanza polso da decidersi a darsi una scossa. A noi non mancano né la salute né i mezzi né un posto per andarcene via. Un sacco di gente, che ha risorse economiche come noi, non fa più nessuna distinzione fra cose oneste e cose disoneste, o si limita a quelle che soddisfano i suoi appetiti: soli o accompagnati, fanno tutti i loro porci comodi. Non soltanto quelli liberi da voti religiosi, ma persino quelli racchiusi nei monasteri hanno gettato alle ortiche anche la mutanda insieme alla tonaca, inducendosi a credere che, se sta bene agli altri, sta bene anche a loro e, infrante le leggi dell'abnegazione, alzano il saio davanti e dietro nell'idea che l'unica maniera di scampare sia trasformare gli altari in postriboli. Se le cose stanno cosi - e stanno cosi - che ci stiamo a fare noi qui? che aspettiamo? che sognamo? perché siamo più pigre e indifferenti alla nostra salute degli altri cittadini? abbiamo forse perduto ogni rispetto per la nostra vita? o ci illudiamo che, tanto, la vita è legata al nostro corpo con catene talmente resistenti da non doverci preoccupare di niente, che niente può ingiuriarla o strapparcela? ma dico, stiamo dando i numeri? Neanche le oche pensano così.

Giovanni Boccaccio, Decamerone, traduzione Aldo Busi

Peste e angoscia

Lasciamo pure perdere il fato che ogni cittadino aveva schifo di ogni altro, che quasi nessun vicino si curava dell'altro, che i parenti avevano diradato le visite reciproche fino a zero al quoto a parte qualche saluto da molto lontano: la cosa grave era che l'angoscia s'era incuneata con tale sanguinarietà nei cuori della gente che il fratello abbandonava il fratello e spesso la moglie il marito e (da non credere per l'abominio) i genitori i figli come se non fossero i loro, schifati al pensiero di rendergli visita al capezzale.

Giovanni Boccaccio, Decamerone, traduzione Aldo abusi

sabato 1 luglio 2023

Sensazione

Emergeva una sensazione. Qualcosa di simile alla paura per il modo in cui mi colmava e cresceva nel mio petto. Qualcosa di simile alle lacrime per il modo improvviso in cui arrivava. Ma non era nessuna delle due, perché era esuberante e non greve, luminosa e non spenta. In vita mia avevo già conosciuto l'appagamento, brevi frammenti di tempo a cui mi ero dedicato a qualche piacere solitario: far rimbalzare sassi sul pelo dell'acqua, giocare a dadi, sognare. Ma in realtà si era trattato non tanto di una presenza quanto di un'assenza, di una sospensione della paura: mio padre non era nelle vicinanze, e neanche gli altri ragazzi. Non avevo fame, non ero stanco, non stavo male.
Questa sensazione invece era diversa. Mi sorprende o a sogghignare finché non mi facevano male le guance, e il mio cuoio capelluto mi formicolava così tanto che pensavo fosse sul punto di staccarsi dal mio cranio. La mia lingua era sciolta, inebriata dalla libertà.

Madeline Miller, La canzone di Achille 

venerdì 23 giugno 2023

Orfano

Mio padre aveva trascorso tutta la Vita a lottare per mantenere il regno e non avrebbe certamente rischiato di perderlo a causa di un figlio come me. Eredi e grembi che li generassero non erano affatto difficili da trovare. Cosi accettò: sarei andato in esilio e sarei stato cresciuto in un altro regno. In cambio del mio peso in oro, laggiù sarei diventato un uomo. Non avrei avuto genitori né il nome della mia famiglia né alcuna eredità. Ai nostri tempi, la morte era un destino preferibile. Ma mio padre era un uomo pragmatico. Il mio peso in oro sarebbe stato meno dispendioso del mio funerale.
Fu così che a dieci anni mi ritrovai orfano.

Madlein Miller, La canzone di Achille

domenica 18 giugno 2023

Dolore come segnale

Il sistema del dolore è una forma di difesa del corpo, un sistema di segnalazione che ci «premia» e ci «punisce»: ci punisce quando stiamo per fare qualcosa che potrebbe danneggiare ulteriormente il corpo, e ci premia alleviando il dolore quando ci fermiamo.

Norman Doidge, Le guarigioni del cervello 

domenica 21 maggio 2023

Primo passo

Anche il viaggio più lungo inizia con il primo passo.

Lau Tzu

domenica 14 maggio 2023

Verità

Nella ricerca della verità sii pronto a imbatterti nell'inatteso, poiché essa è difficile da trovare, e, una volta trovata, stupefacente.

Eraclito

sabato 13 maggio 2023

Vedere il mondo in termini di soldi

Qualche volta la sua riluttanza a spendere assumeva dimensioni patologiche. Non arrivò mai al punto di negarsi le cose di cui aveva bisogno (del resto i suoi bisogni erano minimi), ma, più sottilmente, ogni volta che doveva comprare qualcosa sceglieva la soluzione meno costosa. L'acquisto a buon mercato fu per lui un pilastro esistenziale. Questo metodo implicava una sorta di primitivismo percettivo rivolto a eliminare tutti i distinguo, riconducendo ogni cosa al suo minimo comune denominatore. La carne era carne, le scarpe scarpe, una penna era una penna. Non contava che si potesse scegliere tra frattaglie e filetto, che ci fossero biro scassate in offerta a trentanove cents e stilografiche da cinquanta dollari costruite per durare vent'anni. L'oggetto di autentico pregio si doveva aborrire: sarebbe sicuramente costato una cifra esorbitante, che lo rendeva moralmente insano. Su un piano più vasto, un simile atteggiamento portava mio padre a uno stato di perenne deprivazione sensoriale; col chiudere gli occhi davanti a tante cose si negava ogni intimo contatto con le forme e le trame del mondo, alienandosi la possibilità del piacere estetico. Il mondo a cui guardava era un luogo materiale, dove ogni cosa aveva un valore e un prezzo, e bisognava seguire il principio di procurarsi le cose che servivano a un prezzo il piú possibile corrispondente al loro valore. Ogni cosa veniva considerata solo in rapporto con la sua funzione e giudicata solo per il suo costo; mai come oggetto intrinseco, con particolari qualità. Credo che questo gli abbia fatto apparire il mondo opaco e inerte. Uniforme, incolore, privo di profondità. Se vedi il mondo solo in termini di soldi, va a finire che non lo vedi affatto.

Paul Auster, L'invenzione della solitudine 

Denaro come protezione

Per tutta la vita sognò di diventare milionario, di essere l'uomo piú ricco del mondo. Non desiderava tanto il denaro in sé, ma ciò che esso rappresentava: non solo il successo agli occhi del mondo, ma uno strumento per rendersi intoccabile. Possedere denaro non significa soltanto la possibilità di comprare le cose, ma anche la certezza che il bisogno universale non ti toccherà mai. Denaro come protezione, dunque, non come voluttà. La povertà sofferta da bambino, e la conseguente vulnerabilità ai capricci del mondo, gli resero la ricchezza sinonimo di immunità dal male, dalle sofferenze, dall'essere vittima. Non cercava tanto di comprarsi la felicità quanto l'assenza di infelicità, e i soldi divennero la panacea, l'oggettivazione dei suoi desideri più profondi e inesprimibili. Non ambiva a spenderli, ma a possederli, alla certezza di poter contare su di loro. Insomma, il denaro non era un elisir, ma un antidoto: la bottiglietta che ti porti in tasca avventurandoti nella giungla... nel caso ti mordesse un serpente velenoso.

Paul Auster, L'invenzione della solitudine 

Lavoro motto di un paese

Fuori presto ogni mattina, a casa tardi la sera, e fra i due estremi lavoro, nient'altro che lavoro. Lavoro era il motto del Paese dove viveva, e lui si comportò da grande patriota. Non bisogna credere per questo che il lavoro in lui si identificasse col piacere: lavorava sodo perché voleva guadagnare il piú possibile. Il lavoro era uno strumento per raggiungere uno scopo, e quello scopo era il denaro. Ma nemmeno lo scopo era tale da procurargli piacere. Come ha seritto da giovane Marx: «E se il denaro èil vincolo che mi unisce alla vita umana, che unisce a me la società, che mi collega con la Natura e gli uomini, non è il denaro forse il vincolo di tutti i vincoli? Non può esso sciogliere e stringere ogni vincolo? E quindi non è forse anche il dissolvitore universale?

Paul Auster, L'invenzione della solitudine 

sabato 6 maggio 2023

Tempo per cercare il padre

Digiuno di passioni per le cose, le persone o le idee, incapace o avverso a svelarsi in qualsiasi circostanza, era riuscito a mantenersi staccato dalla vita evitando di tuffarsi nel vivo delle cose. Mangiava, andava al lavoro, aveva amici, giocava a tennis, eppure non era presente. Era un uomo invisibile nel senso più profondo e più concreto: invisibile agli altri, e molto probabilmente anche a se stesso. Se da vivo continuavo a sondarlo cercando in lui il padre che non c'era, sento ancora il bisogno di cercarlo da morto. La sua morte non ha cambiato nulla. L'unica differenza è che mi manca il tempo.

Paul Auster, L'invenzione della solitudine 

Vita e morte

Un giorno c'è la vita. Per esempio, un uomo sano, neanche vecchio, senza trascorsi di malattie. Tutto è com'era prima e come sarà sempre. Passa da un giorno all'altro pensando ai fatti suoi, sognando solo il tempo che ancora gli si prepara. Poi, d'improvviso, capita la morte. Un uomo esala un leggero sospiro, si abbandona sulla sedia, ed è la morte. 

Paul Auster, L'invenzione della solitudine 

venerdì 5 maggio 2023

Soffrire e imparare

Ero convinta che la psicoterapia fosse una mania dei nordamericani, gente molto viziata, incapace di sopportare le normali difficoltà dell'esistenza. Durante l'infanzia mio nonno mi aveva inculcato lo stoico dettame che la vita è dura e che di fronte ai problemi non si può fare altro che stringere i denti e tirare dritto. La felicità è una cosa di cattivo gusto; al mondo si viene per soffrire e imparare.

Isabelle Allende, La somma dei giorni

sabato 22 aprile 2023

Tramonto dei sacerdoti

Se torno agli umani di quella nuova civiltà, e alla loro tendenza a saltare le mediazioni e cercare una presa diretta sul mondo, penso si possa dire che quanto meno volavano con una certa quota di libertà, almeno pari a quella di cui disponevano prima della rivoluzione digitale. Allora, ai tempi dell'analogico, le maree erano costituite da flussi ideologici massicci a cui era sostanzialmente impossibile sottrarsi (la Chiesa o il Partito, per dire); nell'epoca classica della rivoluzione digitale sono formate da movimenti di massa regolarmente registrati dai player dominanti della rivoluzione: difficile dire cosa sia preferibile. Ma ci sarà il momento di farlo, e sarà affascinante. Per adesso mi limito a evidenziare un effetto di enorme portata, che il desiderio di presa diretta su mondo ha generato: il tramonto dei sacerdoti.

Alessandro Baricco, The game


Allenamento e istinto

Non appena ebbe adottato tale posizione, la furia di Diego si dileguò e venne rimpiazzata da una calma assoluta. Respirò profondamente, espirò a lungo e sorrise soddisfatto. Alla fine stava riuscendo a contenere la sua focosità, come aveva tanto insistito fin dall'inizio il suo maestro.
Respirò ben controllato, tranquillità di spirito, lucidità di pensiero e fermezza del braccio. Quella sensazione fredda, che gli percorreva la schiena come un vento invernale, doveva precedere l'euforia del combattimento. In quello stato la mente smetteva di pensare e il corpo rispondeva per riflesso. La finalità del severo allenamento a combattere de La Justicia era che l'istinto e la destrezza orientassero i suoi movimenti.

Zorro, l'inizio della leggenda, Isabelle Allende

Abbandonarsi alla morte

La paura l'aveva paralizzato nel momento in cui aveva sentito arrivare i soldati nella casa di campagna, ma ora era tranquillo. L'angoscia si era dileguata nel momento in cui aveva potuto accomiatarsi dalle figlie. Le due notti successive aveva dormito senza sognare e aveva trascorso le giornate con vitalità. Si abbandonò alla morte imminente con una placidità mai provata prima. Iniziò a piacergli l'idea di finire i suoi giorni con un proiettile invece di doverlo fare a poco a poco, sprofondato nell'inevitabile processo di invecchiamento. Pensò anche alle figlie, libere nel loro destino.

Zorro, l'inizio della leggenda, Isabelle Allende

Mai combattere con ira

Si intrecciarono in una lotta corpo a corpo, entrambi difendendosi dalla mano che impugnava la daga, mentre le gambe e il braccio libero cercavano di far voltare il nemico per metterlo spalle a terra. Diego riusci a liberarsi e ripresero a girare, preparandosi per un nuovo scontro. Il ragazzo si sentiva avvampare, era rosso e madido di sudore mentre l'avversario non sbuffava nemmeno e il volto si manteneva tranquillo come all'inizio. Diego ricordò le parole di Manuel Escalante: "Mai combattere con ira". Respirò profondamente un paio di volte, prendendosi il tempo per calmarsi.

Zorro, l'inizio della leggenda, Isabelle Allende

Il giorno prima del trapasso

Nelle settimane di prigionia era andato affrancandosi da ricordi e sentimenti, acquisendo cosi una libertà nuova: ormai non aveva nulla da perdere. Pensando alle figlie non riusciva a visualizzare i loro volti o a differenziare le loro voci, erano due bimbe senza la mamma che giocavano con le bambole nei bui saloni di casa. Due giorni prima, quando gli avevano fatto visita in prigione, si era meravigliato davanti a quelle donne che avevano rimpiazzato le piccole con stivaletti, grembiulini e crocchie come erano nei suoi ricordi.
"Perbacco, come passa il tempo" aveva mormorato vedendole. Si era congedato da loro senza dolore, sorpreso della propria indifferenza. Juliana e Isabel avrebbero vissuto la loro vita senza di lui, ormai non poteva più proteggerle.

Zorro, l'inizio della leggenda, Isabelle Allende

lunedì 3 aprile 2023

Passione causa di mali

E capisco quali mali dovrò sostenere, ma più forte dei miei propositi è la passione, la quale è per gli uomini causa dei più grandi mali

Euripide, Medea, vv 1078-1080

domenica 2 aprile 2023

Energie per la felicità

Cercare la felicità, e io l'ho fatto, e lo faccio tuttora, non equivale affatto a essere felici, una condizione che io trovo effimera, dipendente dalle circostanze e un po' ottusa.
Se il sole splende, goditelo, si, sì, sì. I giorni felici sono una benedizione, ma i giorni felici passano, devono passare, perché il termpo passa. La ricerca della felicità è più elusiva: dura tutta una
vita e non è vincolata a uno scopo.
Quello che cerchi è il significato: una vita che abbia un significato. C'è l'hap, il fato, la giocata che è tua e non è prefissata, ma cambiare il corso del fiume, o dare nuove carte, qualunque sia la metafora che preferisci usare, richiederà un sacco di energie.

Jeanette Winterson, Perché essere felice quando puoi essere normale 

Diritto alla felicità

Ma ci sono significati più antichi nella parola hap, la sorte o la fortuna, buona o cattiva che ti spetta. Hap è il tuo destino nella vita, la mano che ti è consentito giocare. Come affronterai il tuo hap determinerà se sarai happy, cioè felice, oppure no. Quello che gli americani, nella loro Costituzione, chiamano il diritto alla ricerca della felicità.

Jeanette Winterson, Perché essere felice quando puoi essere normale 

Dire sì alla vita

Mentre cerco di capire come funziona la vita - e perché alcune persone sappiano affrontare le avversità meglio di altre - penso a qualcosa che ha a che fare con il dire si alla vita, con l'amore per la vita, anche quando ci delude, e con l'amore per noi stessi, in qualunque modo si riesca a trovarlo. Non con l'egoismo, che è l'opposto della vita e dell'amore vero, ma con una ferrea determinazione, come i salmoni che risalgono la corrente del fiume, per quanto agitate siano le acque, perché quello è il tuo fiume.

Jeanette Winterson, Perché essere felice quando puoi essere normale 

Sradicamento

Io avevo perso il porto sicuro e caldo, per quanto caotico, della prima persona che avevo amato. Avevo perso il mio nome e la mia identità. I bambini adottati sono bambini sradicati. Per mia madre tutta la vita era un grande sradicamento. Tutte e due volevamo tornare a Casa.

Jeanette Winterson, Perché essere felice quando puoi essere normale 

Confini o linee immaginare

Non comprendevano nemmeno perché gli stranieri piantassero una bandiera per terra, tracciassero linee immaginarie, la dichiarassero di loro proprietà e si risentissero se qualcuno vi entrava per inseguire un cervo. 

Zorro, l'inizio della leggenda, Isabelle Allende

Mistero della crocifissione

II mistero di quell'uomo adorato dai bianchi, condannato alla crocifissione, confondeva gli indios, che non comprendevano il vantaggio di soffrire in questo mondo per godere di un ipotetico benessere in un altro. 

Zorro, l'inizio della leggenda, Isabelle Allende

mercoledì 29 marzo 2023

Medea, agire causa di sofferenza

Agire in modo estremamente determinato, nella consapevolezza però che ciò significa fare del male a se stesso, e tuttavia non potersi sottrarre all'impulso di agire: è questa una situazione di base, un modello di comportamento che ogni uomo può – in maniera più o meno latente e con gradi di intensità diversi - sperimentare su se stesso. E per questo anche che la tragicità di Medea ci coinvolge.

Vincenzo Di Benedetto su Medea di Euripide

sabato 25 marzo 2023

Conflitto a livello superiore

Jung sosteneva che un conflitto non può mai essere risolto al livello in cui sorge: a quel livello ci sono solo un vincitore e un perdente, non una riconciliazione. Il conflitto deve essere spostato a un livello superiore, come se guardassimo una tempesta dall'alto.

Jeanette Winterson, Perché essere felice quando puoi essere normale 

sabato 25 febbraio 2023

Aspettare

«C'é qualcosa» disse senza enfasi il croato «che si impara in un campo di prigionia: aspettare. All'inizio ci si spazientisce, certo. La paura e l'incertezza, come può immaginare... Sì. Le prime settimane sono pessime. Oltretutto, i più deboli se ne vanno subito. Non lo sopportano, muoiono. Altri si tolgono la vita. Mi è sempre parso un errore uccidersi per disperazione; e a maggior ragione quando esiste ancora la possibilità di fargliela pagare, presto o tardi, ai carnefici.. Altra cosa, immagino, è raggiungere la serenità quando si capisce di essere arrivati alla fine.»

Il pittore di battaglie, Pérez-Reverte Arturo 

Percepire le cose in altro modo

Per questo i fotografi, proprio come i giornalisti televisivi e i cineasti dei film d'azione, ricorrevano adesso a piccoli trucchi per appannare l'affidabilità della macchina, restituendole alcune imperfezioni che aiutassero l'occhio dell'osservatore a percepire le cose in un altro modo: la stessa distorsione focale che, in linguaggio pittorico, deformava l'erba minuziosa di Giotto con le grosse pennellate di Matisse. In realtà non era niente di nuovo. L'avevano fatto Velàzquez e Goya; e più tardi, ormai privi di complessi, i pittori moderni - tutta l'arte del xx secolo derivava da lì - quando il figurativo aveva raggiunto il suo limite estremo e la fotografia si era arrogata la riproduzione fedele - utile per l'osservazione scientifica, ma non sempre soddisfacente in termini artistici - dell'istante rigoroso.

Il pittore di battaglie, Pérez-Reverte Arturo 

Guardare e riflettere

Gli uomini antichi guardavano lo stesso paesaggio durante tutta la loro vita, o per molto tempo. Persino il viaggiatore lo faceva, perché ogni tragitto era lungo. Questo costringeva a pensare al tragitto stesso. Adesso, invece, è tutto rapido. Autostrade, treni… Persino la televisione ci mostra diversi paesaggi in pochi secondi. Non c'è tempo di riflettere su niente.

Il pittore di battaglie, Pérez-Reverte Arturo 

Viaggiare nel dipinto

C'erano modi più tranquilli di dedicarsi alla fotografia, o alla pittura. Faulques rispose con semplicità. Si trattava di un viaggio, dichiarò. Da bambino aveva passato molto tempo davanti alla stampa di un quadro antico. E alla fine aveva deciso di viaggiarci dentro, o meglio, di viaggiare nel paesaggio dipinto sullo sfondo.

Il pittore di battaglie, Pérez-Reverte Arturo 

Fotografia

La fotografia permette di vedere in frazioni di secondo cose di cui la gente normale non si accorge, per quanto le guardi.

Il pittore di battaglie, Pérez-Reverte Arturo 

La rinascita: parlare del futuro

Ogni volta che un vecchio sbarca da noi, completamente a pezzi, convinto di non essere più niente prima ancora di essere morto, Thérèse lo attira nel suo angolo, gli prende d'autorità la vecchia mano, stende una a una le dita arrugginite, liscia a lungo il palmo come si fa con i fogli spiegazzati, e quando sente che la mano è perfettamente distesa (mani che non si sono veramente aperte da anni!), Thérèse si mette a parlare. Non sorride, non blandisce, si limita a parlargli del futuro. Ed é proprio la cosa più incredibile che potesse capitargli: il futuro! Le truppe astrali di Thérèse ce la mettono tutta: Saturno, Apollo, Venere, Giove e Mercurio organizzano piccoli incontri amorosi preparano successi dell'ultimo minuto, aprono prospettive, in poche parole ridanno coraggio a quelle vecchie carcasse, dimostrando loro che non sono ancora alla frutta.

Daniel Pennac, La fata carabina 

mercoledì 15 febbraio 2023

Nato per correre

Oggi dopo la pubblicazione nel novembre 2004 su Nature di un brillante lavoro di due eminenti studiosi americani, Dennis Bramble e Daniel Lieberman (Running and the evolution of Homo; Brambłe, Lieberman 2004) - è risultato con chiarezza come l'uomo sia nato per correre, e non per stare fermo. La nostra struttura scheletrica, le nostre modalità đi consumo energetico, le nostre capacità di smaltire il calore prodotto, sono quelle di un efficientissimo corridore di lunga durata, e senza tali nodifiche strutturali e metaboliche oggi non saremmo uomini ma solo primati quadrumani, come le scimmie.
L'uomo si è distaccato dagli altri primati modificando le sue abitudini alimentari, sessuali, sociali e di linguaggio, grazie a un comune denominatore corporeo di adattamento alla corsa di lunga durata. In altre parole, solo la capacità di correre a lungo ci ha permesso di distaccarci dal «resto del gruppo», cambiando poi a poco a poco anche cervello, apparato digerente, corde vocali.

Giorgio Nardone, Mangia muoviti ama

martedì 7 febbraio 2023

Pensiero orientale e occidentale

Il pensiero orientale propone un certo numero di nozioni e di esercizi che permettono di penetrare profondamente la natura delle cose, di eliminare l'insignificante. Attraverso la meditazione, la concentrazione.
Il discepolo si siede davanti ad un albero, guarda l'albero e si dice: io sono un albero. Passa dalla parte dell'albero e poi, di nuovo dalla parte umana provando a comprendere cosa egli rappresenti per questo albero. Là c'è tutta una cultura mentale fuori dal pensiero religioso a cui l'Europa ha rinunciato molto presto, da una parte perchè il pensiero greco è diventato estremamente intellettualistico e politicizzato e poi perchè il giudaismo e il cristianesimo sono stati troppo dogmatici.

Marguerite Yourcenar, Intervista 1982

Femminismo

C'è un femminismo estremista che non amo, soprattutto per due suoi aspetti. Il primo: l'ostilità verso l'uomo. Mi sembra che nel mondo ci sia già troppo ostilità – bianchi e neri, destra e sinistra, cristiani e non cristiani, cattolici e protestanti – che non c'è bisogno di creare un altro ghetto.

E poi il fatto di considerare che sia un progresso per la donna moderna mettersi nella stessa condizione dell'uomo moderno – il manager che fa affari, il finanziere, il politico – senza vedere il lato assurdo e anche inutile di queste attività.

Marguerite Yourcenar, Dall'io all'eternità (intervista di Elisabetta Rasy), Panorama 1982

domenica 5 febbraio 2023

Virtù di esser utile

Un gruppo, animato da una buona volontà ammirevole, mi si strinse intorno; la schiera, esigua ma rigorosamente scelta, ai miei ordini, era dotata della forma più alta di virtù, l'unica che io sopporti ancora: la ferma determninazione di esser utile. 

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

sabato 4 febbraio 2023

Delirio d’intrepidità

Un essere ebbro di vita non pensa alla morte; la morte non esiste; ciascuno dei suoi gesti la nega. Se ne è colpito, probabilmente non se ne accorge; per lui, essa non è che un colpo, uno spasimo. 

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

sabato 28 gennaio 2023

Greco

Ero ancora bambino, quando tentai per la prima volta di tracciare con lo stilo quei caratteri d'un alfabeto a me ignoto: cominciava per me la grande migrazione, i lunghi viaggi, e il senso d'una scelta deliberata e involontaria quanto quella dell'amore. Ho amato quella lingua per la sua flessibilità di corpo allenato, la ricchezza del vocabolario nel quale a ogni parola si afferma il contatto diretto e vario delle realtà, l'ho amata perché quasi tutto quel che gli uomini han detto di meglio è stato detto in greco.

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

Poesia

La lettura dei poeti produsse in me effetti ancor più conturbanti: non sono del tutto certo che conoscere l'amore sia più inebriante che scoprire la poesia. Quest'ultima mi trasformò

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

Vero luogo natio

Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri.

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

domenica 22 gennaio 2023

Rovina di Roma

Della sua decadenza e della finale rovina, ci furono cause esterne una violenta, improvvisa pressione di grandi masse umane ai confini dell'impero, e cause interne: un allentarsi del senso dello Stato e della disciplina collettiva, la crisi dell'identità culturale latina per l'arrivo di nuove mode e nuovi stili di vita dall'Oriente, il divaricarsi delle condizioni sociali tra masse di poveri che affollavano le città soprattutto Roma vivendo delle erogazioni statali, e una minoranza di ricchi dalle strepitose fortune; se i poveri si addensavano nelle città, i ricchi se ne
allontanavano per vivere nelle loro «villae», vere isole separate dal resto del mondo e funzionanti grazie dall'impiego massiccio di schiavi. La decadenza delle città e l'emergere di strutture produttive e sociali di tipo chiuso mostra già nel tardo mondo romano i segni del mondo medievale.

Dalla peste nera alla guerra dei trent'anni, Adriano Prosperi

Lettura della storia

Là dove gli esseri umani allora viventi sperimentavano lo scorrere uguale e le incertezze quotidiane dei giorni della loro vita, noi, retrospettivamente, cerchiamo di individuare con la maggior precisione possibile le cesure profonde che fecero sì che il mondo cambiasse aspetto e non apparisse più riconoscibile alle generazioni che vennero dopo.

Dalla peste nera alla guerra dei trent'anni, Adriano Prosperi

Insonnia

Che cos'è l'insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamnenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni? L'uomo che non dorme - da qualche mese a questa parte ho fin troppe occasioni di constatarlo su me stesso - si rifiuta più o meno consapevolmente di affidarsi al flusso delle cose.

Memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar 

sabato 14 gennaio 2023

Vagabondi

Una sera di primavera dell'anno 1934 un signore di una certa età scese i gradini in pietra che da uno dei ponti sulla Senna conducono alle rive del fiume. Là, come quasi tutti sanno ma in questa occasione merita di essere ricordato, sono soliti dormire, o meglio accamparsi, i vagabondi di Parigi.

Joseph Roth, La leggenda del santo bevitore

Sogni e paesaggio

Cè chi è in grado di collaudare i propri sogni anche senza uscire di casa. lo non ne sono capace. Mi serve lo sfondamento corporeo del paesaggio; e li sul Po tutto funzionava in questo senso.

Paolo Rumiz, Morimondo 

venerdì 13 gennaio 2023

Distanze

L'acqua dei nostri rubinetti non avrà mai il valore di quella, inestimabile, che sta in un pozzo distante da casa. Oggi spesso mi chiedo se l'azzeramento delle distanze non abbia ucciso anche il desiderio.

Paolo Rumiz, Morimondo 

mercoledì 11 gennaio 2023

Sognare percorso

So dall'adolescenza che le mappe giuste non servono a orientarsi ma a sognare percorsi, e magari a ricordarli ad avventura conclusa. Per l'avventura padana ne avevo fatta una a mano, come già altre volte nei miei viaggi importanti: una striscia di carta di tre metri per sessanta centimetri, apribile a fisarmonica. Ci avevo speso sopra parecchie settimane, riempiendola maniacalmente di annotazioni, ma non era mai finita perché ci aggiungevo ancora nomi e luoghi, forse nel tentativo di farla diventare anch'essa fiume, su scala uno a uno. L'idea me l'aveva data Marlow in Cuore di tenebra. "Cera un fiume di enorme grandezza," dice l'eroe conradiano, "e tu potevi vederlo sulla carta simile a un gigantesco serpente interamente snodato, con la testa nel mare, il corpo adagiato lungo una lontana linea sinuosa per quella vasta plaga, e la coda perduta nelle profondità del territorio. Davanti a quella carta nella vetrina di quel negozio restavo affascinato come un serpente davanti a un uccello."

Paolo Rumiz, Morimondo 

Rotolare della ghiaia

Un fiume non è un luogo, ma una persona, e in questo viaggio mi è accaduto di sentirlo cantare. Stavo vogando in piedi sul barcè assieme al grande Angelo Bosio, quando avvertii improvvisamente sotto la chiglia un canto di cicale, o di grilli.
"Che roba è?" chiesi stupefatto. "Il rotolare della ghiaia," rispose Angelo, "è il letto del fiume che cammina." In quei fondali sonori stava il segreto del Dio.

Paolo Rumiz, Morimondo

Canto della corrente

Andare a motore su un fiume, ci avevano avvertito, è come entrare in scooter agli Uffizi. Una porcheria, un sacrilegio. Non senti la voce del Dio che vi abita. Ogni fiume ha il suo Dio, la sua voce è la corrente non canta mai allo stesso modo. 

Paolo Rumiz, Morimondo

Parlare a bassa voce

Dopo Cremona, si levò il buon vento e Paolo Lodigiani spense il motore per issare la vela. Fummo investiti da un inatteso, stupefatto silenzio. Eravamo nella pancia della locomotiva industriale italiana; poco oltre l'argine sferragliavano acciaierie, scoreggiavano maiali e tuonavano mastodonti su gomma, ma sul fiume regnava una quiete talmente assoluta che ci venne spontaneo parlare a bassa voce. A bordo era sceso il silenzio.

Paolo Rumiz, Morimondo

domenica 8 gennaio 2023

Vetta del sapere

La matematica rappresenta in ogni tempo ed in ogni civiltà degna di questo nome la vetta del sapere, insieme ai miti che ne definiscono il senso antropologico. Le antiche civiltà si contraddistinguono per la matematica che erano in grado di costruire, tutto il resto, interessante certo, viene dopo.

Bruno D'Amore, Matematica, stupore e poesia 

sabato 7 gennaio 2023

Pianto sulle guance

Il pianto dagli occhi
Si effonde sulle guance
Come un tenero fiume

Eschilo, Prometeo incatenato